I bambini prematuri sono oggi oggetto di grande attenzione e monitoraggio medico. Ma le cose non sono andate sempre così. Nella storia della medicina si annoverano spesso figure chiave che hanno cambiato molto il modo di vedere i fenomeni – e quindi di affrontarli. Una di queste figure chiave fu Martin Couney, un sedicente medico di origine prussiana – e, a dirla tutta, non fu neppure un medico o almeno non ci sono prove in merito.
Couney ebbe un’idea interessante: trasformare i bambini prematuri in fenomeni da baraccone per poter salvar loro la vita. Prima che parta l’indignazione o vi facciate delle domande, leggete fino alla fine questa storia. E tenete presente che la cura dei bambini prematuri negli ospedali, con le incubatrici, è una conquista moderna, sebbene le prime incubatrici primitive siano nate nella seconda metà del secolo XIX.
Quindi, fino alla seconda metà del Novecento, quando nasceva un bambino prematuro, non si tentava neppure di salvargli la vita – anche e soprattutto perché il processo era decisamente costoso. Non per Couney, che allestì un vero e proprio freakshow – dapprima itinerante e poi di base a Coney Island – in cui i neonati prematuri potevano essere guardati nella loro incubatrice a un costo di 25 centesimi di dollaro a persona. Ne vennero salvati 6500.
In questo modo, Couney finanziava i costi delle cure dei suoi piccoli “pazienti”, che quindi avevano una possibilità di sopravvivere e diventare individui adulti. La storia di questo finto medico viene narrata da BoredPanda, che riporta anche la testimonianza di una di questi bambini che furono nelle incubatrici di Couney.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire come quest’uomo ha cambiato uno degli approcci della medicina.
Non era un vero medico
Couney non era un vero medico, anche se lui stesso affermava di essere un protégé del medico francese Pierre-Constant Budin, che aveva reso popolari le incubatrici in Europa. Couney espose i bambini prematuri nelle incubatrici per la prima volta nel 1886 all’Esposizione di Berlino – ma si stabilì a Coney Island solo nel 1903 (per restare fino al 1940 e salvare 6500 bimbi). I medici bollavano Couney come uno showman, ma i media restituirono il giusto merito a quest’uomo. Che tra l’altro fu uno dei primi a sostenere e promuovere l’allattamento al seno. Le sue infermiere, vestite di bianco, dovevano tenere le incubatrici pulite, e non bere né fumare. Le incubatrici erano anch’esse un miracolo medico: l’acqua veniva scaldata in un boiler esterno, che serviva a tenere caldo il lettino dei neonati.
Un cambiamento nella medicina mondiale
Si stima che Couney abbia salvato almeno 6500 neonati e abbia cambiato il corso della scienza medica negli Stati Uniti. Negli anni ’40 iniziò a diminuire l’interesse per questi show e comunque gli ospedali cominciarono a prendersi cura dei bambini prematuri. Couney morì negli anni ’50, poverissimo: la sua eredità morale è però enorme.
Fenomeni da baraccone
Per vedere i neonati si pagava 25 centesimi, che venivano investiti in terapie dedicate a loro. Le persone furono mosse dalla lotta di questi bimbi tra la vita e la morte. A quei tempi, i bambini prematuri erano lasciati morire, perché considerati geneticamente inferiori. Inoltre le cure erano costose: quelle somministrate da Couney costavano 15 dollari al giorno per ogni incubatrice – si arrivava quindi anche a 400 dollari di spese al giorno.
Le testimonianze di stampa
Nel 1933 fu pubblicato un articolo sulla Fiera Mondiale, dal titolo Salvando Bambini. All’epoca, i neonati prematuri non erano curati negli ospedali e le cure di Couney salvarono loro la vita. Come ha ricordato una donna, che fu una di quei neonati (il cui padre conosceva Couney e quindi fu una dei 6500 bimbi salvati):
Non avevano modo di aiutarmi in ospedale. Si moriva perché non si apparteneva al mondo.
Cosa ne pensi?