Ascoltiamo piuttosto spesso le esperienze di neo mamme che dichiarano di soffrire di depressione post-partum, un malessere molto pericoloso che può colpire le donne subito dopo la gravidanza; negli ultimi anni la reticenza e i tabù attorno all’argomento sono definitivamente caduti, e anche molte Vip hanno pubblicamente confessato di soffrire o di aver sofferto del disturbo, da Brooke Shields a Chrissy Teigen.

Eppure, se sentissimo un uomo dire di avere la depressione post-partum penseremmo che stia scherzando, o comunque avremmo difficoltà a credergli. Così, quando Adam Busby, star del reality TV OutDaughtered (in italiano 5 gemelle sotto un tetto, trasmesso da Real Time) ha confidato di aver sofferto del malessere, molti si sono presi gioco di lui, invitandolo – poco gentilmente – a “fare l’uomo”.

Ma se sentite un uomo dichiarare di avere la depressione post-partum non dovete pensare a uno scherzo di pessimo gusto, potrebbe essere vero: secondo un recente studio riportato da Jama, infatti, è addirittura del 10% la percentuale di neo padri che, in seguito alla nascita del figlio, accusa tutti i sintomi della depressione post-partum, una cifra che è doppia rispetto all’incidenza della depressione nella popolazione maschile. La depressione post-partum nelle donne è legata a mutamenti ormonali, ma il ruolo giocato dagli stessi ormoni nella depressione post-partum maschile era finora passato in secondo piano, o persino sconosciuto.
Una ricerca effettuata poco tempo fa da Darby Saxbe della University of Southern California ha rilevato infatti che la componente ormonale, in particolare quella riguardante il testosterone, giochi un ruolo estremamente importante anche nell’equilibrio psicofisico maschile; un mutamento nel livello del testosterone influirebbe quindi notevolmente sulle possibilità di ammalarsi di depressione.
Lo psicologo Robin Edelstein, riporta Cosmopolitan, ha scoperto che gli uomini, costantemente monitorati durante la gravidanza della compagna, hanno mostrato un declino piuttosto importante nel livello di testosterone, dall’inizio alla fine della gestazione; secondo lo psicologo, gli uomini in cui l’abbassamento di testosterone è più evidente sviluppano maggiori rischi non solo di soffrire di depressione post-partum, ma anche di compromettere la propria relazione.
I ricercatori non hanno ancora identificato esattamente ciò che provoca il cambiamento del testosterone maschile durante la transizione verso la genitorialità, ma i “sospetti” maggiori si concentrano sulla consapevolezza di stare per diventare padre, la vicinanza al partner o al neonato, tutti fattori che provocano un aumento dello stress o disturbi del sonno.

Varie ricerche passate avevano già individuato il collegamento tra bassi livelli di testosterone e sviluppo della depressione in generale nei soggetti maschili; un basso livello di testosterone può contribuire ai sentimenti di letargia e disinteresse in attività normalmente piacevoli che caratterizzano la depressione. Infatti, alcuni psichiatri hanno addirittura suggerito la prescrizione di integratori di testosterone per trattare la depressione negli uomini. Tuttavia, nessun studio finora aveva esaminato specificamente il potenziale ruolo del testosterone nella depressione post-partum dei padri.

Saxbe e i colleghi hanno esaminato i dati ricavati dal Community Child Health Research Network, uno studio condotto dal National Institutes of Health, sulla salute e il benessere dei nuovi genitori. Lo studio ha “reclutato” alcune mamme dopo la nascita di un figlio, seguendole, insieme ai loro partner, per diversi anni. Nella contea di Lake, Illinois, uno dei siti dello studio, gli uomini hanno inoltre fornito campioni di saliva per l’analisi del testosterone, quando i loro neonati avevano all’incirca nove mesi. I risultati hanno mostrato che sia le mamme che i papà manifestassero i sintomi di depressione nei primi anni dopo essere diventati genitori.
Ma l’aspetto sorprendente dello studio è in realtà un altro, e riguarda i legami tra testosterone maschile e depressione dei loro partner. I bassi livelli di testosterone degli uomini, infatti, hanno avuto l’effetto opposto per le compagne: le donne con partner a basso testosterone hanno manifestato in realtà meno sintomi di depressione. Perché?
Una possibile spiegazione, proposta da Saxbe e dal suo team, attiene al livello di soddisfazione nella propria relazione amorosa, che sarebbe più alto nelle donne che hanno partner con livelli di testosterone basso. Questo, naturalmente, implica una minore possibilità di subire i possibili rischi di una depressione. Cosa significherebbe tutto ciò, che le donne hanno bisogno di un compagno più “debole” (almeno ormonalmente) per sentirsi più soddisfatte della propria vita?
In realtà lo studio conduce in un’altra direzione, che concerne soprattutto la sfera sociale:

Sappiamo che il sostegno sociale di un partner – scrive Saxbe su Cosmopolitan – può proteggere le donne dallo sviluppo della depressione postpartum, perciò la nostra ricerca si adatta a questo fatto. Gli uomini con livelli più bassi di testosterone possono dedicarsi maggiormente alle loro relazioni, o trascorrere più tempo con i bambini, aiutando ad alleviare alcune delle pressioni sulle mamme.
Circa 15 mesi dopo il parto, abbiamo anche controllato le valutazioni delle mamme sul comportamento aggressivo dei loro partner. Le compagne di uomini con un livello di testosterone più elevato avevano riscontrato livelli più alti di aggressività intima del partner circa dopo sei mesi. Questo perché il testosterone è associato a un comportamento più aggressivo e competitivo. La nostra ricerca mostra un potenziale lato oscuro dell’alto livello di testosterone nel periodo post-partum.

Rispetto al tipo di stress affrontato dai papà nei confronti delle loro responsabilità genitoriali, la ricerca ha evidenziato non solo un collegamento importante tra basso testosterone e depressione, ma al contempo anche come gli individui con più alti livelli di testosterone risentissero maggiormente di stress, sensazione di “intrappolamento” nel nuovo ruolo e della pressione dovuta alle domande e alle esigenze dei figli.

Insomma, i risultati in realtà mostrano che i neo papà sono potenzialmente a rischio su entrambi i fronti: a livelli bassi di testosterone, potrebbero essere più vulnerabili alla depressione, ma a livelli elevati, potrebbero avere relazioni meno soddisfacenti e più aggressive partner meno felici e più stress genitoriali. In termini di resilienza alla depressione e allo stress, gli uomini con livelli medi di testosterone postpartum sembrano affrontare meglio la situazione nel suo complesso.

Il livello di testosterone maschile influisce in maniera indubbiamente considerevole anche sullo “stato di salute” dell’intera famiglia; se è basso, il neo papà è più disposto a dedicarsi alla famiglia, ma a rischiare è proprio lui. Questo dipende da varie condizioni, fra cui non è possibile non menzionare il fatto che in molti stati, anche negli stessi USA, il congedo di paternità sia ancora una rarità, e che molti padri lottino con condizioni di lavoro sfavorevoli che “disperdono” tempo ed energia; perciò, proprio come accade alle neo mamme, possono sentirsi sopraffatti e isolati dal nuovo ruolo, specie se si trovano ad affrontare tutte queste problematiche. In ogni caso, che si tratti di mamma o di papà, il disturbo resta molto importante e pericoloso, ed entrambi devono ricordare che non deve esserci vergogna nel cercare aiuto. La depressione post-partum può interessare tutta la famiglia, e deve essere presa sul serio.

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