Oggi parliamo di un argomento che negli ultimi anni ha scatenato sempre grandi dibattiti: il cosiddetto “bonus mamme” o “bonus bebè”. Ci sono Comuni che l’hanno tolto, altri che l’hanno reinserito, alcuni che richiedono parametri molto severi per accedervi… Insomma, un ginepraio. Ma in mezzo a tutta questa bagarre spicca una buona notizia. Anzi, ci permettiamo di definirla ottima: un bonus per le nuove mamme – nell’intento di incentivare le nascite – tarato sul reddito ma a maglie più larghe, senza escludere cioè le madri con un reddito “normale” o pressoché tale.

La lieta novella arriva dal Comune di Milano: a Palazzo Marino, fatti due conti e controllata qualche statistica, si è visto che – come in fin dei conti accade nel resto d’Italia – tra disoccupazione, precariato, lavoro in nero e contrattini che lasciano il tempo che trovano, costruirsi una famiglia resta spesso un sogno ingiustamente chiuso a doppia mandata nel cassetto. E non parliamo tanto, non solo, di famiglie in serie difficoltà economiche, ma anche di quelle di noi che un lavoro, bene o male, ce l’hanno. Magari un contratto a progetto o simile, che ci dà quei 1.000/1.200 euro al mese che però tra affitto, bollette e una pizza due volte l’anno consentono di andare davvero poco lontano. Da lì, la decisione di rivedere il bonus e investire qualcosa in più.

Il contributo, anzitutto, potrà essere richiesto a partire dal quarto mese di gravidanza e sino al compimento del primo anno del bimbo. Quanto alla pecunia, perché anche senza essere venali è questo che alle mamme interessa per crescere nel miglior modo possibile i loro cuccioli, a seconda del livello di reddito il bonus andrà dai 500 ai 1.500 euro una tantum e potrà essere impiegato per diversi servizi: baby sitter, visite mediche o alimenti di prima necessità. Insomma, tutto ciò che è indispensabile quando si lavora e si è mamme di un neonato. Per ora c’è solo una bozza con le linee generali: i particolari verranno indicati per filo e per segno nella relativa delibera che l’amministrazione Pisapia si prepara a emanare.

L’amministrazione meneghina ha stanziato per la fase iniziale, che dovrebbe partire già quest’anno, 2 milioni di euro a beneficio, si stima, di 2mila nuove famiglie. E stiamo parlando di ogni tipo di famiglia: madri sole, coppie sposate o coppie di fatto sia eterosessuali che omosessuali. Insomma, una bella novità, oltre che una bella notizia, probabilmente un primato a livello nazionale. Tanto che il progetto godrà di una presentazione in pompa magna durante il Forum delle Politiche Sociali che inizierà proprio domani.

Il contributo si prefissa (almeno) un duplice obiettivo: intervenire a sostegno delle difficoltà economiche da un lato e contrastare il drastico calo delle nascite dall’altro, aiutando chi vuole essere genitore a diventarlo effettivamente.

Parallelamente, sempre nel Comune di Milano, partirà un ulteriore strumento a sostegno di 1.500 famiglie, stavolta in grave difficoltà economiche e seguite dai Servizi Sociali: un investimento di 750mila euro per erogare buoni spesa in una rete di punti vendita convenzionati. Oltre poi alla conferma del bando per l’affitto delle giovani coppie, da palazzo Marino annunciano anche la possibilità – che sarebbe invero di competenza della Regione – di creare nuovi consultori.

Che ne dite, amiche milanesi?

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