I social network hanno preso il sopravvento. Sono diventati ormai parte integrante della nostra vita; sarà perché ci piace l’idea di condividere le nostre giornate con amici e parenti, soprattutto se lontani.

Oggi vogliamo trattare un argomento parecchio diffuso (a volte anche criticato), che vede protagonista le mamme e i loro bambini. Ci sono donne che preferiscono evitare di postare le foto dei loro bimbi sul web per questione di privacy (anche se alcune lo fanno solo durante i primi tempi). E poi ci sono quelle più espansive, che non si fanno problemi a mostrare in rete i loro “cuccioli” ma che, a volte, si lasciano prendere un po’ troppo la mano.

Per fare un esempio abbastanza comune, ci sono donne che creano contatti social ai loro bambini appena nati, tipo la fashion blogger Eleonora Brunacci, moglie del bellissimo Mariano Di Vaio che, per sponsorizzare gli abiti del suo piccolo Nathan Leone, gli ha creato un account Instagram. Ma in questo caso il viso del piccolo non viene esposto e l’account è a scopo pubblicitario, quindi è un altro paio di maniche.

Vogliamo parlarvi proprio di quelle donne che, forse perché prese dall’euforia e dall’emozione, condividono più foto dei loro bambini nell’arco di una sola giornata, in particolare su Facebook. All’apparenza non c’è nulla di male e noi siamo per il libero arbitrio, ma secondo quanto rivela una ricerca, le mamme che postano le foto dei loro figli sui social sono le più insicure.

Lo studio è stato realizzato da Sarah Schoppe-Sullivan, professoressa di psicologia e scienze umane dell’Università dell’Ohio che, dopo aver visto una serie di sue amiche neomamme pubblicare in continuazione le foto dei loro bambini sui social network, ha voluto approfondire la questione cercando di capire se questo influenzasse in qualche modo il loro ruolo di madre (cercando conferme da terzi) e se, eventualmente, potessero presentare sintomi depressivi.

Secondo la ricerca, le neomamme (in particolare) utilizzano Facebook in base a dei comportamenti che si allineano con la loro identità materna per soddisfare le aspettative più ampie della società. Dato che l’uso di Facebook può minare al benessere, è importante capire la maniera in cui il social network viene utilizzato dalle neomamme durante i primi mesi, che sono quelli più stressanti.

I ricercatori hanno analizzato gli account Facebook di 127 neomamme del Midwest (USA) affrontando due questioni chiave: c’è un legame psicologico tra le neomamme e l’utilizzo di Facebook? Ci sono sintomi depressivi che possono essere legati all’utilizzo che fanno del social network? I risultati hanno rivelato che le donne più interessate al parere esterno sul loro ruolo di madre sono quelle che postano più frequentemente le foto dei loro figli su Facebook. Inoltre, le madri che rientrano in questa categoria sono allo stesso tempo quelle che tendono a cambiare la loro immagine del profilo sostituendola con quella dei loro figli.

Purtroppo, i sospetti della docente Sullivan si sono concretizzati, in quanto lo stesso studio ha rivelato che le mamme che cercano sicurezze esterne a causa anche della loro identità materna perfezionista, sono quelle che, indirettamente, sono soggette a sintomi depressivi.

La Sullivan ci tiene comunque a precisare che, questa ricerca, non vuole in alcun modo essere una scusa per giudicare le mamme “molto più social”, mettiamola così. Detto questo, la docente consiglia loro di prendersi una piccola pausa (disattivare le notifiche, pubblicare meno frequentemente o più semplicemente trovare un metodo alternativo per distribuire le foto ad amici e parenti).

Ma a quanto pare la Sullivan non è l’unica a pensarla così. Anche il giornalista Simone Cosimi, in un articolo per Wired, aveva rivelato di aver dovuto “combattere” contro commenti negativi da parte dei genitori dopo aver espresso in un articolo precedente il suo parere al riguardo. Secondo Cosimi, infatti, i genitori mettono al mondo i loro figli, gli aiutano a crescere ma quest’ultimi diventano autonomi, hanno una loro vita e si devono guidare, non “tradire”.

In conclusione, secondo il giornalista, postare in maniera compulsiva le foto dei propri figli non è per aggiornare parenti e amici lontani (tranne in alcuni casi), ma è più un atto di vanità. Si parla, quindi, di sharenting, ovvero di genitori che abusano dei social network non per discutere delle esigenze dei propri figli ma per puro esibizionismo.

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