È facile pensare che dietro un aborto si nasconda una scelta ponderata, consapevole, razionale, che proprio in quanto tale non può causare sofferenze o dilemmi morali interiori. Facile pensare che, in qualche modo, le mamme che scelgono di interrompere una gravidanza non abbiano motivi per star male, e non debbano azzardarsi nemmeno a dirlo, perché sarebbe uno schiaffo in faccia a chi un figlio lo voleva ma non lo ha potuto avere. Fin troppo facile, semplificare e banalizzare una decisione che, invece, comunque ha spesso ripercussioni psicologiche importanti.

Insomma, non è affatto detto che ci scelga, con piena consapevolezza e razionalità di interrompere una gravidanza non “subisca” in qualche modo il peso di questa decisione, non abbia traumi conseguenti o viva il momento con la massima serenità; non tutte le donne affrontano post aborto traumatici, ma non si deve pensare che chi lo subisca non “meriti” compassione o umanità solo a causa della scelta fatta volontariamente e senza costrizioni.

Si parla addirittura di Sindrome da stress post-aborto (PASS), questo il nome che è stato dato alle conseguenze psicologiche dell’aborto, basata sul Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Come spiega psychologytoday.com, il termine non è stato accettato dall’American Psychiatric Association o dall’American Psychological Association, ed è spesso al centro di polemiche, soprattutto da parte degli antiabortisti che lo vedono come uno strumento con cui giustificare facilmente la scelta dell’interruzione di gravidanza.

A onore del vero, però, c’è da dire che qualsiasi evento che causa un trauma può effettivamente portare a PTSD, e l’aborto non fa certo eccezione. Una donna può essere pienamente consapevole e fermamente convinta di abortire, ma non è mai una decisione facile. Anche quando è la decisione giusta, a volte esiste un livello di conflitto che la donna deve affrontare per ritrovare la pace con se stessa.
I sintomi più evidenti attraverso cui si manifesta il PASS sono soprattutto ansia, senso di colpa (esiste sempre la paura soprattutto del giudizio altrui), depressione, flashback legati all’esperienza dell’operazione e, in taluni casi, anche istinti suicidi. Tutte evidenze di ogni Disturbo Post Traumatico da Stress.
Se il quadro non sembra abbastanza chiaro, prendiamo alcuni dei dati riportati in questo articolo del 2015: le donne che hanno abortito hanno 3 volte più probabilità, rispetto alle donne in età fertile, di commettere suicidio. La percentuale di rischio di donne che hanno abortito, rispetto alle donne nella popolazione generale, di avere almeno un problema di salute mentale è invece addirittura dell’81%.
Circa il 45% delle donne che ha avuto un aborto ha istinti suicidi subito dopo aver subito la procedura. Solo l’1% delle donne in età fertile cerca aiuto psichiatrico per problemi di salute mentale nei 9 mesi precedenti l’aborto. Dopo aver abortito, la percentuale sale all’1,5%.

E ancora: le donne che hanno abortito possono cadere in depressione fino a 8 anni dopo l’evento, e ben il 34% delle donne che hanno interrotto la gravidanza può sviluppare problemi di ansia, mentre addirittura il 110% rischia di sviluppare una dipendenza da alcol.

Insomma un aborto può lasciare delle conseguenze, e, seppur voluto, non è detto che sia sempre vissuto serenamente. Anche le donne che scelgono di non essere madri possono soffrire, e le storie che riportiamo nella gallery sono molto più significative di qualsiasi dato o percentuale.

"Se non lo volevi perché soffri?": Il dolore di chi ha scelto l'aborto
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