Bérénice Bejo: "Considero le figlie di mio marito al pari delle nostre"
La storia famigliare di Bérénice Bejo parte dalla dittatura argentina e giunge in Francia, dove vive circondata da tanto affetto e proiettata in una luminosa carriera.
La storia famigliare di Bérénice Bejo parte dalla dittatura argentina e giunge in Francia, dove vive circondata da tanto affetto e proiettata in una luminosa carriera.
Il fenomeno delle famiglie allargate è sempre più diffuso. E dà un’immagine positiva del modo in cui la famiglia oggi si sia trasformata. Pensiamo alla famiglia allargata come a più nuclei famigliari uniti da vincolo, in cui tutti i figli sono fratelli tra loro, si amano, in cui c’è accordo tra ex mariti ed ex mogli, cosa che rompe uno stereotipo negativo.
Sono sempre di più le persone comuni che sono riuscite a raggiungere questo importante equilibrio e accade anche con le persone famose. Pensiamo a Paul McCartney, per le cui ultime nozze la figlia Stella ha realizzato un abito da sposa per la nuova moglie. Oppure, restando in Italia, a Francesco Facchinetti e Alessia Marcuzzi, che spesso sui propri profili Instagram ci deliziano con momenti di condivisione tra figli comuni e non. Una celebrità che proviene da una famiglia allargata e ne ha una a sua volta è l’attrice Bérénice Bejo.
Bérénice Bejo infatti, quando aveva tre anni, è fuggita con la famiglia dalla dittatura in Argentina, giungendo a Parigi. Il padre Miguel Bejo, che è un regista, ha portato con sé la moglie Silvia e quattro figlie, Bérénice e un’altra bambina avuta da Silvia, più altre due figlie avute da precedenti relazioni. Oggi la storia si ripete e l’attrice, che è sposata con il regista Michel Hazanavicius, vive in una sorta di famiglia allargata, con i due figli Lucien e Gloria, ma anche con le figlie nate dalla precedente relazione di lui con la collega Virginia Lovisone.
Oltre ai nostri figli, Lucien e Gloria – ha raccontato in un’intervista a Io Donna l’attrice – a settimane alterne vivono con noi le figlie della precedente unione di Michel, Simone e Fantine, e non vogliamo aiuti esterni per crescerle. Ho un bisogno fisico di averli vicini, non cederei quel privilegio a nessuno.
Su Instagram, Bérénice Bejo, parlando dei primi passi nel mondo del cinema di Simone, si è riferita a lei come alla propria figlia. Nell’intervista l’attrice ha spiegato di aver bisogno al tempo stesso della carriera e della famiglia per essere felice, ed è certo che il suo modello di famiglia allargata stia funzionando e rappresenta un meraviglioso esempio di come gli esseri umani possano scambiarsi amore. Ma qual è la ricetta per riuscire a raggiungere questo equilibrio?
Forse perché anch’io vengo da una famiglia ricomposta – ha spiegato ancora nell’intervista – e non ho mai pensato alle sorelle maggiori come a “sorellastre”. Per fortuna ho incontrato Michel dopo la separazione dalla sua compagna precedente, dunque non ho sensi di colpa, e le grandi non hanno mai provato rancore verso di me. Senza nulla togliere alla loro madre, considero Simone e Fantine al pari di Lucien e Gloria.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire la storia e la carriera di Bérénice Bejo.
Ha preso parte a 34 pellicole, più film per la televisione e cortometraggi. Tra uno dei suoi film più celebri in Italia citiamo Fai bei sogni, in cui Bérénice ha lavorato con il regista Marco Bellocchio.
Gran parte dei premi li ha vinti per The Artist: tra questi un premio Cesar e altri “minori”. Per lo stesso film ha preso delle nomination agli Oscar, ai Golden Globe, ai Bafta, ai Sag e in altre competizioni. Nel 2013 ha trionfato a Cannes con Il passato, per cui ha vinto anche il premio Fipresci. L’Oscar per The Artist fu mancato per un soffio.
Una scelta di Harvey Weinstein – ha spiegato nell’intervista – che promuoveva il film negli Stati Uniti e, come è noto, non dà grande valore alle attrici.
Tra il 1996 e il 2015, Bérénice ha preso parte a varie serie televisive francesi, per lo più come guest star o personaggio ricorrente. E lavora spesso anche in teatro.
OSS 117: Le Caire, nid d’espions è stato il primo film che Bérénice ha interpretato per il regista e marito Hazanavicius. Sono seguiti The Artist nel 2011, The Search nel 2014 e Il mio Godard nel 2017. La coppia ha anche realizzato insieme Le prince oublié, che dovrebbe essere di prossima uscita.
È il mio alter ego – ha raccontato nell’intervista Bérénice, riferendosi al marito – anche se siamo molto diversi: lui disordinato e sognatore, io puntigliosa e con i piedi per terra. Ma vediamo le cose allo stesso modo e ci aiutiamo a vicenda, il che ci dà una forza invincibile. Non siamo nemmeno gelosi l’uno dell’altra, anche perché prima di lui ho avuto un compagno gelosissimo che mi è costato mesi di analisi. Michel e io invece non sprechiamo energie inutili nel farci film che non esistono.
Bérénice si è imposta al grande pubblico nel 2006, grazie alla pellicola OSS 117: Le Caire, nid d’espions, una commedia parodistica sul tema di James Bond.
Il primo film da protagonista è stato nel 2000, Meilleur espoir féminin di Gerard Jugnot. Qui Bérénice interpreta Laetitia, la figlia di un parrucchiere che desidera fare l’attrice, ma viene ostacolata in ogni modo dal padre.
Il primissimo lavoro risale al 1993, un film collettivo in forma di diversi cortometraggi a tema Lgbt il cui titolo cita Arthur Rimbaud, L’amour est à réinventer. Al 1996 risale il primo film lungo, Les Sœurs Hamlet.
Il padre l’ha avviata giovanissima al mondo della recitazione, facendola iscrivere ai corsi teatrali della scuola Les Enfants Terribles. Bérénice è cresciuta guardando le oltre tremila videocassette del padre, tra cui l’amato Cantando sotto la pioggia. Dopodiché ha studiato teatro al liceo, e preso parte fin da bambina ad alcuni cortometraggi.
Classe 1976, Bérénice è nata in Argentina, da un regista e un’avvocata. Nel 1979, la famiglia fuggì dall’Argentina, che all’epoca era sotto la dittatura di Jorge Rafael Videla, trasferendosi da rifugiati politici in Francia.
Ho imparato la determinazione dai miei genitori – ha detto nell’intervista – senza, non si arriva da nessuna parte.
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