292esimo giorno di gravidanza

Ho riflettuto a lungo sull’opportunità di scrivere o meno questo articolo.
Non volevo, soprattutto, portare a chi legge la sensazione di profonda ansia che provo o, meglio, ho provato in questi ultimi giorni.
Poi mi sono detta: “al diavolo, Monica! (Cioè, non ho detto esattamente così, ma a noi non piacciono le persone volgari, giusto?) Non è mica colpa tua se in questa storia c’è anche questo capitolo!”
E così, eccomi qua. 10 giorni dopo il termine, senza alcun sintomo di parto imminente e a meno di 24 ore dall’induzione al parto.
Domattina alle 8 mi ricovereranno in ospedale e mi aiuteranno a far venire al mondo la piccola Arianna, che da parte sua sembra stare benissimo dov’è.
Ovviamente nell’ultima settimana abbiamo provato di tutto:
Mercoledì, all’ultimo controllo, la Dottoressa Cicogna, la ginecologa che ha fato nascere entrambi i miei super nipotini, mi ha fatto una manovra che passa sotto il nome di “scollamento manuale delle membrane”…posso permettermi di dire che non è affatto gradevole, ma neanche terribile sinceramente, solo che me l’ha fatto così, alla muta, come si dice dalle mie parti “fra il lusco e il brusco”, ovvero senza avvisarmi.
E io ci sono rimasta malissimo!
Poi è venuta l’ostetrica Blondie che mi ha detto:
” non c’è problema! Ti bevi 100 ml di olio di ricino diluito col succo di frutta e vedrai che parte tutto!”
Bene, io sono arrivata a casa e mi sono versata questo bicchiere di olio di ricino. La consistenza della chiara d’uovo.
-ookay- ho pensato -adesso lo allungo con il succo d’arancia-
Verso dentro il succo e ottengo un meraviglioso effetto lava lamp.
Eh, già! L’olio non si mischia con l’acqua!
Bene, attimo di coraggio e -bam- tutto giù all’alpina!
Non vi racconto come ho passato le successive ore, ma lo immaginate, vero?
Pulita dento e bella fuori, dice lo spot, quindi io ora sono bella, ma bella che acceco.
Comunque, nessuna delle due cose ha funzionato.
Sono rimasta l’ultima del mio corso preparto col pancione.
Crisi nera.
Crisi nera perché mi sento “fallata”, dato che il mio corpo non sembra in grado di porare a termine il lavoro iniziato, ma soprattutto crisi nera perché fin dall’inizio la mia paura più grande era proprio quella dell’induzione.
L’ostetrica Blondie mi ha aiutata ad accettare la cosa, spiegandomi che sarà un’induzione “dolce” a base di prostaglandine (significa che verrà stimolato un parto naturale, senza usare violenze chimiche al mio corpo) e che ci prenderemo tutto il tempo necessario.
L’unica seccatura resterà il fatto di dover affrontare tutto il procedimento in ospedale, invece che nella privacy e nella tranquillità di casa mia, dove avrei voluto rimanere per il maggior tempo possibile.
Comunque, dopo manovre, olio di ricino, 1 km di camminata al giorno e 5 piani di scale a ripetizione, mi sono messa il cuore in pace e accetto volentieri l’aiuto.
Finalmente mi sento di poterlo accettare.
Ora devo solo convincere mio marito che non morirò di parto. La cosa sembra preoccuparlo oltremodo e io mi trovo a parlarne un po’ più spesso di quanto vorrei.
Comunque…a domani!

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