
Ansia post-partum: è meno famosa, ma più frequente, della depressione
Ne soffrono dal 10 al 20% delle donne che hanno partorito. Vediamo cos'è l'ansia post-partum e come sconfiggerla

Ne soffrono dal 10 al 20% delle donne che hanno partorito. Vediamo cos'è l'ansia post-partum e come sconfiggerla
Alcune donne soffrono di ansia post-partum, diventare mamma è fonte di felicità per tante ma si può rivelare anche un’esperienza dai risvolti terrificanti. Già la gravidanza può mettere a dura prova la stabilità emotiva di una donna visti i cambi repentini al livello fisico, pensiamo solo allo stravolgimento ormonale che avviene nei nove mesi di gestazione, a livello estetico per il cambio di fisicità e a livello emotivo per la paura del parto e per quello che succederà dopo.
Dopo il parto infatti la vita non è più quella di prima: cambiano le routine e la vita “di prima” molto spesso viene sommersa da altre incombenze e responsabilità. Si devono fare i conti sia con i cambiamenti più immediati che con quelli che verranno dopo poco tempo come il rientro a lavoro, il nuovo corpo con cui ci si deve nuovamente abituare e soprattutto i pensieri sulle proprie responsabilità e sull’eventuale possibilità di non essere in grado di fare la mamma.
Sono tutti questi pensieri che spaventano e si aggiungono a quelli accumulati durante la gravidanza tanto che la neo mamma si sente talmente stressata e impaurita da soffrire di ansia post-partum.
La nuova condizione genitoriale mette a dura prova alcune mamme, magari quelle che hanno avuto una gravidanza più difficile o che di punto in bianco hanno capito all’improvviso il vero carico della maternità e credono di non essere in grado di sostenerlo. La sintomatologia dell’ansia post-partum è simile a quella dell’ansia “normale” ossia possono presentarsi stati più o meno lunghi e continui di paura e preoccupazione costante, pensieri negativi ricorrenti e a volte anche episodi di attacchi di panico, insonnia e mancanza di appetito. Quella che sembra essere la maggiore fonte di preoccupazione è la salute e la sicurezza del bambino, questo fa parte dell’essere mamma e tenuto ai giusti livelli è del tutto normale. La situazione però sfoca nell’ansia quando questo atteggiamento diventa eccessivo e prova tensione sia nella donna che in suo figlio.
Dopo il parto circa l’80% delle neomamme soffre di Baby Blues, una sensazione di malessere e tristezza che solitamente si risolve nel giro di una settimana, mentre dal 10 al 20% soffrono di gravi episodi di depressione ed ansia e molte donne hanno un’alta probabilità di provarle durante il primo anno da mamma rispetto a qualsiasi altro periodo della loro vita. I numeri sono consistenti ma ancora oggi a questi disturbi non viene data l’importanza che meritano.
Secondo uno studio condotto da Jodi Pawluski, neuroscienziato dell’Università di Rennes in Francia, i disturbi dell’umore post-partum possono sembrare simili ad ansia e depressione che si possono provare durante le altre fasi della vita. In realtà l’ansia post-partum coinvolge aree cerebrali diverse rispetto a quelle delle donne che non sono neomamme, ci sarebbero quindi delle differenze a livello neurobiologico.
Per la loro ricerca Pawluski e i suoi colleghi hanno scansionato il cervello di mamme con depressione e ansia post-partum confrontandole poi con quelle di persone con disturbi depressivi più gravi. L’analisi ha messo in luce che i disturbi dopo il parto coinvolgono schemi cerebrali differenti rispetto a chi soffre di ansia e non ha partorito di recente. La differenza più evidente l’hanno trovata nell’amigdala, l’area cerebrale deputata alla paura e alle reazioni alle minacce: le neo mamme mostravano un’amigdala meno reattiva ai segnali emotivi eccetto quelli che riguardavano il loro figlio.
“L’ansia post-partum probabilmente non è solo un’estensione del disturbo depressivo che ben conosciamo, come implica la classificazione diagnostica tradizionale. – spiega Pawluski – Ma più conosciamo la neurobiologia di questo disturbo post-partum e più saremo in grado di trattarlo”.
Per prima cosa si dovrebbe capire se i malesseri che si provano sono dovuti alla forte stanchezza causata dall’alterazione di tutti i ritmi (in primis quello del sonno) senza minimizzare e sottovalutare quello che si prova credendo di essere inadeguate, visto che tutti si aspettano che le donne siano a prescindere delle mamme modello. Se si è tristi non c’è niente di male, invece molte neo mamme pur essendolo non lo dicono per paura di essere giudicate.
Stanchezza a parte non vanno sottovalutati segnali come continuo senso di inadeguatezza, difficoltà di attenzione, disagio, perdita di interesse per qualunque cosa e problemi di concentrazione. Se ci si rende conto che c’è qualcosa che non va bisogna parlarne con qualcuno: può essere il medico di base oppure uno specialista con cui esprimere serenamente e senza indugi la propria situazione.
Blogger, amante del fitness e degli animali, ho due gatti che vivono con me. Mi piace tutto quello che può essere "gestito" in modo naturale.
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