Ogni madre educa i propri figli come reputa più giusto e opportuno. Questa madre, ad esempio, non ha problemi a mostrare le sue nudità ai suoi figli. Il suo punto di vista (per molti giusto, per altri sbagliato) ci è sembrato parecchio interessante, perciò abbiamo deciso di tradurre la sua dichiarazione che abbiamo trovato su Redbookmag.

“Difficilmente sono esibizionista. Non mi troverete mai prendere il sole in topless su una spiaggia della Costa Azzurra. Non mi aggiro nuda attorno agli spogliatoi di una piscina. Se mi trovassi nuda in una sauna, immagino che mi sentirei più come Charlotte Yorke che come Samantha Jones di Sex and The City.

Ma non mi vergogno del mio corpo, motivo per il quale lascio che i miei figli mi vedano nuda. Inizialmente, non è stata una decisione consapevole. Già dal primo giorno i miei bambini adoravano il contatto pelle su pelle. Entrambi sono stati allattati al seno (mio figlio per sei mesi, mia figlia per poco più di un anno). Forse il fatto di allattare mi ha fatto avere un atteggiamento più disinvolto verso la nudità. Non è una cosa positiva per i bambini di tutte le età vedere le loro madri utilizzare i loro seni per il loro reale scopo? Sicuramente non voglio che miei figli, una volta adulti, fissino una donna mentre allatta il suo bambino in pubblico.

Nell’arco di quattro anni, mi sono abituata a due piccoli che chiedevano il diritto di proprietà sul mio corpo. C’erano anche delle considerazioni pratiche, ancor di più quando sono diventata single. È molto difficile argomentare contro la politica della porta aperta quando si è a casa da soli con due bambini piccoli. Ogni volta che volevo usare il bagno o fare la doccia, dovevo dimenticare ogni diritto alla privacy. In effetti, fino a quando i miei figli non sono diventati troppo alti e stavamo ancora comodi, i bagni in comune erano un evento normale. Più facile, più veloce e, diciamolo, anche più divertente.

Stare nuda davanti ai miei figli non fa parte della mia cultura, non ho mai visto i miei genitori nudi. Non abbiamo neanche mai parlato dei nostri corpi, a meno che non sorgesse qualche problema. Non ho mai saputo nulla di seno, di peli del corpo o di genitali fino a quando ho capito tutto da sola. Sono sicura di non essere l’unica della classe. Voglio che i miei figli parlino con me dei corpi, di ogni tipo di corpo. Voglio che mi chiedano delle mie smagliature sulle cosce e del rigonfiamento sopra la mia cicatrice del taglio cesareo. Voglio che sappiano che va bene quando le donne hanno i peli sulle altre parti del corpo oltre che sulla testa e che i filtri dei social media non esistono nella vita reale. E soprattutto, voglio che vengano da me per farsi consigliare, farsi istruire e farsi rassicurare sullo sviluppo del loro corpo. Non voglio che imparino a vergognarsi del loro corpo e della loro sessualità, perché sono cresciuti con un genitore che ha sempre nascosto il suo corpo. Voglio che i miei figli mi parlino dei loro corpi. Di tutti i corpi.

Non m’interessano gli altri genitori che teorizzano che i figli che li vedono nudi oltre una certa età sono poi più propensi ad avere atteggiamenti permissivi sul sesso. Inoltre, uno studio condotto su questo tema specifico (ovvero sui bambini che vedono “scene primarie”) ha dato risultati incerti. I risultati hanno suggerito che le bambine esposte alle “scene primarie” prima dei sei anni hanno un alto rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili o di rimanere incinte da adolescenti; i maschietti un rischio inferiore. Ma a me non importano queste ricerche, conosco i miei figli più di chiunque altro. Quando avrò la sensazione che uno di loro si sentirà in imbarazzo nel vedermi nuda, me ne occuperò. Se usciranno allo scoperto e mi diranno che non vorranno vedermi nuda, non accadrà di nuovo. Nel corso degli ultimi sei mesi, mio figlio di 9 anni è diventato più modesto sul suo corpo, ma è lui a posarsi di sua spontanea volontà sul water mentre io sono nella vasca da bagno e a parlare senza imbarazzo di tutto ciò che gli passa per la mente. Mia figlia di 6 anni ama ancora la sua routine post-bagno nel danzare in giro per casa nuda come dal giorno in cui è nata. Non è come guardare la TV o cenare nudi, ma nel contesto in cui si va al bagno insieme e ci si veste, la nudità in famiglia è comoda per noi e, per me, è la chiave.

Ho una stampa incorniciata dell’artista austriaco Gustav Klimt “Nuda Veritas” sul muro del bagno. La prima volta che mia figlia ha commentato la foto, non aveva domande sui seni nudi della dona messa in posizione frontale o sui suoi rossi peli pubici. Dopo aver fissato l’immagine per qualche secondo, mi ha chiesto: “perché la signora ha un lecca-lecca in mano”? Non è rimasta sconvolta dalla nudità. Non pensava che fosse strano avere la foto di una donna nuda (che tra l’altro ha in mano uno specchio e non un lecca-lecca) sul muro. E lei non pensa che sia strano vedere il mio seno o i miei peli pubici.

Sul quadro, in cima c’è scritto: “se non puoi accontentare tutti con le tue azioni e la tua arte, dovresti soddisfarne pochi. Accontentare troppe persone è pericoloso.” Non sono sicura che Klimt avesse in mente le decisioni dei genitori quando scrisse questo però accetto il suo invito ad esaminarmi, come donna e come madre. Fino a quando le mie azioni soddisfano i miei figli, non potrebbe interessarmi di meno di accontentare nessun altro”.

Tratto da Redbookmag.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!