Diventare una madre single è più coraggioso o più egoista? Ovviamente non parliamo di quelle donne che restano single dopo una rottura e devono occuparsi dei figli nati dalla relazione, ma di chi scientemente sceglie di avere un figlio da sola, facendo ricorso all’adozione o alle tecniche di fecondazione assistita. La protagonista di questa storia viene dal Regno Unito.

Lei, che tiene un blog con lo pseudonimo di Alice Mann, alla soglia dei quarant’anni è giunta alla decisione di volere un figlio da sola; ma non perché sia una di quelle che, dopo aver anteposto al pensiero della famiglia la carriera professionale e il soddisfacimento delle ambizioni, adesso è in cerca di un figlio che le faccia sentire meno la solitudine man mano che l’età avanza. Questo, dopotutto, è generalmente quello che pensano molti di quelli che vedono nella maternità tardiva un gesto puramente egoistico, e che accusano le donne che vogliono fare figli dopo i 40 di aver pensato prima esclusivamente alla propria realizzazione personale, al proprio egocentrismo, e di vedere in un ipotetico figlio solo la soddisfazione di  un capriccio.

Nel caso di Alice, però, qualunque sia il suo vero nome, la scelta di voler diventare una madre single, quarantenne, non trova le sue radici in un capriccio: è una professionista affermata, certo, con un discreto guadagno, una carriera degna di nota, ma lei non è ancora diventata madre non perché prima ha pensato a costruirsi tutto quello che ha, e che si è indubbiamente meritata, ma perché non ha trovato l’elemento fondamentale per essere un genitore: un compagno. Alice, all’età di 36 anni, ha deciso di congelare i suoi ovuli dopo aver rotto con quello che lei credeva poter essere il padre dei suoi figli, per “darsi un po’ di respiro”, come ha spiegato all’Independent  e anche sul suo blog, dove ha trovato la condivisione e la solidarietà di moltissime altre donne con esperienze simili alla sua.

Del resto, anche  uno studio, condotto dall’università di Yale, ha concluso che quello della “egoista donna di carriera” sia in realtà nient’altro che un mito, e che alla base della scelta di ricorrere alla conservazione della fertilità ci sia proprio la carenza di uomini ritenuti adatti. Può  essere una presa di coscienza piuttosto triste, come sottolinea Alice, ma vera.

Lei, ad esempio, ha visto nel congelamento degli ovuli

Un modo per impedirmi di vedere ogni appuntamento come la ricerca di un potenziale padre, un modo per mettere in pausa il panico frenetico che qualsiasi donna single dai 35 anni in su, che vuole un bambino, non può fare a meno di provare.

Tuttavia, la consapevolezza di dover ricorrere a questa tecnica per l’incapacità di trovare un partner adatto le lascia un po’ di amarezza:

Anche se sapevo che non stavamo congelando gli ovociti per fare carriera, allo stesso modo non pensavo che fossimo costrette a farlo a causa di un deficit totale di uomini adatti alla paternità. Pensavo, come molte delle donne con cui ho parlato, di essere semplicemente sfortunata in amore.

Ma, secondo la ricerca, la mia storia è, in linea di massima, la stessa di quasi tutte le donne che hanno fatto la mia scelta: con un alto livello di istruzione, una professione di successo, finanziariamente indipendenti, e single.

Dunque è vero che gli uomini sono intimoriti da una donna con il loro stesso livello di istruzione, il loro stesso guadagno o persino migliore di loro? Secondo Alice la risposta non può che essere una.

Ho una laurea e sì, quando incontro un uomo, ne cerco uno intellettualmente pari a me. Non mi importa dove ha studiato, e nemmeno se è andato all’università, se è in grado di tenere il passo. Ma nella mia esperienza molti uomini sono intimiditi dalla mia formazione.

E mi chiedo se gli uomini altamente istruiti, con posti di lavoro impegnativi, vogliano davvero una partner che sia intellettualmente al loro livello. Un numero deludente dei miei compagni di università si è messo con donne che, sebbene siano adorabili in molti, molti modi, non si avvicinano nemmeno ai loro mariti in termini di ambizione, guadagni e intelletto. È qui che ci ha portati finora il femminismo, sembra.

Il fatto che si aggiunge alla paura nei confronti di una donna “alla pari”, però, sostiene Alice, è che gli uomini non siano neppure sottoposti al famigerato orologio biologico, mentre le donne hanno una sorta di “termine di scadenza” per diventare madri. Ecco perché, dopo quattro anni di conservazione e tre cicli di congelamento, che hanno portato a 14 ovociti e a una spesa di circa 14 mila sterline, Alice ha deciso di scongelare i suoi ovociti per sottoporsi alla fecondazione in vitro con spermatozoi di un donatore, per diventare una madre single.

 Questo non era quello che volevo  per me, o per il mio bambino ipotetico –  sottolinea – ma come donna istruita, di successo e finanziariamente indipendente, a malincuore devo prendere in mano la situazione. Proprio come ho fatto quando ho congelato i miei ovociti.

Non posso assolutamente escludere la prospettiva di una relazione in futuro, ma a 40 anni ho il resto della mia vita per diventare una fidanzata o una moglie, ma non vale lo stesso se voglio diventare madre.

Allora in bocca al lupo Alice, che il tuo sogno (anzi, entrambi i tuoi sogni) possano finalmente realizzarsi.

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