Adolescenti incinte, confessione shock: "Così il bambino al parto è più piccolo e fa meno male"

La paura del parto a volte può essere davvero tanta, ma la scelta di queste adolescenti australiane per partorire bambini più piccoli è veramente scioccante. Ecco i terribili risultati emersi da una ricerca decennale.

Diventare madri è un’esperienza unica ed emozionante, ma la gravidanza resta comunque un momento particolare nella vita di ogni donna, che va vissuto con piena consapevolezza e probabilmente necessita della giusta dose di maturità.

Inutile dirlo, evidentemente non tutte hanno l’istinto materno e sono portate per essere madri, e chi sceglie di non avere figli non deve affatto essere colpevolizzata né sentirsi sminuita come donna, perché purtroppo non sono rari i casi di mamme pentite.

Ecco perché la maternità dovrebbe essere sempre una scelta e mai un’imposizione, né tantomeno una sorta di “tendenza” da seguire per uniformarsi; ed ecco perché si dovrebbe essere pienamente responsabili delle proprie azioni quando si decide di dare la luce a un bambino, dato che un figlio, non si può negare, cambia radicalmente la vita.

Uno studio  condotto da una ricerca australiana ha portato alla luce una verità davvero scioccante sulle ragazze che rimangono incinte da adolescenti: una buona percentuale di esse fuma durante la gestazione per fa sì che il bambino alla nascita sia più piccolo.

L’idea, secondo lo studio, pubblicato sul New Zealand Harald e approfondito nel corso di 10 anni di ricerche antropologiche a livello nazionale sul tasso di fumatori nel paese, sarebbe venuta alle teenagers leggendo le avvertenze sui pacchetti di sigarette australiani, che recitano, fra le altre cose, “Fumare in gravidanza potrebbe ridurre il peso del tuo bambino“. Le giovanissime future mamme (stiamo parlando di ragazze di appena 16 o 17 anni) si dedicherebbero dunque al tabagismo durante i nove mesi per riuscire ad avere bambini più piccoli alla nascita, dato il timore profondo provato rispetto ai dolori del parto.

Come spiega il professore associato della Australian National University, Simone Dennis, una delle paure principali delle adolescenti è appunto quella di dare alla luce bambini “enormi”, troppo grandi rispetto alle loro corporature esili; la sigaretta rappresenterebbe dunque il (pericoloso) palliativo per scongiurare il rischio.

“Alcune- spiega il medico- hanno iniziato a fumare proprio per questa ragione, altre fumano così tanto proprio nella speranza che quanto scritto sui pacchetti di sigarette diventi realtà. Ma naturalmente il messaggio del sistema sanitario nazionale non doveva essere preso così

Insomma, le adolescenti sembrerebbero essere più preoccupate dei dolori che far nascere un bimbo troppo grande rispetto al loro fisico potrebbe comportare piuttosto che dei rischi, innumerevoli e letali, del fumo di sigaretta sulla salute, sia loro che del nascituro. Inutile ricordare le possibili patologie di cui potrebbero soffrire cuore e vie respiratorie, per non parlare dell’invecchiamento precoce e dei danni ai denti, ma ancora più drammatica è la situazione che riguarda un feto esposto al fumo di una madre tabagista: fra i rischi più evidenti, quelli di un parto prematuro, di malformazioni agli organi ancora in fase di sviluppo (ad esempio è stato riscontrato che il labbro leporino si manifesta nei bambini figli di donne che fumano da una a dieci sigarette al giorno), di disturbi della crescita e problemi ai polmoni, senza considerare la possibilità di morte fetale, morte in culla o di maggiori probabilità di contrarre il cancro.

In Italia, benché la percentuale di donne che interrompono questa malsana abitudine da incinte si sia innalzata notevolmente, passando in alcune regioni, come ad esempio il Veneto, dal 72 all’ 85%, si stima che ancora il 25% fumi in gravidanza.

La scelta shock delle ragazzine australiane potrebbe avere effetti devastanti sia per loro, ancora giovanissime, che per chi daranno alla luce. Il dolore del parto esiste, inutile negarlo, ed è del tutto naturale, ma proprio per questo motivo una donna dovrebbe sentirsi pronta ad affrontare la gravidanza a 360 gradi, non solo nei suoi effetti positivi, ma accettandone anche i lati meno piacevoli.

Chiaro che in questo caso si sta parlando di ragazzine probabilmente alle prese con gravidanze indesiderate e ancora ben lontane dalla minima maturità auspicabile per diventare madri, sicuramente incoscienti, ma evidentemente anche mal informate o forse non abbastanza sostenute nel percorso delicato della gravidanza. Tanto più se questa arriva, prima del tempo e non voluta e, del resto, ormai è ampiamente dimostrato che anche l’età conta, tanto che alcuni recenti studi hanno sfatato il mito delle complicazioni dovute ad una gestazione in età più adulta, rilevandone anzi insospettabili benefici.

Solo agendo con coscienza e convinzione rispetto a ciò che si sta facendo si potrà godere appieno della meravigliosa avventura della gravidanza, sofferenze comprese.

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