"Se i maschi hanno costumi coi supereroi e le femmine quelli con il reggiseno imbottito"
Costumi da bagno con il reggiseno imbottito per le bambine. Fino a che punto osiamo spingerci con l'ipersessualizzazione dei nostri figli?
Costumi da bagno con il reggiseno imbottito per le bambine. Fino a che punto osiamo spingerci con l'ipersessualizzazione dei nostri figli?
“Sessualizzazione delle bambine: TETTE IMBOTTITE A 8 ANNI?
Oggi trovo con mia figlia questo genere di costumi da bagno. Dai 4 anni in su. Taglio da donna con scollatura ombelicale e, udite udite, SENO IMBOTTITO dalla taglia 8 anni (che sta come grandezza a mia figlia di 6).
Rapido sguardo e tutti i costumi- interi o due pezzi- erano imbottiti.
Ora. Oltre al chiedermi chi sta dietro la progettazione di una cosa simile che mi fa salire lo schifo più assurdo, voglio sperare che non genitori, non parenti, comprino mai per una bambina una cosa del genere.
I costumi per maschietti tutto colori e supereroi. Non ce l’hanno il ‘pacco rinforzato’, loro.
Ditemi qual è il senso di introdurre seni imbottiti su bambine così piccole, con modelli già di taglio discutibile?
Non bastava l’abbigliamento, solo rosa e bianco con motivi a cuori per bambine e solo azzurro e bianco con slogan sull’azione per i bambini, no. Qui siamo a un passo oltre.
Un passo che, come madre di femmine, mi scatena la madre orsa interiore e la voglia di appiccare fuoco e fiamme.
Ditemi ancora che non abbiamo bisogno di femminismo.
Invito a boicottare questi prodotti. No anche all’acquisto per poi rimuovere l’imbottitura. In Spagna per la stessa cosa la protesta della gente ha fatto ritirare il prodotto dal mercato. Non deve passare che ‘tanto va bene lo stesso. Il messaggio deve essere chiaro“.
Con questo post Facebook la blogger e attivista Laura Ghianda, mamma di una bambina e in attesa di un’altra, affronta un tema davvero delicato: la sessualizzazione femminile, infatti, sempre più spesso sembra assumere contorni ben definiti sin dalla più tenera età, richiedendo alle madri di bambine, e alle bimbe stesse, di adeguarsi a standard estetici in molti casi davvero troppo azzardati. Come in questo, ad esempio, in cui si propongono costumi da bagno dal taglio decisamente maturo e con imbottitura al seno.”
Laura, inorridita da questi costumi, ha creato anche un gruppo in cui discutere dell’argomento e, in maniera più ampia, dell’ipersessualizzazione infantile.
Cosa dovrebbero pensare le bambine di tutto ciò? Che ciò che conta più al mondo è essere considerate “belle”, e che per esserlo occorre pagare pegno rispondendo a determinate aspettative imposte dalla società. Che è sufficiente esibire un costume “sexy” per essere apprezzate e giudicate positivamente, e che ormai non c’è più nulla che possa essere considerato inappropriato o inadeguato rispetto a un’età.
Anzi, per alcuni meglio indirizzare fin da piccole le bambine a comprendere quale sarà il loro ruolo, e come riuscire a essere accettate socialmente rispetto agli status che sono richiesti.
Condizione, sottolinea Laura, che naturalmente non viene richiesta ai maschi, i quali possono bearsi tra supereroi e fantasie infantili senza che nessuno chieda loro di cominciare a sentirsi “uomini” anzitempo.
Sono tanti i discorsi sbagliati, dietro un ragionamento simile. Quella smania incessante, che appartiene alle bambine ma spesso ancor più alle mamme, di voler vedere le figlie primeggiare per bellezza sulle altre, rubando loro quella parte di infanzia spensierata e ingenua che invece meritano, in primo luogo.
E poi quel voler distinguere continuamente cosa è “da maschio” e cosa invece “da femmina”, perpetuando come una litania infinita quegli stereotipi triti e banali che talvolta, pur se inconsapevolmente, siamo noi stesse a fomentare. Con la convinzione che il rosa sia da femmina e le costruzioni giochi da maschio, che a calcio giochino i bambini e la danza sia roba da donne (e molto altro ancora). Stereotipi che impongono sempre una divisione netta e categorica dei due sessi, e che evidentemente richiedono alle femmine di abbandonare prima del tempo l’infanzia per votarsi a inseguire il mito della bellezza assoluta, crescendo spesso con l’assillante idea che questo sia l’unico metro di paragone con cui meritano di essere giudicate.
La cosa saggia è permettere a ciascuno, maschio o femmina, di seguire il proprio percorso naturale di crescita, lasciando che sia il tempo, la maturità e l’esperienza a permettere di scegliere autonomamente chi essere, indipendentemente dal sesso con cui si viene al mondo.
Non c’è niente di male in un costume imbottito, ma esistono il tempo e il momento giusto per indossarlo. Permettiamo alle bambine di essere solo tali, e di diventare le donne che loro desiderano, non che la società vorrebbe.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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