"Solo una mamma": storie di madri che crescono i figli da sole

Venti storie di madri coraggiose che hanno cresciuto i figli da sole tra mille difficoltà: è "Solo una mamma", il nuovo format di Rete4. Scopriamo le prime tre di loro attraverso le loro testimonianze toccanti, tra abbandoni, mariti violenti e figli con disabilità da crescere in completa solitudine.

Si chiama “Solo una mamma” il nuovo programma di Rete4, in onda con cadenza settimanale alle 15:30 subito dopo “Lo sportello di Forum”; ideato da Peppe Toia della Map To The Stars, che ne è anche il regista, “Solo una mamma” racconterà le storie di 20 madri che hanno dovuto crescere da sole i propri figli, in mezzo a difficoltà economiche, a problemi familiari e anche scontrandosi, talvolta, con realtà davvero terribili: alcune di loro si sono infatti ritrovate vittime di violenza domestica e di abusi fisici e psicologici, altre hanno dovuto lottare contro le istituzioni per affermare i propri diritti di madre e per garantire una vita serena e felice ai figli. Narrato come un  vero e proprio video-diario dalla voce diretta dei protagonisti, mamme e figli, ogni episodio sorprende per la capacità di queste donne di reagire alle avversità e di rispondere in maniera positiva a tutto ciò che di negativo hanno dovuto e spesso continuano a subire. In effetti, come spiega lo stesso Peppe Toia, l’intento del programma era proprio quello, ovvero

… mostrare che le famiglie non sono solo quelle tradizionali, ma anche quelle monoparentali, dove le donne combattono ogni giorno contro mille difficoltà, da quelle economiche a quelle sociali, riuscendo a crescere persone valide, serene e oneste.

Prodotto da Bruno Frustaci e Alessandro Carpigo della Sunshine Production, il format farà entrare gli spettatori di Rete4 nella realtà quotidiana di queste famiglie “speciali” in cui, comunque, l’amore e la devozione per i figli sono sempre stati il motore per andare avanti, oltre le difficoltà. Noi abbiamo raccolto le prime tre storie di donne e mamme straordinarie raccontate nel programma.

1. Paola

Fonte: videomediaset

Nella puntata dell’8 marzo, in occasione della festa della donna, è andata in onda la storia di Paola.

Mamme ci si nasce, ma LA mamma ci si diventa.

Con queste parole Paola esordisce nel suo racconto; lei che ha conosciuto l’amore della sua vita al mare, ad appena 15 anni, che si è sposata dopo circa 14 anni di fidanzamento con quell’uomo sempre allegro, sempre pieno di vitalità, quello per cui provava un sentimento folle, intenso, che la completava. La prima volta che è rimasta incinta, racconta, si sentiva invincibile, e dopo cinque anni, alla seconda gravidanza, Mattia, il primogenito, volle accompagnarla a fare la seconda ecografia, perché desiderava tanto avere un fratellino, e lei era contenta all’idea che avrebbe regalato a suo figlio non un compagno di giochi, ma un compagno per la vita.

Purtroppo, però, Filippo nasce con una grave disabilità: i medici dicono che avrebbe rischiato di morire fino all’anno e mezzo di vita, che non avrebbe mai parlato, che avrebbe “corso come un orso“.

Con Filippo è nata la mia più grande lezione di vita.

Paola non dice nulla a nessuno delle condizioni reali del bambino, neppure al marito, tenuto all’oscuro per troppo tempo, fatto che a distanza di anni ha lasciato in lei un profondo senso di colpa. Lui, dal canto suo, prova ad accettare quel figlio “diverso”, ma Paola capisce che in realtà non ci riuscirà mai soprattutto quando un pomeriggio, al parco, osservando un bambino giocare, dice:

Non è giusto che a chi vuole un figlio venga dato disabile mentre chi non lo vuole abbia un figlio sano.

Paola e il marito, lei dice, si sono persi, non sono riusciti ad andare oltre insieme. Gli investimenti sbagliati di lui, la perdita di tutto a causa proprio di quei soldi investiti male, fino all’infarto, che le ha portato via il padre dei suoi figli, lasciandola completamente sola, costretta a dividersi tra la casa e le terapie per Filippo, a lasciare che Mattia crescesse da solo, e pensasse a fare al fratello quel che non poteva fare lei, ovvero a coccolarlo, a dargli il ciuccio, ad abbracciarlo.

Ti prepari a far crescere un figlio – dice Paola – ma sai che per il mondo la sua vita sarà sempre diversa. Che lui non potrà mai avere la sua vita, conoscere un amore, che lui non potrà mai stare solo, e che dipenderà sempre da te. E sai che quando tu non ci sarai più, lui si troverà da solo.

Fonte: videomediaset

Ma Mattia, il primogenito di Paola, è orgoglioso della sua mamma coraggiosa, e le assicura che non abbandonerà mai né lei né il fratello.

2. Rosalia

Fonte: videomediaset

Mamma orgogliosa di Maria Elena e Carlotta, Rosalia porta con se incredibili sensi di colpa, a partire da quando le sue figlie erano appena bambine; lei, che non aveva mai conosciuto l’amore di una vera famiglia, si è sentita incapace di darlo a sua volta a loro.

Mio padre è andato via di casa 15 giorni prima che nascessi- dice- e mia madre aveva già un figlio, non si è sentita di occuparsi anche di me.

Nonostante tutto l’infanzia di Rosalia trascorre serena grazie soprattutto alla nonna, finché a una sfilata di moda non conosce il ragazzo che diventerà il padre delle sue figlie.

Come ho ballato fra le sue braccia non ho mai più ballato con nessuno in vita mia.

Il desiderio di farsi una famiglia è tanto che i due si sposano, ma il giorno del matrimonio Rosalia piange, divisa tra la gioia per le nozze e la tristezza di non avere un padre ad accompagnarla all’altare, un padre che si è perso e si sta perdendo tutto della sua vita. Il suo pensiero non l’ha mai abbandonata.

La prima gravidanza scorre serena per Rosalia e il marito, ma durante la seconda inizia la crisi, dovuta a una terza persona.

Ho sempre saputo che non sarebbe rimasto tutta la vita con me, era uno spirito libero, aspettavo solo il momento in cui l’altra gli avrebbe chiesto di lasciarci.

Un conto, però, è pensare al momento, un altro è viverlo. Il marito di Rosalia se ne va di casa la sera di San Valentino, e lei, tormentata nel letto e disperata per quell’ennesimo abbandono, pensa immediatamente a come potrà dirlo alle sue bambine, come potrà spiegare loro che papà non vive più sotto lo stesso tetto. Soprattutto, Rosalia deve chiedere aiuto a sua madre per sopravvivere, e lei le offre la cosa minima, un tetto sotto cui stare, ma più di tutto si rende conto in quel momento di una cosa: di dover fare conto solo sulle proprie forze.

Un giorno arriva una telefonata che le cambia la vita; diretta a sua madre, è lei che risponde alla cornetta, all’altro capo trova suo padre. Si mettono d’accordo per incontrarsi alla stazione, Rosalia è decisa a non abbracciarlo, a non chiamarlo “papà”, ma quando lo vede mette da parte i buoni propositi, ogni pensiero, la rabbia, il livore, tutto sparisce, e lei si scioglie in una stretta che desiderava da tutta la vita.

In quel momento è cominciata la mia fortuna – spiega Rosalia – lo stesso giorno mi hanno assunta a tempo indeterminato in una grossa società. Lavoravo tutto il giorno, spesso rientravo a casa la sera tardi, e questo ha tolto tempo alle mie figlie. Non sono stata una buona madre in quel periodo. Non ricordo quando Carlotta ha camminato, perché non c’ero. Non so come stava Maria Elena rientrata da scuola, perché ero sempre al lavoro. Solo quando Maria Elena ha compiuto 18 anni, sono riuscita a organizzarle una bella festa in un locale, e lei avvicinandomi mi ha detto “Grazie”. Lì ho capito di aver fatto qualcosa di buono.

Fonte: videomediaset

E proprio Maria Elena non pensa alle mancanze affettive della madre, ma la ringrazia fra le lacrime per tutti i sacrifici fatti:

Sei riuscita a comprare una casa, a farmi sposare. Ti ringrazio per tutto.

3. Carmen

Fonte: videomediaset

Carmen si trasferisce dalla Sicilia a Roma, come molte ragazze, e si divide tra studio e lavoro quando conosce l’uomo che diventerà il padre dei suoi figli. Premuroso e gentile all’inizio, dopo qualche tempo, come purtroppo spesso accade, diventa autoritario e le fa un vero e proprio lavaggio del cervello: le dice che non deve più studiare, e lei si annulla totalmente per lui convinta che quello fosse l’unico modo possibile di amare. Resta incinta in seguito a una vera e propria violenza sessuale, e all’inizio lei rifiuta quella gravidanza, come pure il marito, che non è presente all’ospedale neppure nel momento del parto.

Ma vedere Kevin per la prima volta, vedere i suoi occhioni, mi ha fatto dimenticare il dolore per quel concepimento brusco.

Geloso del figlio, il marito dopo due mesi dalla nascita del primogenito diventa violento, la picchia, arriva a prendere una tanica di benzina minacciando di darle fuoco in seguito al sopraggiungere dei Carabinieri, allertati dai vicini per le urla del bambino e di Carmen. Lei accetta di non denunciare quell’uomo violento per paura che lui le portasse via il figlio, ma tenta di scappare; lui la ritrova, la riporta a casa e, per non farle più venire l’idea di una fuga, la mette incinta una seconda volta. Quando nasce David, Carmen vive praticamente sola con i figli, lui sta fuori casa di tutto il giorno, rientra tardi; eppure, quando  i tre fingono di dormire per non doverlo incontrare al suo rientro a casa, spesso ubriaco, è proprio l’uomo a svegliarli tutti, perché, racconta la donna

Mi doveva trattare male davanti ai figli.

Tanto che Kevin, il maggiore, inizia a dormire con un coltello o con un paio di forbici sotto il cuscino. Una volta il marito arriva persino a mettere un fucile in mano al figlio, puntandolo verso la madre, dicendogli: “Spara, tanto quella è inutile“.

Carmen resta incinta per la terza volta, di Thomas, e deve resistere alle pressioni del marito che vuole spingerla ad abortire, perché quel bambino lui non lo desidera affatto. Dopo aver partorito, la donna inizia a progettare la sua fuga assieme ai figli: allerta i genitori, che le dicono di tornare in Sicilia, un mese prima della partenza inizia di sottecchi a riunire le sue cose negli scatoloni, che poi spedisce giù.

Ho detto che andavo a fare una visita a Thomas – spiega raccontando di quando è fuggita – invece sono arrivata a Fiumicino, ho parcheggiato la macchina e ho preso l’aereo per tornare giù.

Fonte: videomediaset

Non sarai mai da sola, mamma – giura Kevin, il primogenito, davanti alle telecamere di “Solo una mamma” – io e i miei fratelli saremo sempre qui per te, per proteggerti, per difenderti.

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