Assistiamo in questi giorni ad un dibattere furioso sui diritti delle coppie gay. Precisamente si parla di “diritti” come se queste persone non fossero umane, ma come se fossero una nuova razza sbucata fuori dal nulla. “I gay vogliono avere figli” si sente dire “Eh ma non sono mica normali quelli lì” eccetera. Questo tema è come una macchia d’olio che si sta diffondendo nella società, ma che sta straripando anche in altri campi: quello religioso, etico, morale. E’ un tema molto forte che scatena dibattiti e discussioni in tutto il mondo.

Sebbene l’omosessualità non sia cosa nuova, solo in questi tempi moderni c’è effettivamente il coraggio di dichiararsi per quello che si è, seppure con difficoltà e con conflitti interni della persona che spesso non sono risolvibili, basti vedere i casi di suicidio, oppure pagando un caro prezzo come l’esclusione dalla famiglia o comunque dalla società. E diciamo che è un prezzo veramente troppo alto da pagare; stiamo alla fine parlando di un diritto base della persona, cioè essere quello che si è e poter vivere liberamente nonostante questo. Solo che l’essere gay viene definito “contro natura” “contro Dio” “contro la società”. Si osserva una forte resistenza ad accettare questa diversità, che alla fine non è così differente da quella che può essere una scelta religiosa alternativa oppure un particolare stile di vita: sono comunque cose che rendono più difficoltosa l’accettazione, ma che alla fine vengono “digerite”. Ma l’omosessualità no. Perchè l’essere gay è così uno scandalo, in questi tempi moderni dove succedono cose molto ma molto più gravi? Le cose si complicano assai, se si tratta di avere dei figli e di essere coppia legalmente riconosciuta.

Probabilmente il nocciolo della questione è che stanno cambiando i punti di riferimento, ci sono nuovi orizzonti, nuovi modi di vivere e pensare; e la resistenza verso le novità, o il nuovo, il diverso in generale causa conflitti, difficoltà di comprensione, da sempre; c’è anche da dire che spesso l’ottusità e l’ignoranza della gente è fatale in questi casi. Si dice che le coppie gay non possono adottare figli o averne in quanto la famiglia stessa si basa su una figura maschile e femminile; ci sono studi che avvalorano questa tesi e altri che la screditano, che la crescita di un bambino avviene in modo sano indipendentemente da quali siano le figure di riferimento. Può darsi che sì, può darsi che no. Di sicuro ci sono molti bambini in situazioni disagiate, che vivono in famiglie cosiddette “normali”, che subiscono forti traumi e violenze. E questi padri e queste madri, che persone sono? Possono essere giudicate normali persone che fanno del male a dei bambini, che non li rispettano? Per non parlare dei pedofili. E non dipende dall’orientamento sessuale, ma da COME questi genitori sono, il loro valore come persone, spesso, anche come sono cresciute e cosa hanno imparato dalla loro famiglia.

Non credo sia giusto escludere a priori questo nuovo tipo di famiglia che si sta affrancando, per questi motivi. E’ sbagliato generalizzare, è sbagliato apporre un’etichetta a tutto senza nemmeno sforzarsi di guardare al di là delle convenzioni sociali. L’unica strada possibile è l’apertura serena e il confronto. Inutile resistere a cambiamenti che alla  fine sono collaterali. Di certo, con le storie che si sentono ogni giorno, bambini abbandonati, abusati, maltrattati, non si può dire che una famiglia classica sia la garanzia di un futuro sereno. E nemmeno quella omosessuale. Sono le persone, al di là di ogni giudizio che si può dare loro, a fare la differenza. Chi sa dare amore e crescere un figlio nel migliore dei modi, renderlo felice, può effettivamente migliorare il mondo. Purtroppo ci saranno sempre dei bambini che cresceranno con dei problemi, che subiranno violenze, non si sarà mai immuni a questo tipo di crimini.

Di certo la soluzione del problema non sta nel chiedersi se una coppia gay può creare una famiglia.

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