Il dispositivo per dare ai genitori di bambini nati morti il tempo di dirsi addio
Si chiama CuddleCot, ed è un dispositivo che permette ai genitori di passare più tempo con i loro neonati morti. Per dirsi addio, e per poter avere dei ricordi.
Si chiama CuddleCot, ed è un dispositivo che permette ai genitori di passare più tempo con i loro neonati morti. Per dirsi addio, e per poter avere dei ricordi.
Non c’è istante più straziante per un genitore di quello in cui viene a sapere che suo figlio non ce l’ha fatta. Soprattutto se questo accade proprio al momento della nascita, dopo che per 9 mesi ci si è caricati di aspettative, sogni, curiosità.
Perdere un neonato significa trovarsi ad affrontare una realtà fatta di angoscia, di un dolore che può essere compreso solo da chi ha passato la stessa esperienza. Forse per questo, un’azienda ha cercato una soluzione che permettesse in qualche modo di alleviare la sofferenza alle mamme e ai papà che si trovano davanti a una situazione del genere.
Il nome di questa particolare invenzione è CuddleCot, letteralmente “culla da coccole”, ed è un lettino refrigerato che aiuta a conservare il corpo di un neonato morto da giorni. Il dispositivo offre ai genitori la possibilità di stare con i loro bambini per un’ultima volta prima dell’addio, di coccolarli, scattare fotografie, portarli a casa o a passeggio, così da avere dei ricordi che durino per tutta la vita.
Molte sono le testimonianze dei genitori che hanno provato la CuddleCot, alcune delle quali raccolte in un articolo del New York Times.
Chris ed Emily Fricker di Pingree Grove, Illinois, ad esempio, sono stati aiutati da una CuddleCot per superare il lutto per i gemelli Sylas e Sybil, nati prematuramente e incapaci di vivere per più di 90 minuti. Per questo motivo, hanno deciso di donare un dispositivo al Centerny Northwestern Hospital di McHenry, in modo che atri genitori potessero beneficiarne.
In un’intervista, il signor Fricker ha detto che grazie a CuddleCot, “Brittany, la nostra infermiera, ci ha detto che potevamo passare tutto il tempo che volevamo con i nostri bambini, nati a sole 23 settimane di gestazione. Li abbiamo tenuti, abbiamo detto loro che li amavamo e li abbiamo fatti battezzare. Abbiamo potuto scegliere quando dire loro addio, circa 12 ore dopo”.
Chris Fricker ha anche aggiunto che, donando la CuddleCot all’ospedale, “Abbiamo cercato di pensare a un modo per commemorare i nostri bambini. E quale modo migliore se non offrire agli altri genitori il dono del tempo da trascorrere con i bambini che hanno perso?”.
I Fricker hanno già raccolto fondi per fare una seconda, e possibilmente una terza donazione di CuddleCot, questa volta per “un ospedale in una comunità sottoservita in cui il suo utilizzo può avere un impatto su un grande gruppo di persone che altrimenti non avrebbero accesso a un dispositivo del genere”, ha spiegato ancora l’uomo, aggiungendo che
Una perdita è una perdita, indipendentemente da chi la vive.
Il loro è sicuramente un gesto molto generoso, soprattutto se si pensa che, rispetto al quadro americano, uno studio del 2016 diretto dalla dottoressa Katherine J. Gold e riferito allo stato del Michigan, riporta il NYT, ha constatato che, su 377 donne i cui bambini erano nati morti o morti subito dopo la nascita, la gran parte di loro era quattro volte più soggetta a depressione e avesse probabilità maggiori di sperimentare sintomi di stress post-traumatico rispetto a 232 madri con bambini vivi. Nella ricerca è anche emerso che 18 donne che hanno perso un figlio hanno riferito di non averlo neppure visto, 36 che non hanno avuto la possibilità di tenere i loro bambini, e 34 che fu detto loro che non avrebbero potuto tenerli.
Chi è a favore dell’utilizzo di CuddleCot è anche la dottoressa Tracy Arghavani, ostetrica-ginecologa del Northwestern Medicine Huntley Hospital, che ha spiegato come il dispositivo rappresenti “un modo per le famiglie di trovare qualcosa di buono dalla tragedia accaduta”. E a quanto pare sempre più strutture ospedaliere si stanno attrezzando con il particolare lettino, dato che, come ha spiegato Emily Fricker, sarebbero addirittura fra i 400 e i 500 gli ospedali in possesso di CuddleCot, la maggior parte delle quali arrivate tramite donazione, proprio come nel loro caso.
La CuddleCot è prodotta dalla britannica Flexmort, ed è attrezzata con un sistema refrigerato che rallenta il deterioramento dei tessuti del corpo, preservando così i bambini morti il più a lungo possibile.
Senza il dispositivo, subito dopo il parto, i bambini che muoiono vengono portati nell’obitorio dell’ospedale, a cui i genitori hanno accesso limitato. Secondo i suoi ideatori, CuddleCot servirebbe quindi non solo per mettere più tempo a disposizione da passare con i bambini, ma anche per elaborare il lutto. E le tante testimonianze che si trovano sul sito ufficiale di Flexmort sembrano confermare la bontà dell’intento.
Raccomando Flexmort e il loro staff per le loro sollecite risposte a tutte le comunicazioni – scrive ad esempio Jackie – Non abbiamo ricevuto altro che feedback positivi dagli ospedali con cui abbiamo lavorato per donare i CuddleCot. Le famiglie ci ringraziano per il dono del tempo, lo staff ci ringrazia per il dono del comfort per le famiglie, e noi ringraziamo la vostra compagnia e il personale.
Megan aggiunge:
Mio marito ed io siamo stati così fortunati da essere stati in grado di usare questo fantastico dispositivo quando i nostri gemelli, Jack e Sophia, sono diventati angeli. Con questo dispositivo siamo stati in grado di avere ricordi indimenticabili che apprezzeremo per tutta la vita. Siamo molto grati per ogni singolo minuto che siamo stati in grado di trascorrere con Jack e Sophia grazie a questo dispositivo.
Il costo del lettino si aggira sui duemila dollari, ma, nonostante le tante recensioni positive, questa notizia ci ha lasciato più di un dubbio: senza voler considerare l’aspetto “macabro” del conservare il corpicino di un bambino defunto in una struttura refrigerata, questa è davvero da considerarsi la miglior soluzione per quei genitori che affrontano un lutto simile? Sono davvero quelle poche ore in cui si veglia al cadavere del proprio figlio quelle che permettono di costruire i ricordi o di “assorbire” un dolore che, probabilmente, non si placa neppure con il tempo? È davvero sufficiente concedersi una manciata di ore per smettere di chiedersi perché e poter conservare un ricordo piacevole di una simile tragedia?
Non lo sappiamo, e non abbiamo i mezzi, né la presunzione, per poterci esprimere o valutare la scelta di usare la CuddleCot per trovare almeno una parvenza di sollievo dalla sofferenza; le nostre sono solo domande e considerazioni, ma come detto, di fronte a certi drammi, talvolta sospendere ogni giudizio e parola è la scelta migliore.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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