Michela Andreozzi non ci sta più e a chi ancora continua a farle la fatidica domanda sui figli, risponde con un bel “Non me lo chiedete più”. Ancora oggi per molti è infatti inconcepibile l’idea di una donna che non voglia essere madre; perciò, chi dentro di sé ha la piena consapevolezza di non voler mettere al mondo dei figli spesso preferisce tenere il proprio pensiero per sé, o sussurrarlo a mezza voce perché, comunque, il timore dei giudizi, di “deludere le aspettative” degli altri o, semplicemente, di essere additata come una donna non completamente realizzata per la mancanza di bambini è forte, e non tutte desiderano continuamente sentirsi obbligate a rispondere alle domande di chi chiede spiegazioni, o di quanti cercano quasi di far cambiare loro idea con liste infinite sugli “x motivi per cui sia assolutamente fantastico essere mamme”.
Eppure, che alla società piaccia o meno, non tutte le donne si sentono tagliate per il mestiere di genitore, che per alcune potrà pure essere “il più bello del mondo”, ma per altre rappresenta uno step della vita assolutamente non necessario, né imposto. Sì, ci sono donne che hanno, con piena e ferma volontà, scelto di non essere anche madri, senza per questo sentirsi penalizzate nel loro essere femminile, meno realizzate o portanti una sorta di “handicap” a causa della loro scelta. E il fatto che, talvolta, siano proprio le altre donne a non rispettare coloro che decidono di non avere bambini, sminuendole o riempiendole di frasi al vetriolo sullo stile di “Ma che ne vuoi sapere tu, che non sei mamma”, dimostra ampiamente e indiscutibilmente quanto ancora sia davvero lunga la strada che porta a scrollarsi definitivamente di dosso tutto quel background maschilista-patriarcale e quello stereotipo di donna angelo del focolare che diventa completa solo dopo un matrimonio e una maternità.
La verità è che ogni persona dovrebbe essere rispettata nel suo essere e nella sua filosofia riguardante la vita, sia che scelga di fare la mamma a tempo pieno, sia che desideri occuparsi solo del lavoro, di suo marito e magari anche di un cane, senza mettere al mondo dei pargoli. Perché, purché le scelte siano tutte pienamente volute e mai imposte da altri, sono tutte allo stesso modo rispettabili.
E di certo chi non vuole avere figli non toglie nulla a chi, invece, vorrebbe averli ma non può; insomma, decidere di non diventare madri non è una colpa né un segno di disprezzo verso chi sa, per ragioni fisiologiche e biologiche, di non poterlo essere. Mettere al mondo dei figli “perché così vuole la società”, quella sì, è un’offesa non solo ad anni di lotte femministe, ma anche a tutte quelle madri mancate per cause di forza maggiore.
Invece, come dicevamo, non tutte le donne riescono a dire esplicitamente di non volere figli, quasi che un’affermazione del genere fosse una vergogna (e socialmente in parte lo è, ancora), un motivo per essere guardate storto. Chi certamente del suo desiderio di non-maternità non ha mai fatto un mistero è l’attrice Michela Andreozzi, che il 7 giugno 2018 uscirà anche con un libro, dal titolo inequivocabile: Non me lo chiedete più.
Lei, felicemente sposata dal 2015 con il collega Massimiliano Vado (con cui ha lavorato in teatro in Ring, in cui la parola “ring”sta sia per l’anello con cui ci si sposa che per il luogo in cui si fanno incontri di boxe, tanto per far capire come la pensa anche sul matrimonio) è un’ancor più felice “childfree”, ovvero una di quelle donne che candidamente ammettono di non voler diventare madri e di non sentirsi “meno” per questo. Alla faccia di tutti gli stereotipi culturali e sociali.
Abbiamo riportato in gallery alcune delle sue dichiarazioni più interessanti rilasciate proprio sull’argomento maternità, e sul suo desiderio di non mettere al mondo figli.
Sta per uscire con un libro sull'argomento
Non me lo chiedete più è il titolo del libro con cui Michela uscirà in libreria il 7 giugno 2018, e che parla proprio della sua volontà di non avere figli.
Le mamme sono comunque le sue super eroine preferite
Auguri mamme, mie super eroe preferite (NB. non sono incinta e non ne ho l’intenzione: è una scena del film).
Ha scritto Michela in un recente post Instagram per la festa della mamma, che ha però scatenato non poche polemiche…
C'è chi le scrive "Peccato"
Fra i commenti sotto il post di Michela, alcuni continuano a scriverle che sarebbe davvero una super mummy e che la sua scelta è un vero peccato.
Lei risponde così
Michela risponde dicendo di fare attenzione alle parole. “Se non potessi averne, con questo commento avresti ferito la mia sensibilità”.
Alcuni pensano che Michela rimpianga di non avere figli
C’è chi le scrive di notare una nota di rimpianto nelle sue parole.
Michela ha sempre la risposta pronta
Quello che chiede l’attrice è soprattutto il rispetto per le scelte degli altri, qualunque esse siano.
Nessun rimpianto
“Ho troppo agito, mai stata ferma”, scrive Michela per rispondere a chi pensa che le sue parole nascondano del rimpianto.
Paladina della non maternità
Mi sono auto – eletta paladina della child freedom – ha dichiarato Michela a Gioia – Da questo tema è nato il mio primo film da regista, Nove lune e mezza, e poi il libro Non me lo chiedete più, in uscita a giugno. Il titolo fa riferimento al numero infinito di volte che ci siamo sentite chiedere: “Quando farai un figlio?”.
È più facile dire non poter avere figli che dire di non volerne
Troppe volte viviamo seguendo un copione già scritto da altri – ha proseguito Michela nella stessa intervista – Me ne sono resa conto quando sono diventata una sposa di ritorno: al mio secondo matrimonio mi sono guardata indietro, ho ripercorso le tappe della precedente unione, e mi sono accorta che molte scelte erano state fatte in automatico. Era come se mi fossi limitata a seguire un percorso prestabilito dalla società. Questo vale a maggior ragione quando si parla di bambini: paradossalmente è più facile dire ‘non posso avere figli’ che ‘non voglio averne’. Le sembra giusto?
Contro il Fertility Day
In un’intervista rilasciata a Vanity Fair nel 2016, Michela espresse anche la sua dura critica al Fertility Day lanciato dal ministro Beatrice Lorenzin.
È uno strappo alla carta dei diritti della donna – ha detto l’attrice – Eppure ci abbiamo messo così tanto tempo a essere riconosciute come individui indipendentemente da che cosa fanno o non fanno le nostre ovaie… […] Io non voglio figli. Ma c’è una parte di me che dice: ‘Nel migliore dei mondi possibili, bisognerebbe farli da giovani, quando le condizioni psico-fisiche consentono di essere genitori svegli, ma questo deve essere garantito dal Paese’. Quindi, se il tentativo era trattenere gli uteri in Italia, perché sempre più donne li usano tardi, li usano fuori, e quindi l’incentivo era: ‘Usateli ora, usateli qui’, io ti rispondo: ‘Mettimi nella condizione di farlo’. Ma non come femmina, come essere umano. Ho trovato terribile che fosse indirizzata solo alla donna, poi, e non ai padri o all’altro genitore, come se i figli fossero figli solo di uno: sembrava una campagna dedicata alle ragazze madri.
In Nove lune e mezza parlava dell'ossessione per i figli
Nel suo debutto da regista, con Nove lune e mezza, nel 2017, Michela ha affrontato di nuovo l’argomento maternità, raccontando la storia di due donne alla soglia del 40 anni con prospettive diverse, l’una che vive nell’ossessione di diventare madre, inutilmente, e l’altra, interpretata da Claudia Gerini, che non vuole avere figli perché non intende rinunciare alla carriera.
Sono inciampata in Roger Rabbit
Michela dal 2013 è legata al regista Massimiliano Vado, con cui si è sposata il 21 maggio 2015, durante il Celebration day in Campidoglio a Roma, unica coppia etero in mezzo a molte gay. Nell’intervista per Vanity lo ha chiamato il suo “Roger Rabbit”.
Prima che arrivasse lui, sono stata una single felice anche di accompagnarsi con multipli, che trovava gratificazione in relazioni sensuali brevi, con uomini più giovani […] Innamorarsi dopo i 45 è una figata.
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