8 Segnali che Dicono Quando una Mamma è Esaurita
A volte le mamme rischiano l'esaurimento. Pensate di essere tra queste? Vediamo se vi riconoscete in questi segnali che dicono quando una mamma è sull'orlo dell'esplosione!
A volte le mamme rischiano l'esaurimento. Pensate di essere tra queste? Vediamo se vi riconoscete in questi segnali che dicono quando una mamma è sull'orlo dell'esplosione!
Giornate pazze a correre di qui e di là: quando si ha un figlio (o due, o tre o… ) la tranquillità è sempre messa in secondo piano e la stanchezza sembra quasi la nostra migliore amica.
Ci si alza la mattina presto, prestissimo, per preparare la colazione, vestire i figli e poi portarli a scuola; poi a pranzo si cucina velocissime, per iniziare in fretta i compiti insieme e poi scappare all’allenamento di basket, alla lezione di piano, a casa di Tizio che mi ha invitato a giocare e così via.
Poi di nuovo a casa, non senza prima avere fatto una tappa al supermercato, e doccia, cena, riordino della cucina e infine, tracollo sul letto o sul divano.
Oh, e in tutto questo bisogna anche dedicare qualche attenzione al marito!
Ma se questa può essere la giornata tipo di una mamma (sì, con qualche esagerazione), quali sono quelle cose che ci fanno comprendere che stiamo superando la soglia della normalità e siamo cadute nelle braccia dell’esaurimento?
Vediamo insieme i classici comportamenti (semi-seri) della mamma esaurita!
I tuoi occhi danno scintille davanti al caos irreversibile in cui è caduta la tua casa: cumuli di giocattoli, letti disfatti, pappette spiaccicate sulle pareti della cucina, pannolini ovunque.
Se poi il tuo bimbo ti guarda e ti dice che i tuoi occhi sono strani perché sono rossi hai raggiunto l’apice!
Ogni motivo è buono per prendere un caffè: colazione, arrivo in ufficio, pausa di metà mattina, prima di pranzo, dopo pranzo, perché il bambino piange, perché la bambina fa i capricci, perché sì, perché è ora di merenda, alle cinque al posto del tè, prima di cena, dopo cena.
Insomma, il tuo essere caffeina-dipendente è un segnale di un certo esaurimento…
Sei diventata un’esperta di maledizioni e fatture da mandare alle tue amiche single che si lamentano per il poco sonno?
Quando senti una tua amica lamentarsi perché ha fatto tardi durante una serata al cinema e ora deve recuperare qualche ora di sonno, non puoi che augurarle che il futuro figlio trovi il dormire un’attività del tutto futile e che preferisca sostituirla con le coliche notturne.
Sei un po’ cattivella, mia cara mamma esausta!
Sei al supermercato con il tuo urlante pargolo nel seggiolino del carrello e ti imbatti in un’altra mamma che ha un figlio della stessa età del tuo.
La squadri da capo a piedi: vestita bene (con tanto di tacco), pettinata meglio ed emana anche un buon profumo di lavanda.
Poi ti guardi: pantaloni della tuta privi di forma che porti sia di giorno sia di notte, maglietta con macchie dalla dubbia provenienza, felpone preso in prestito dal marito, scarpe da ginnastica sformate, capelli osceni con tanto di mollettone fucsia indossato a mo’ di coroncina.
Sei anche sicura di odorare di latte rancido.
Pensi che forse dovresti gettarti sul banco del pesce e piangere come se non ci fosse domani.
Lo vedi alzarsi baldanzoso, riposato e dirti che ha invitato gli amici a cena quella sera, visto che ultimamente ti vede più riposata.
Tu non hai nemmeno la forza di rispondergli e ti limiti a guardare la tua faccia smorta allo specchio, con tanto di occhiaie viola e occhio ballerino.
Ti domandi se tuo marito viva su un altro pianeta, mentre dall’altra stanza arriva l’urlo del tuo bimbo che si è appena svegliato.
Vado io, no vai tu, io non vado, dai per favore, ti prego, ti supplico… tutte le volte che il bambino scoppia a piangere nel bel mezzo della notte qualcuno deve alzarsi.
Entrambi provate a fare finta di dormire nella speranza che sia l’altro ad alzarsi e ormai avete imparato a convivere con un piedino conficcato nel fianco quando siete nel letto.
Tu ormai hai quasi il callo, ne sei sicura.
Evidentemente, il tuo bimbo riconosce l’altezza in cui lo metti a dormire: ogni volta che si addormenta tra le tue braccia, cullato mentre percorri per 426 volte il perimetro del salotto, e tu provi a metterlo nella sua culla o nel suo lettino lui si sveglia.
Dopo aver ripercorso per altre 215 volte il perimetro del salotto, il pargolo crolla e stavolta è troppo esausto per riconoscere l’altezza.
Il problema è che poi sei troppo esausta anche tu.
Lo ha cronometrato: ha pianto in modo ininterrotto per 7 ore.
Il tuo occhio è attraversato da un tic nervoso, perché non capisci come sia possibile che non la smetta.
Ha mangiato, lo hai cambiato, lo hai coccolato, gli hai cantato la ninna nanna… ma nulla!
Poi arriva tuo marito e ti dice di attaccarlo al seno.
E tu te ne esci con un “attaccatelo tu”, assolutamente convinta che sia biologicamente possibile.
Creativa, disordinata, lunatica, con la passione per tutto ciò che è ottocentesco, ricorda Parigi o ha a che fare con Victor Hugo. Amo la letteratura, la moda, le camminate in montagna, i dolci al cioccolato e le serie televisive ...
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