L’allattamento rappresenta il metodo più immediato e naturale di nutrire l’infante nei primi mesi di vita, eppure molte mamme fumatrici rischiano di ‘inquinare’ questo prezioso alimento, riprendendo a fumare dopo i nove mesi di gravidanza e credendo di dover difendere il neonato solo dal fumo passivo e non dalle disastrose conseguenze che esso implica durante l’allattamento.

Gli effetti nocivi del fumo sul bambino

(Foto: Web)
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Molte future mamme abbandonano le sigarette durante il periodo della gravidanza in modo da proteggere il feto dai rischi del fumo durante il suo sviluppo. Una volta partorito, però, queste incallite fumatrici riprendono il vizio credendo erroneamente di far male solo a se stesse e di dover proteggere il neonato solo dal fumo passivo, ma in realtà non è proprio così.

Allattamento e fumo non devono e non possono andare di pari passo: dopo il parto la neomamma deve continuare ad avere particolari attenzioni nei confronti nel neonato e ciò implica anche nutrirlo con un latte materno che sia puro e non ‘inquinato’ dalla nicotina.

Infatti, il bimbo deve essere protetto dalle conseguenze del fumo attivo: riprendere a fumare proprio durante il periodo dell’allattamento interferisce con quelli che sono i normali processi di produzione e di emissione del latte materno, e non solo. L’accoppiata allattamento e fumo non gioca a favore del piccolo perché il fumo è il principale veicolo di sostanze nocive nel latte materno ingerito dal bimbo.

Studi hanno dimostrato, infatti, come la nicotina delle sigarette riesca a ridurre in modo notevole la produzione di latte materno a sole due settimane dal parto: le mamme che riprendono a fumare rischiano di compromettere fortemente la salute del neonato. Le concentrazioni degli ormoni prolattina e ossitocina, infatti, da cui dipende la produzione del latte materno, diminuiscono drasticamente a causa dell’assunzione di nicotina contenuta nelle sigarette: in pratica, il latte materno diventa meno nutriente tanto che la mamma fumatrice rischia di dover interrompere l’allattamento già prima della decima settimana successiva al parto.

Naturalmente gli effetti del fumo durante l’allattamento si riversano subito sul neonato tanto da nuocergli al punto da indurgli coliche gastrointestinali frequenti, insonnie, nausee, agitazione e pallore cutaneo e ciò dipende proprio dal fatto che il neonato ingerisce nicotina attraverso il latte materno.

Un consiglio utile per la mamma che fuma molto può essere quello di bere un bicchiere d’acqua quando diventa forte l’impulso di fumare: l’acqua, infatti, diminuisce il desiderio del fumo e al tempo stesso aiuta nell’espulsione della nicotina.

I consigli per smettere di fumare

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Non pensiate di poter iniziare subito a non fumare se avete ripreso durante l’allattamento: bisogna smettere in maniera graduale fino ad arrivare al primo giorno di totale assenza di fumo. In realtà, se si è smesso di fumare durante la gravidanza e si riprende proprio nella fase di allattamento si è sprecata una buona occasione per dire addio in modo definitivo alle sigarette.

Se una mamma si rivela accanita fumatrice può continuare ad allattare? In realtà, il binomio allattamento e fumo non è così pericoloso come quello con alcol o droghe, ma ciò non significa che fumare durante l’allattamento faccia bene, anzi! Il bebè può accusare facilmente disturbi del sonno che portano a una maggiore irritabilità e a colichette più frequenti. Inoltre, esporre il bimbo al fumo passivo può instillare patologie croniche come l’asma bronchiale.

Quindi, la neomamma deve cercare di dire addio al fumo per il benessere proprio e del neonato, ma da dove iniziare? Partiamo dalla consapevolezza che per nove mesi la mamma è riuscita a non toccare alcuna sigaretta: ciò rappresenta un importante punto di inizio perché testimonia come determinazione e volontà di smettere di fumare siano ancora presenti e forti nella neomamma.

Altro motivo importante che spinge a smettere di fumare è quello di preservare la salute del proprio bebè. La neomamma, quindi, dovrebbe prima di tutto prendere coscienza dei motivi e dei tempi in cui ha ripreso a fumare e cercare di cambiare nuovamente le proprie abitudini trovando alternative alla pausa sigaretta. Ciò sarà anche facilitato dalla presenza del nuovo arrivato: con un neonato in casa non sarà difficile impegnarsi in altre attività, inoltre è consigliabile anche organizzare il proprio tempo in base alle necessità proprie e del bimbo e informare i propri familiari dell’intenzione di smettere di fumare.

In questo modo si potrà ottenere anche un supporto in più da chi frequenta ed è più vicino alla neomamma: il sostegno e l’assistenza della propria famiglia è molto importante soprattutto per evitare di ricadere nuovamente nel vizio. I familiari devono essere i primi a essere informati perché possono aiutare a tenere occupate le mamme stando loro più vicino quando la tentazione di accendere la sigaretta è forte.

Le sigarette elettroniche

(Foto: Web)
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Per le neomamme che desiderano fortemente smettere di fumare e vogliono farlo in modo progressivo, un ottimo metodo è rappresentato dai sostituti nicotinici, ovvero le sigarette elettroniche, che possono ridurre gli effetti dovuti all’astinenza da fumo come gli atteggiamenti aggressivi, i disturbi del sonno o eventuali comportamenti bulimici.

La sigaretta elettronica serve proprio per permettere ai fumatori incalliti di abbandonare il vizio man mano: in realtà, ciò che manca ai fumatori, oltre al piacere stesso di assaporare la nicotina in bocca, sono anche le percezioni e i gesti propri dell’estrarre la sigaretta, accenderla e portarla alla bocca. Si tratta, infatti, di un vero e proprio rituale che molti fumatori trovano pienamente rilassante e a cui diventa difficile rinunciare. Proprio per questi motivi le sigarette elettroniche costituiscono oggi il metodo più efficace per smettere con la nicotina: il dispositivo elettrico permette di scalare la dose di nicotina presente al suo interno fino alla sua totale assenza.

In questo senso le e-cig, ovvero le electronic cigarettes, sono meno dannose di quelle tradizionali perché contengono quantità inferiori di nicotina che è possibile dosare a proprio piacere e non implicano di rinunciare al rituale dell’accensione e dell’aspirazione della sigaretta che tanto soddisfa il fumatore incallito.

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