I bambini prematuri possono soffrire molto, ma i comuni farmaci contro il dolore (come la morfina) non possono essere utilizzati su di loro, perché troppo forti per dei corpi così piccoli. Esiste, però, una terapia del dolore alternativa che può aiutarli in questo difficile momento della loro vita.

Il dolore provato nelle prime settimane di vita da un bambino prematuro può essere così forte e scioccante da influire su tutto il resto della sua vita. Può infatti esporre il bimbo a un rischio maggiore di disturbi dello sviluppo e del comportamento.

Per lungo tempo, però, si è creduto che i bambini prematuri non provassero dolore. Si pensava, infatti, che il loro cervello non fosse ancora abbastanza sviluppato per sperimentare la sofferenza. Anche quando i bambini avevano bisogno di interventi chirurgici invasivi, come quelli a cuore aperto, questi venivano eseguiti senza anestesia o antidolorifici.

“Il punto di svolta”, ha affermato Terrie Inder, coordinatore del reparto di medicina pediatrica neonatale al Brigham and Women’s Hospital di Boston, “è avvenuto con le osservazioni di un anestesista pediatrico. Ha notato che durante questi interventi a torace aperto eseguiti sui neonati senza anestesia la frequenza cardiaca è aumentata notevolmente”. Ciò indicava, quindi, che c’era una sorta di risposta al dolore anche nei neonati.

“Così ha iniziato a misurare anche altri marcatori degli ormoni dello stress e ha mostrato che il bambino stava effettivamente provando dolore durante l’intervento chirurgico”, ha continuato Inder. “Era la fine degli anni ’70, l’inizio degli anni ’80. E odio dire che c’è ancora molto lavoro da fare in questo campo”.

La terapia del dolore per i bambini prematuri

Grazie agli studi approfonditi dell’infermiere neonatale Mats Erikkson e del suo gruppo di ricerca internazionale, oggi è possibile mettere in pratica diverse tecniche per alleviare il dolore dei bambini prematuri anche senza farmaci.

Questi studi si basano su metodi empirici basati sull’osservazione dei bambini. L’espressione sui loro volti e il modo in cui si muovono possono rivelare molto su ciò che sperimentano a livello fisico.

Da questi studi è venuti fuori che lo zucchero sembra aiutarli a stare meglio. “Se si da mangiare a un bambino prematuro un po’ di zucchero prima, ed esempio, di un prelievo di sangue, si agiterà molto meno”, ha detto Erikkson. “Non sappiamo esattamente perché questo avvenga”. Lo zucchero deve però essere somministrato in piccolissime dosi, perché può provocare disturbi cognitivi nel neonato.

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Ciò che più di ogni altra cosa sembra funzionare per alleviare il dolore di questi bimbi, però, è il tocco amorevole dei genitori. In particolare, si è constatato, quello della madre. “Quando si preleva del sangue da un bambino che giace sul petto della madre o del padre, e non si nota alcuna reazione nel bambino”, ha dichiarato Emma Olsson, infermiera e ricercatrice in terapia intensiva neonatale, nonché collega di Erikkson. “Non succede sempre, ma quando succede è molto bello”.

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