La Rottura delle Acque: il Momento che Segna l'Avvicinamento al Parto

Quello della rottura delle acque è il più chiaro segnale di avvicinamento al parto. Ma cos'è esattamente a rompersi in questo momento? E ci sono elementi da valutare per capire se tutto sta procedendo per il meglio? Ecco tutto quello che vale la pena di sapere su questo particolare momento che precede l'inizio del travaglio!

Quando si avvicina la data del parto ogni futura mamma presta attenzione a tutti i minimi particolari che possono farle capire che il momento è arrivato; ecco allora che tutti i movimenti, le contrazioni anche più piccole ed ogni segnale del nostro corpo vengono monitorati nel tentativo di interpretarli come possibili sintomi del raggiungimento della fatidica entrata nel travaglio. Ma se c’è un vero, chiaro segnale di avvicinamento al parto questo è rappresentato senza alcun dubbio dalla rottura delle acque.

Con questa espressione si intende la vera e propria rottura del sacco amniotico, che fino a quel momento proteggeva il feto al suo interno, con conseguente fuoriuscita di un liquido sieroso composto parzialmente da frammenti di vernice caseosa del bambino.

Spesso la perdita di liquidi può venire scambiata per piccole perdite involontarie di urina, ma un esame accurato dell’odore, del colore e della frequenza evidenzia inequivocabilmente che quello che sta accadendo è appunto la rottura delle acque, il segno più concreto che stabilisce che il momento del travaglio sta per iniziare.

I sintomi più evidenti a cui la gestante può fare riferimento sono proprio quelle perdite, che possono manifestarsi anche in forma minima per diversi giorni, oppure essere avvertite come una sensazione di bagnato sugli slip. Occorre tener presente che il colore del liquido amniotico è un importantissimo indicatore dello stato di salute del bambino: se pulito ed incolore, infatti, la futura mamma può stare tranquilla, poiché significa che il piccolo è in ottime condizioni; qualora invece il liquido sia macchiato di verde è necessario raggiungere il prima possibile l’ospedale, perché questo è un segnale evidente della presenza di meconio, ovvero delle prime feci del piccolo, che potrebbero indicare una possibile sofferenza fetale.

Solitamente la rottura delle acque determina l’inizio del travaglio e quindi l’approssimarsi del parto, eppure non sempre questi momenti coincidono: esiste infatti anche la possibilità di una rottura delle acque prematura, ovvero che accade prima del travaglio.

Rottura delle acque prematura

rottura delle acque prematura
Fonte: Web

Non è raro che le acque si rompano in maniera prematura, ovvero prima dell’inizio del travaglio; in questo caso, la rottura si verifica senza contrazioni, che restano l’indicatore principale di avvicinamento al momento del parto, e la donna deve immediatamente recarsi in ospedale, dove verrà ricoverata: il ricovero è indispensabile perché garantisce la salvaguardia della sterilità dell’ambiente uterino, prima protetto dalle membrane amniotiche ma che ora, con la loro rottura precoce, potrebbero esporre la cavità amniotica alla colonizzazione da parte di microrganismi patogeni responsabili di possibili infezioni.

In ospedale, laddove siano presenti fattori di rischio, come la possibilità di un parto prematuro, o la presenza di Streptococco beta-emolitico di gruppo B a livello vaginale, rettale o urinario, la terapia antibiotica viene iniziata immediatamente, per preparare l’induzione al parto qualora il travaglio non si sia ancora avviato spontaneamente, mentre in caso contrario si possono aspettare anche 18 ore prima di cominciarla.

Mediamente solo a 15 donne su 100 le acque si rompono in maniera prematura e senza contrazioni, perché nella gran parte dei casi la rottura avviene quando la dilatazione è ormai quasi completa. Se questo non si verifica, le membrane possono essere rotte volontariamente (aminorexi) dall’ostetrica oppure dal ginecologo stesso, mediante un piccolo strumento in plastica che viene introdotto nella vagina e, in modo del tutto indolore, accelera la rottura e conseguentemente i tempi della nascita.

In questo modo, infatti, la testa del bambino lentamente scende appoggiandosi all’ingresso del canale del parto, ed esercitando una maggiore pressione sul collo dell’utero fino ad agevolare la comparsa delle contrazioni.

Dalla rottura delle acque al parto

dalla rottura delle acque al parto
Fonte: Web

Ci siamo, le acque si sono rotte e il momento in cui conoscerete il piccolo che per nove lunghi mesi avete portato in grembo, sognato e sentito vivere dentro di noi, si sta avvicinando. Cosa fare dopo la rottura delle acque fino al momento fatidico del parto?

Prima di tutto è importantissimo che non vi facciate prendere dal panico, ma manteniate la calma e vi sediate, telefonando poi subito all’ostetrica per ricevere il giusto supporto; dopodiché potete raggiungere l’ospedale, ma non è necessario correre se il liquido è incolore e non indica la presenza di meconio o di sangue: una volta arrivate, inizierà il monitoraggio della frequenza cardiaca del bambino, e da lì non resta altro che armarsi di pazienza ed aspettare; il vostro viaggio verso la trasformazione in mamme è ufficialmente iniziato.

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