Sempre più persone oggi scelgono di non fare figli, appartenendo così alla schiera dei cosiddetti childfree, per i motivi più disparati.
Anche se la scelta di non diventare genitore sembra sempre più “scandalosa” se a prenderla è una donna, non è certo di retaggi sessisti o maschilisti che vogliamo parlare, quanto addentrarci proprio in una delle ragioni per cui uomini e donne rinuncino al diventare padri e madri, chiaramente in maniera volontaria e con intenzionalità. Forse la più sorprendente, dato che parliamo… Di ambiente.
Potrebbe sembrare che le preoccupazioni per le condizioni climatiche del nostro pianeta c’entrino ben poco con maternità e paternità, invece è esattamente il contrario.
Infatti, non sono pochi gli studi che hanno individuato una correlazione tra le nascite e il peggioramento ambientale: ad esempio, quello condotto da Kimberly Nicholas, del Centre for Sustainability Studies dell’Università di Lund (Svezia), e Seth Wynes, studente di dottorato presso l’Università della British Columbia (Canada) riportato nell’articolo scientifico pubblicato sull’Environmental Research Letters e intitolato “The climate mitigation gap”. Wynes ha spiegato che “esistono 4 azioni a elevato impatto che le persone nei paesi sviluppati possono intraprendere per contribuire a ridurre il cambiamento climatico: avere una famiglia più piccola (ossia fare meno figli), vivere senza auto, evitare i viaggi in aereo e seguire una dieta vegetariana“.
I dati illustrati nel loro articolo dimostrano che “avere famiglie meno numerose è una delle azioni più efficaci per contrastare il cambiamento climatico a livello individuale. Nei paesi sviluppati le persone consumano più risorse del necessario, quindi ogni persona in più si traduce in un maggior consumo di risorse e in maggiori emissioni di gas serra“.
Insomma, uno dei migliori modi possibili per limitare le emissioni di CO2 è fare meno figli. Come a dire, siccome gli accordi sul clima di Parigi hanno stabilito che le emissioni di carbonio dovranno scendere a due tonnellate di CO2 per persona entro il 2050 per fermare la sesta estinzione di massa, l’unica soluzione plausibile è rallentare il tasso di natalità, dato che per quella data si prospettano 10 miliardi di abitanti sulla Terra, con un impatto insopportabile per il clima.
Dopo che la giovane Greta Thunberg ha riacceso l’interesse per le condizioni ambientali del pianeta, oggi è quindi interessante scoprire i nomi di alcune delle donne che hanno deciso di non fare figli per salvaguardare il nostro clima.
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Fra loro c’è Lisa Hymas, una delle fondatrici delle GINKs, la quale ha affermato che la contraccezione costa cinque volte meno dei metodi convenzionali per lottare contro il cambiamento climatico.
La popolazione mondiale ha avuto bisogno di arrivare all’inizio del XIX secolo per raggiungere il miliardo. Ora aumenta di un miliardo ogni 12-15 anni. Perdita di biodiversità, cambiamento climatico, inquinamento, deforestazione, scarsità d’acqua e di cibo sono tutti accentuati dal numero esorbitante, e sempre crescente, di esseri umani.
Così si legge sul sito di Population matters, ONG inglese attiva dal 1991 che invita “le persone ad avere famiglie meno numerose e a consumare in maniera sostenibile”, come spiega Alistair Currie, la responsabile delle comunicazioni.
Le persone capiscono molto facilmente i nostri argomenti, e sono molto ricettive. Non si tratta di costringere nessuno a niente, è ovvio. E ricordiamo che riuscire ad avere una famiglia con solo due figli, in molte parti del mondo, è una sfida considerevole. Ma dai due in giù è quello che auspichiamo, e promuoviamo, per le persone economicamente stabili e che possono accedere una buona pianificazione familiare.
Come a dire, se riuscite a fare solo un figlio, se proprio volete farlo, è meglio.
In gallery conosciamo meglio Lisa Hymas e le altre che, come lei, auspicano la tutela del clima attraverso la rinuncia alla maternità.
Lisa, paladina delle GINKs
Lisa Hymas, editorialista dell‘Huffington Post, è a capo delle GINKs (traduzione “impegnate per l’ambiente, no figli”), il movimento che auspica la scelta, da parte delle donne, di non mettere al mondo bambini per salvaguardare il clima.
Bisognerebbe riflettere di più prima di intraprendere una maternità – ha dichiarato la Hymas a TV5 Monde- Si tratta di una scelta che va al di là di un bisogno personale ed egoista, e che deve tenere conto dell’interesse di tutti.
Secondo Lisa, non è difficile risolvere il problema del surriscaldamento del clima. Come suggerisce un rapporto della London School of Economics sarebbe sufficiente “tagliare” la popolazione mondiale di 500 milioni di persone.
La contraccezione è un mezzo che costa cinque volte meno delle tecnologie convenzionali per combattere il riscaldamento climatico.
Anche Ocasio Cortez ne ha discusso
La stella nascente del Partito Democratico americano, neo-eletta al Congresso, ha dichiarato che sia legittimo domandarsi se fare figli sia giusto, considerate le problematiche legate al cambiamento climatico. La deputata democratica fa riferimento agli studi per cui, per lottare contro le emissioni di CO2, occorrerebbe limitare la popolazione mondiale.
Praticamente tutti gli scienziati sono d’accordo sul fatto che le vite dei nostri bambini saranno molto difficili e questo porta i giovani a porsi una domanda legittima, è giusto continuare a fare figli?
Con il suo ambizioso programma ambientale, il Green New Deal, Ocasio- Cortez punta a restrizioni legislative sui grandi inquinanti e ad alimentare completamente l’America con energie rinnovabili entro il 2030.
Gwynn
Gwynn Mackellen ha raccontato al Guardian di aver fatto ricorso alla sterilizzazione a 26 anni.
Ho sempre saputo che non volevo figli, per motivi ambientali. Io lavoro nel settore dei rifiuti e i nostri rifiuti sono la conseguenza delle persone. Non sono le persone a essere cattive; sono solo gli effetti delle persone […] Gli alberi vengono abbattuti per noi. I rifiuti di plastica vengono scaricati e i minerali vengono estratti non a causa di persone cattive, ma a causa delle persone. Se siamo meno, ci saranno meno effetti.
Gwynn fa parte di ua comunità chiamata Voluntary Human Extinction Movement, o VHEMT. A dispetto del titolo, il movimento accoglie chiunque voglia parlare dell’argomento, anche in tono umoristico.
È bello parlare apertamente con persone che hanno sentimenti e frustrazioni simili, come quando leggo le notizie sull’ambiente e penso: wow, come potrebbe qualcuno mettere al mondo un nuovo essere umano, quando gli effetti degli umani sono molto evidenti, e la situazione sta peggiorando?
Leilani Münter
Quando le persone le chiedono se ha figli, Leilani ha una risposta pronta: “No, io e mio marito non abbiamo bambini per scelta“.
Più ne parliamo, più le persone si sentiranno a proprio agio nel parlarne e allora, forse, le cose cambieranno.
Leilani ha cominciato a interessarsi degli effetti delle persone sul clima a 20 anni, studiando biologia all’Università della California.
Ci sono voluti 200.000 anni per raggiungere il nostro primo miliardo di persone, poi 126 anni per raddoppiare a 2 miliardi, 30 anni per aggiungere un altro miliardo e 14 anni per il prossimo miliardo. È piuttosto spaventoso.
Possiamo usare le auto elettriche, le fonti di energia rinnovabile e gli alimenti vegetali, ma, sostiene, questo non può compensare la sovrappopolazione.
L’ultima cosa che vuole fare è far sentire i genitori colpevoli o escluderli dalla conversazione. Ma certamente domanda a chi ancora non è genitore perché non pensi piuttosto ad “adottare uno dei 153 milioni di bambini orfani che sono già sul pianeta e hanno bisogno di una casa“.
Emma Olif
Con una laurea in biologia marina e un master in diversità biologica, la trentenne Emma afferma di non aver mai avuto istinto materno, “perché sono sempre stata consapevole di tutto ciò che accade intorno a me, economicamente, politicamente e ambientalmente. Il clima non è adatto per avere figli in questo momento”.
Natalia
Natalia, 30 anni, fondatrice di Remote Mission di Bristol, dice a Cosmopolitan
Più invecchio, più sono in conflitto. In parte a causa delle pressioni della società e in parte mi chiedo se rimpiangerò la mia decisione più avanti nella vita. Ma temo che il pianeta sia sovrappopolato e non sappiamo cosa accadrà se continueremo così. Penso che dobbiamo cambiare il modo in cui viviamo e ci prendiamo cura delle nostre risorse.
Anche lei parla di adozioni al posto di nuove nascite:
Ci sono anche milioni di bambini senza una casa o genitori, e per molti aspetti mi sembra egoista voler portare i miei figli nel mondo quando molti ne hanno bisogno; e poi per cosa? Solo così posso dire che sono miei o portare avanti la linea di famiglia? Se dovessi scegliere, non avrei figli miei, al momento giusto vorrei adottare.
Kari Langslet
Un articolo in cui Kari Langslet spiega perché non vuole avere figli: tra le ragioni, c’è anche quella ambientale.
La Terra è già abbastanza incasinata, ci occupiamo di problemi come il cambiamento climatico e i rifiuti di plastica – nella misura in cui la gente pensa che Marte, un pianeta senza acqua, piante o ossigeno, sia una valida alternativa alla riabilitazione del pianeta. Avere un bambino in meno all’anno può far risparmiare più di 130.000 libbre di emissioni equivalenti di CO2 all’anno.
Toni Vernelli, si è fatta sterilizzare nel 2007
La storia di Toni risale addirittura al 2007:
Avere un figlio è un atto di profondo egoismo, volto a mantenere la linea della propria eredità genetica a spese del pianeta.
Quando aveva 27 anni Toni è rimasta incinta, ma l’idea di contribuire con una nuova nascita ad affaticare il peso che la Terra sopporta, le fecero prendere la decisione di abortire e di farsi sterilizzare. Chiese al medico che le procurò l’aborto di eseguire anche l’operazione definitiva, ma lui si rifiutò e Toni dovette cercarne un altro per ottenerla.
Dice di non essersi pentita del suo gesto e di non aver mai perso tempo a immaginarsi come sarebbe stata la sua vita con un figlio. Una settimana prima dell’intervento, ad una manifestazione per i diritti animali, incontrò Ed, il suo secondo marito.
L’unico neo nella loro vita è l’incomprensione di chi li circonda: “Una donna senza istinto materno è una sorta di anomalia e una come me, che decide di non avere figli per salvare il pianeta, è considerata pazza. Per me sono matte quelle madri che portano i figli in giro per pochi metri in macchine sgasanti“. Se mai dovesse proprio cambiare idea, Toni è disposta a prendere un bimbo in adozione.
Sarah
La maggior parte delle ragazze sogna il matrimonio e i bambini. Ma Sarah sognava di aiutare l’ambiente, tanto da arrivare alla decisione di non avere mai un figlio.
Mi sono resa conto allora che un bambino avrebbe inquinato il pianeta, e che non avere un figlio era la cosa più ecologica che potessi fare.
Sarah ha rotto parecchie relazioni per la sua scelta, fino a quando ha incontrato Mark Hudson, un operatore sanitario di 37 anni.
Con mio grande sollievo, Mark era irremovibile quanto me sul fatto di non volere una famiglia: dopo un anno di appuntamenti, abbiamo iniziato a parlare di sterilizzazione. Non volevo avere un ‘incidente’ se la contraccezione non avesse funzionato, trovandoci di fronte al dilemma se tenere il bambino. […] Ci siamo resi conto che la vasectomia fosse un’operazione di gran lunga più semplice rispetto alla sterilizzazione di una donna.
Per questo, nel gennaio del 2005 Mark si è sottoposto all’operazione. Nonostante la scelta di non avere figli proprio, entrambi hanno nipoti che adorano.
Non sognerei mai di predicare agli altri di avere una famiglia, è una scelta molto personale, quello che mi piace fare è rendere le persone consapevoli dei fatti. Quando vedo una madre con una grande famiglia, non la rimprovero, ma spero abbia pensato alle implicazioni.
Cosa ne pensi?