Quando si partorisce mille pensieri possono correre per la mente. Sarà sano il mio bebè? Riuscirò a essere una brava mamma? Potrò proteggerlo nel modo più corretto? E naturalmente ogni gravidanza è diversa, come ogni parto è diverso e a volte può essere davvero una sorpresa. Un po’ come è capitato a Taylor Dunnavant, una 25enne del Missouri che ha dato alla luce una neonata albina. Non abbiamo bisogno di immaginare la sua sorpresa nel vedere che la bimba avesse i capelli bianchi, perché è lei stessa a raccontare tutto su Love That Matters.
Albinismo però non significa solo capelli bianchi. Per Taylor è significato innanzi tutto preoccupazione: cosa significa tutto questo? La bambina sarà sana ugualmente? Sono stati questi i suoi primi interrogativi. La donna ha quindi portato la piccola dal pediatra per sincerarsi sui rischi della salute della neonata, e per fortuna il medico l’ha rassicurata dicendo che al massimo avrebbe potuto avere qualche problema di udito. Ma ovviamente le preoccupazioni non sono finite. In una società che difficilmente accetta la diversità, Taylor dovrà insegnare alla sua bimba a proteggersi con una corazza. E questa corazza avrà tutto l’amore di una mamma. Scorrete le immagini per conoscere nei dettagli questa storia commovente.
La gravidanza
Taylor racconta di una seconda gravidanza molto diversa dalla prima. La seconda volta non ha preso peso, ha avuto delle epistassi – che per la verità sono abbastanza comuni, almeno quanto il bruciore di stomaco – e la gestazione è durata 38 settimane anziché le attese 40.
La rottura delle acque
Taylor parla di una sorta di rifiuto iniziale ad andare in ospedale alla rottura delle acque. Alla fine il marito ha insistito e la sua bimba è nata dopo 15 ore di travaglio.
Alla ricerca delle somiglianze
Questa parte della narrazione di Taylor è decisamente eloquente:
Durante il parto, l’infermiera Lindsay mi ha guardata con un grande sorriso e ha detto: «Ha i capelli». Non ero sorpresa. La nostra prima figlia è nata con una testa piena dei capelli più neri che avessi visto in vita mia. Ero così eccitata. Questa bimba avrebbe avuto i capelli rossi come me? O i capelli neri come sua sorella?
Albinismo
Appena Taylor ha visto i capelli bianchi ha però iniziato – com’è naturale – a preoccuparsi. L’infermiera l’ha vista preoccupata e l’ha rassicurata: forse erano solo i capelli del parto, forse sarebbero cambiati dopo, come accade spesso.
La curiosità della gente
Una di queste preoccupazioni di Taylor riguardava la curiosità che già in ospedale riguardava la sua bimba. Tutti volevano vederla, dalle infermiere ai visitatori del reparto.
Ero completamente impreparata all’attenzione e alle domande che stavamo ricevendo. E c’era qualcosa nel modo in cui la bimba veniva chiamata albina dagli sconosciuti che mi colpiva in maniera negativa. Come se la stessero isolando. Come se la stessero etichettando. Il nostro pediatra ci disse che tutto quello che potevamo fare era vedere uno specialista in genetica. Mi arrabbiai. Volevo sapere.
I bambini e il loro rapporto con la diversità
Taylor e il marito erano preoccupati di come avrebbe reagito la loro figlia maggiore, Brooklynn, di 5 anni. Ma la bimba ha solo detto che la sorellina era come una fatina delle nevi. I bimbi non hanno sovrastrutture e riescono a vedere il bello della diversità.
La tensione prima della visita
Prima di visitare un pediatra specializzato in genetica, Taylor e il marito sono stati molto scombussolati. La gente intorno a loro era curiosa e faceva un sacco di domande. E soprattutto parlava di albinismo, che per loro era qualcosa di ancora sconosciuto.
Sospetto albinismo
La coppia ha quindi trovato una pediatra che, dopo aver detto quanto fosse bella la bimba – che, a proposito, si chiama Nora – ha parlato di sospetto albinismo, richiedendo delle analisi del sangue per scoprire che tipo di albinismo fosse.
Un sospiro di sollievo
Dopo le analisi del sangue, la pediatra ha detto a Taylor che Nora avrà sempre i capelli bianchi e che i suoi occhi resteranno color argento con dei lampi rossi. Probabilmente dovrà indossare occhiali correttivi e la piccola potrebbe avere problemi di udito. Ma nulla di grave e nulla su cui non si possa intervenire.
Mi ero scrollata un peso enorme dalle spalle. È in salute, è solo diversa.
Più conoscenza
Va da sé che la famiglia si è sempre più informata sull’albinismo, per una questione di conoscenza personale, non certo per le continue domande della gente che ovviamente sono molto antipatiche e fastidiose, per usare un eufemismo.
La corazza
Sì, quella che i genitori aiutano i figli a costruirsi è una corazza. È il modo in cui li istruiscono per stare al mondo, per tutelarsi dal mondo. E chi è diverso come Nora ne ha bisogno. Per alcuni questa corazza è il senso dell’umorismo, per altri la creatività. Ma tutte le persone che non sono omologate ne hanno bisogno e Nora è fortunata: i suoi genitori la aiuteranno a crescere bene.
La piccola Nora cresce
In questo però è come tutti gli altri bimbi: crescerà e diverrà sempre più bella.
Fotografie
Queste immagini mettono infatti in risalto la bellezza che risiede nella diversità di ognuno di noi.
Salute
Non è un luogo comune: quando c’è la salute c’è tutto. Comprendiamo quanto Taylor fosse spaventata prima di andare dalla pediatra e ci saranno comunque altre prove da affrontare. Ma sapere che la propria bimba sta bene è davvero la più meravigliosa delle sensazioni.
Un viaggio inaspettato
Questo sarà un viaggio diverso che non abbiamo pianificato, ma andrà bene. Avere l’albinismo va bene. Essere diversi va bene. Avere Nora mi ha aperto gli occhi in molti modi, e ho imparato ad accettare che ciascuno è differente e unico e speciale a modo suo.
Cosa ne pensi?