È successo in Francia, circa un paio di anni fa, ma la notizia è stata resa pubblica solo ora, a sentenza avvenuta.
Un automobilista, sotto l’effetto di psicofarmaci e alcol, ha investito una donna incinta di sette mesi che stava camminando sul marciapiede.
Il bambino è morto sul colpo.

Il giudice della Camera correzionale del tribunale di Tarbes ha inizialmente condannato l’automobilista per omicidio involontario a tre anni di carcere con la condizionale, a 300 euro di ammenda per eccesso di velocità e a tre anni di sospensione della patente. Una condanna che aveva trovato anche il benestare del procuratore Chantal Firmigier-Michel.

La madre del piccolo e vittima dell’incidente, Elisabeth Gadoulet, ha subito un terribile trauma psicologico dopo questa sua grave perdita e l’automobilista, sentendosi fortemente in colpa, ha chiesto di essere condannato per l’omicidio di un futuro neonato.
Una sentenza, la sua, non affatto scontata.

In un famoso precedente, che ha fatto giurisprudenza in Francia, la Corte di Cassazione nel 2001 si era rifiutata di condannare un altro automobilista di Metz che nel 1995, investendo una donna, aveva causato la morte del bambino che portava in grembo. Secondo i giudici di legittimità, infatti, l’articolo 221-6 del Codice penale sull’omicidio involontario non si può applicare a un feto, perché questo non è una persona umana.

Parole pesanti, soprattutto per una futura mamma, vittima due volte.

La stessa procura che aveva ritenuta congrua la condanna, ha poi fatto ricorso e pochi giorni fa la Corte di appello di Pau ha assolto l’uomo_automobilista accuse di omicidio involontario perché la vittima non è fisicamente “viva”.

Mille sono i paradossi in questa vicenda.
La procura non ha contestato, insieme all’accusa di omicidio involontario, il fatto che padre e madre si siano costituiti parte civile per Yanis, il nome che avevano deciso di dare a loro figlio. Perché hanno potuto costituirsi parte civile se Yanis non ha tutela giuridica come persona?

Inoltre in Francia l’articolo 222-19 del Codice penale punisce “le ferite causate accidentalmente a un feto (…) che non gli impediscano di nascere”. Ferire un feto involontariamente dunque si può, ed è punito dalla legge, ucciderlo no.

Il feto NON è una persona?
Siamo ancora a questo punto nel 2015?!
Scioccante.

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