Tiralatte: quando serve e quale scegliere

Anche se non sempre, il tiralatte può talvolta rivelarsi un aiuto prezioso per tutte le mamme che hanno difficoltà con l'allattamento al seno o non sempre possono allattare naturalmente il proprio bambino. Come orientarsi nella scelta tra i vari modelli proviamo a spiegarvelo noi.

Anche se è oramai risaputo che l’allattamento al seno sia sempre l’opzione da preferire, esistono situazioni in cui non si può, per ragioni diverse, nutrire il proprio bambino naturalmente. Se, ad esempio, la suzione del neonato non è sufficiente (può capitare nei casi in cui il piccolo sia nato prematuramente o abbia una determinata patologia post-natale che gli impedisce di nutrirsi al seno materno), oppure la mamma ha terminato il proprio periodo di maternità e deve rientrare al lavoro, allontanandosi perciò per alcune ore dal figlio, può essere utile fare affidamento al tiralatte. In ogni caso, tuttavia, è sempre preferibile aspettare che siano passati 40 giorni dalla nascita, periodo in cui l’allattamento si è oramai ben avviato e non esistono rischi di “interferenze”.

Altro motivo per cui potrebbe rendersi utile l’utilizzo di un tiralatte è nei casi di capezzoli rientranti, anche se in questa circostanza il problema appare in realtà fittizio: il capezzolo, infatti, generalmente esce quando si attacca il bambino al seno per allattarlo, e comunque la particolarità viene rilevata già durante la gravidanza, tanto che per favorire la sporgenza si può ricorrere ad una siringa da 10 o 20 ml, con cui si aspira il capezzolo (naturalmente tagliando la parte dove si inserisce di solito l’ago ed inserendo lo stantuffo al contrario).

In commercio esistono attualmente due diversi tipi di tiralatte, entrambi con caratteristiche proprie ma anche simili. Come orientarsi, dunque, per scegliere il migliore, o perlomeno quello che risponda meglio alle proprie esigenze?

Come scegliere il tiralatte migliore

tiralatte elettrico e manuale
Fonte: Web

Benché il funzionamento rimanga pressoché lo stesso, ciascuna mamma può scegliere il tiralatte che meglio si adatta alle proprie esigenze personali, soprattutto facendo riferimento, ad esempio, alla frequenza con cui crede di usarlo.

Vediamo quali sono le principali differenze tra i due tipi di tiralatte in commercio:

  • Tiralatte manuale: Nonostante siano molto maneggevoli, possono essere indicati per un uso saltuario, dato che l’aspirazione è piuttosto lenta. Le tipologie disponibili sono due: a siringa, da appoggiare direttamente sul seno, oppure a stantuffo, che prevede una campana anatomicamente aderente al seno ed una maniglia per reggerlo. Esistono anche modelli a pompetta, simili allo sfigmomanometro con cui si misura le pressione sanguigna, ma con questi ultimi è decisamente difficile regolare l’aspirazione, quindi in generale sono sconsigliati. Il tiralatte manuale rimane comunque utile nei casi in cui non si abbiano particolari problemi di allattamento al seno e si possa perciò permettersi di tirarlo solo di rado, oppure se il bambino non tira a sufficienza, rischiando di far venire un ingorgo mammario, le cui possibilità di comparsa diminuiscono comunque considerevolmente dopo il primo mese di vita.
  • Tiralatte elettrico: Essendo più veloci e riproducendo perfettamente il ritmo suzione-pausa tipico delle poppate sono da preferire nei casi di uso prolungato. Naturalmente tutti sono smontabili e devono essere sterilizzati adeguatamente dopo l’utilizzo. Esistono anche tiralatte a batteria, portatili, non proprio silenziosissimi, con una valvola che regola la frequenza di aspirazione, che è però continua.

Va detto che i tiralatte elettrici hanno un prezzo piuttosto elevato, per questo è suggeribile noleggiarli in farmacia o nei negozi di articoli sanitari, eccezion fatta per le parti che entrano a contatto diretto con il seno, che devono, per ovvie ragioni igieniche, essere acquistati a parte. Si passa infatti dai 69,90 Euro fino ai 169 per un tiralatte che abbia sia presa che batteria.

Come funziona il tiralatte

tiralatte come funziona
Fonte: Web

Prima di utilizzare il tiralatte, è consigliabile stimolare la fuoriuscita di latte, ad esempio massaggiando il seno con acqua tiepida, oppure avvolgendolo in salviette bagnate con acqua tiepida.

Dopodiché, viene appoggiata al seno la coppa in silicone, cercando di farla aderire al meglio, ovvero creando un sottovuoto. A questo punto si stringe la pompetta (nel caso di tiralatte manuale) o si aziona il motorino della batteria (nei tiralatte elettrici) e la depressione che si forma tra il capezzolo e il tiralatte favorisce la fuoriuscita, fino a far riempire il biberon applicato in basso al tiralatte, il quale potrà poi essere messo in frigorifero per conservare il latte, per un massimo di 24 ore; se si conserva in freezer, invece, il latte potrà essere usato nel giro dei 3 mesi successivi, mentre fuori da depositi freschi dovrà essere consumato nel giro di 3 ore.

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