Bambini Prematuri: I Problemi e la Volontà di Farcela

Oggi mettere al mondo bambini prematuri non ha più i risvolti drammatici. Per quanto il percorso per mamma e neonato sia ancora difficile e denso di problemi, la forza di volontà di entrambi e il ricorso alle moderne tecniche scientifiche può garantire uno sviluppo ed una crescita serena anche al piccolo che nasce prima delle 37 settimane di gestazione.

Negli ultimi vent’anni la percentuale di bambini nati prematuri è aumentata considerevolmente, tanto da attestarsi attorno al 7% del totale delle nascite. Solo in Italia ogni anno sono circa 40 mila i bambini che nascono pretermine, ovvero in anticipo rispetto alle 37 settimane di gestazione, e le ragioni per cui avviene un parto prematuro sono diverse e molteplici, e si potrebbe dire connaturate al cambiamento di molti fattori sociali, culturali e scientifici avvenuti nel corso del tempo.

Cause della nascita di bambini prematuri

bambini prematuri
Fonte: Web

Tra le cause principali della prematurità non può non incidere la maggiore età delle donne quando entrano in gravidanza, età che è decisamente più alta rispetto a quella prevista dalla “natura”, e che può perciò portare la futura mamma a patologie della gestazione per cui si richiede obbligatorio anticipare i tempi del parto, come ipertensione, diabete o preeclampsia. Con un’età più avanzata, inoltre, anche l’utero potrebbe non sopportare a sufficienza il peso sempre crescente del feto, “chiedendo” perciò di espellerlo prima.

Anche l’aumento della percentuale di parti gemellari, dovuto al ricorso sempre più frequente a tecniche di procreazione assistita, è un fattore rilevante nella nascita di bambini prematuri, dato che il peso dei feti può innescare anticipatamente le contrazioni tipiche del travaglio.

Le infezioni vaginali sono un’altra ragione che potrebbe condurre ad un parto prematuro, dato che è dimostrato che possano provocare infezioni alle membrane amniotiche causandone la rottura precoce.

Infine, c’è ancora una piccola percentuale di parti prematuri di cui non si conoscono esattamente le cause, e che, si pensa, potrebbero semplicemente dipendere da una predisposizione genetica della madre.

Classificazione dei bambini prematuri

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Fonte: Web

In generale, si definisce prematuro un neonato nato prima del compimento della trentasettesima settimana, in particolare prima di 37+6 settimane. Solitamente i bambini nascono prima del termine delle 32 settimane, solo il 2% nasce prima.

Nel tempo è stata fatta una sorta di classificazione per distinguere le varie fasi del parto prematuro, che indicano i livelli di prematurità. Un bambino prematuro si definisce quindi

  • Early term, ovvero quasi a termine; il bambino nasce tra le 37 e le 39 settimane, e non si può effettivamente parlare di prematurità, anche se si tratta comunque di una gravidanza finita prima del termine, previsto attorno alle 40 settimane.
  • Late preterm, ovvero prematuro tardivo, è il bambino che nasce tra le 35 e le 36 settimane
  • Prematuri gravi sono invece definiti i bambini che nascono prima delle 28 o 30 settimane.
  • Un bambino nato a 24 settimane può oggi avere una prospettiva di riuscire a sopravvivere molto più alta rispetto a quanto accadeva nel passato, ma necessita di un ricovero immediato in TIN (terapia intensiva neonatale) per accrescere le sue speranze di recupero.

Problemi dei bambini prematuri

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Fonte: Web

Inutile negare che i bambini prematuri possano incontrare problemi fisici di varia natura, per via del fatto che la nascita anticipata non ha permesso lo sviluppo completo e definitivo di molti organi essenziali. L’apparato che maggiormente risente della prematurità è senza dubbio quello respiratorio, che giunge a completa maturazione attorno alle 34-35 settimane, momento in cui viene prodotto il surfattante, che permette al piccolo di espandere appieno i polmoni e di respirare normalmente.
Con un parto che avviene prima di tale periodo, il neonato necessita di essere aiutato da un ventilatore artificiale, o, laddove necessario, che gli venga somministrato del surfattante artificiale in trachea, in modo da far partire la dilatazione polmonare.

Anche il sistema immunitario può presentare deficienze in seguito alla nascita pretermine, perciò occorre prestare attenzione doppia a germi che, se innocui su qualcun altro, su un neonato prematuro potrebbero dar luogo a infezioni. Ecco perché i contatti sui bambini prematuri vengono ridotti al minimo indispensabile, con l’uso di guanti, e perché i piccoli vengono tenuti in un luogo sterile e asciutto come l’incubatrice.

Problemi cardiocircolatori e di pressione bassa diventano più frequenti maggiore è il livello di prematurità, tanto da dover essere contrastati con farmaci specifici che aiutano il cuore a pompare e la pressione a risalire, così da scongiurare danni neurologici dovuti alla mancata ossigenazione del cervello che tuttavia, purtroppo, si presentano ancora circa nel 4% dei bambini prematuri.

I progressi compiuti nel campo della scienza medica pediatrica, tuttavia, sono stati nel tempo davvero notevoli, tanto che oggi dei neonati sotto il kilogrammo sopravvive il 70%, di quelli che pesano 1,5 kg il 90%, mentre quelli sopra 1,5 kg hanno praticamente il 100% di possibilità di sopravvivenza.

Il bambino prematuro viene solitamente posto nell’incubatrice, che garantisce l’ambiente termico ideale (circa 36-37 gradi) utile a ricreare l’ambiente dell’utero materno. La permanenza nell’incubatrice dipende soprattutto dal peso del piccolo ma, in generale, si può affermare che una volta superato 1,6-1,8 kg i medici lo dichiarano pronto a lasciare il suo “nido artificiale”.

Qualora il bimbo stia ancora nell’incubatrice ma non abbia bisogno del respiratore artificiale, si può adottare la tecnica della marsupioterapia, che consiste nel portarlo dalla mamma, avvolto in una coperta, tenendolo a contatto con la sua pelle, in modo da ristabilire il contatto interrotto bruscamente dalla nascita avvenuta troppo presto. In più questo semplice gesto è importantissimo per ripristinare la giusta stabilità del sistema cardiocircolatorio del neonato, che riconosce l’odore della sua mamma e ne è perciò tranquillizzato.

Rimane comunque importantissimo sottolineare che il parto prematuro va eseguito in un centro di III livello, in cui sia presente un reparto di TIN all’avanguardia e dove l’assistenza a mamma e bambino sia fornita nella maniera più opportuna.

I bambini prematuri che hanno avuto problemi di natura respiratorio alla nascita possono effettivamente essere più esposti a problemi di salute, soprattutto a infezioni respiratorie, anche banali, nei primi due anni di vita. Questo dipende dal fatto che il polmone ha dovuto svilupparsi in un ambiente “artificiale” oppure che, se nato molto piccolo, il bambino non ha avuto il tempo di sviluppare tutti i rami polmonari, che non si formeranno mai.

Dopo i due anni, però, normalmente tutti i bambini prematuri si mettono al passo con i coetanei, vivendo una vita piena e assolutamente tranquilla, caratterizzata dai malanni “classici” che ogni bambino può avere, ma senza alcuna probabilità in più di sviluppare patologie gravi rispetto agli altri nati al termine delle 40 settimane.

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