Adozioni internazionali: ecco quello che devi sapere

L'adozione internazionale è una decisione coraggiosa e ammirevole sia per chi non può avere figli naturali sia per chi semplicemente vuole dare il proprio contributo per aiutare i bambini meno fortunati. Purtroppo però le difficoltà di una burocrazia macchinosa spesso scoraggiano chi sta prendendo in considerazione questa scelta, ecco perché abbiamo deciso di aiutarvi spiegandovi come funzionano.

Diventare mamma è una delle gioie maggiori di una donna, non indispensabile per essere considerata tale, ma pur sempre un desiderio molto condiviso. Purtroppo a volte non è però possibile esaudire questo sogno nel modo “tradizionale” e quindi si cercano alternative che permettano di costruirsi comunque una famiglia. Inutile dire che ultimamente alcuni di questi modi alternativi hanno suscitato diverse polemiche, soprattuto perché sembrano mettere in discussione fantomatiche e inviolabili leggi di Natura. Oggi però non vogliamo entrare in questo dibattito, anzi lo vogliamo scavalcare, ricordando come esista un modo, spesso dimenticato, per costruirsi una famiglia che non incontra la disapprovazione di nessuno: l’adozione. In specifico vogliamo parlarvi delle adozioni internazionali.

Voglio adottare un bambino, cosa devo fare?

Adozioni Internazionali
Fonte: web


Per quanto riguarda la prima fase, l’adozione internazionale è identica a quella nazionale e ne rispetta gli stessi requisiti. Ciò significa che solo coppie sposate da più di tre anni, che non hanno mai subito una separazione e che hanno una differenza di età compresa tra i 18 e i 45 anni con il bambino, potranno presentare la dichiarazione di disponibilità all’adozione. Allo stesso modo, dovranno sostenere il temuto accertamento da parte dei servizi sociali e subire i lunghi tempi di attesa della burocrazia.

Infatti decidere di adottare non può essere una scelta presa alla leggera. Non lo è soprattutto perché comporta un impegno che riguarda un’altra vita, quella del bambino; ma anche perché la difficoltà dell’iter burocratico impone una volontà salda, frutto di una decisione ben ponderata.

Una volta che la coppia, superati tutti gli accertamenti, sarà giudicata idonea, si potrà procedere alla ricerca del bambino ed è qui che risiede la differenza tra le adozioni internazionali e quelle nazionali.

Come funziona l’adozione internazionale

Entro un anno dal rilascio del certificato d’idoneità, la coppia deve rivolgersi a uno degli Enti Autorizzati per la ricerca del bambino. Ce ne sono diversi in Italia e ognuno opera con paesi specifici. Potete trovare un elenco dettagliato qui. Dovete però ricordare che le adozioni internazionali sono permesse solo con quei paesi che fanno parte della Convenzione dell’Aja o con cui l’Italia ha stipulato un patto bilaterale, che in breve serve a garantire il rispetto di alcuni principi di sussidiarietà fondamentali, primo fra tutti quello della tutela del bambino. Infatti la linea guida alla base di questi accordi internazionali non è il diritto della coppia ad avere un figlio, ma al contrario è quello del bambino ad avere una nuova famiglia che garantisca un ambiente sano in cui crescere.

Dopo essersi rivolti a un Ente, quest’ultimo darà il via alla ricerca, alla quale seguirà un incontro all’estero che, se di esito positivo, anche in base al parere degli enti del paese straniero, garantirà ai nuovi genitori il permesso di portare il bimbo in Italia. Trascorso poi il periodo di affidamento pre-adottivo, il Tribunale certificherà finalmente l’effettiva adozione.

Adozioni internazionali e a distanza, qual è la differenza?

Adozioni Internazionali
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Esiste un altro modo per poter dare sostegno a bambini bisognosi di un altro paese: l’adozione a distanza. Seppure utilizzino lo stesso termine, in questo caso però non si tratta di una vera adozione. Infatti il sostegno a distanza (termine che ormai si preferisce usare) permette di poter aiutare economicamente una, o più persone, residenti in un altro paese, che però non acquisiranno lo status di figli legittimi e non verranno ad abitare con la nuova famiglia. Rappresenta comunque un ottimo modo per dare il proprio contributo, senza le difficoltà del meccanismo burocratico dell’adozione e accessibile a chiunque. 

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