Come affrontare l'ingorgo mammario

Può capitare, nel periodo iniziale dell'allattamento, che la neo mamma soffra di ingorgo mammario. Il problema non è raro, e non occorre fare ricorso a rimedi particolari per curare il disturbo, è sufficiente rispettare alcune semplici, piccole regole base prima di attaccare il bambino al seno... e non lasciarsi prendere dal panico!

Nei giorni immediatamente successivi al parto può capitare di soffrire dell’ingorgo mammario, un problema tipico del post-parto dovuto ad un aumento di dimensioni e pressione a livello della ghiandola mammaria, seguito alla sintesi e alla conservazione del latte materno.

L’ingorgo generalmente si verifica nel momento della montata lattea, ovvero quando la mammella passa dalla sintesi del colostro al latte maturo, più o meno intorno alla terza o quinta giornata, anche se talvolta può ritardare. Arrivato a questa fase il latte comincia ad essere secreto abbondantemente, spesso anche in quantità superiori rispetto alle effettive necessità del neonato.

Tuttavia l’ingorgo mammario può avvenire anche in tempi successivi, ad esempio se una donna che allatta al seno manca alcune poppate oppure quando il neonato non succhia a sufficienza e viene perciò eliminata una quantità piuttosto scarsa di latte dalle mammelle; ma l’ingorgo può anche essere aggravato da un allattamento al seno insufficiente, oppure da una qualunque causa che comporti il blocco dei dotti lattiferi, fino a comportarne, se non adeguatamente trattato, l’ostruzione.

I dotti lattiferi ostruiti possono presentarsi come zone circoscritte del seno che presentano dolore o noduli, quindi indurimenti, tanto che da quel dotto il latte non fuoriesce. In corrispondenza del nodulo può essere notato anche un arrossamento della pelle e una maggiore sensibilità superficiale al tatto. Se non opportunamente curato, il disturbo può portare ad infezioni della mammella, come la mastite, la cui sintomatologia è costituita da un innalzamento della temperatura corporea, malessere generale ed ascessi circoscritti.

I sintomi principali dell’ingorgo mammario

ingorgo mammario sintomi
Fonte: Web

Il primo sintomo importante che può portare a pensare di soffrire di un ingorgo mammario è la sensazione di gonfiore e di dolore fisso alla mammella, che si spingono fino a causare edemi ed arrossamento anche dei capezzoli. Nei casi di seno particolarmente gonfio e teso, si potrà addirittura notare che il capezzolo è retratto all’interno dell’areola, con conseguente maggiore difficoltà per il neonato di attaccarsi al seno materno, che catapulterà la madre in una sorta di “circolo vizioso” dato che, come abbiamo visto, una delle cause principali di ingorgo mammario è appunto la suzione insufficiente da parte del bambino.

Altri sintomi frequenti sono la sensazione di malessere generale, la perdita di appetito, l’affaticamento, accompagnato da debolezza e brividi. Se all’inizio si può registrare un lieve rialzo febbrile, nei casi in cui la mastite o l’ostruzione dei dotti lattiferi fanno la loro comparsa si nota un deciso aumento della temperatura corporea.

Quali sono i rimedi più efficaci ad un ingorgo mammario

ingorgo mammario rimedi
Fonte: Web

Una donna che soffre di un ingorgo mammario deve comunque proseguire ad allattare regolarmente. In molti casi un trattamento di impacchi caldi e freddi prima delle poppate può rivelarsi davvero utile, in particolare le spugnature caldo-umide alla mammella, eseguite circa 10 o 15 minuti prima di attaccare il neonato al seno. Molto importante è poi che la donna impari a rilassarsi durante l’allattamento, assumendo una posizione comoda e concentrandosi su ciò che si sta apprestando a fare: tutti questi sono accorgimenti che, seppur piccoli, possono rivelarsi preziosissimi nella prevenzione dell’ingorgo mammario.

Anche un massaggio delicato delle mammelle, eseguito con movimenti concentrici in direzione del capezzolo, può agevolare la fuoriuscita del latte, mentre subito dopo la poppata, se il dolore avvertito dovesse essere intenso, ci si può concedere un impacco freddo sotto la regione ascellare.

Da non sottovalutare è anche la scelta del reggiseno più adeguato per l’allattamento, che sia con spalline larghe e che non graffiano e coppe apribili, capace di contenere l’intera mammella, importantissimo per alleviare il disagio ed altri sintomi.

Quando non è possibile attaccare il bambino al seno si consiglia in tutti i casi di fare ricorso al tiralatte, per togliere appunto il latte prima della poppata e agevolare la suzione al neonato, offrendogli un seno meno duro e teso.

Alcuni metodi prima molto usati, come l’utilizzo di bendaggi compressivi o di foglie di cavolo, o la limitazione dell’apporto di liquidi, attualmente risultano essere caduti in disuso, e anche il ricorso alla bromocriptina, con dosaggio di 2,5 mg per via orale da assumere due volte al giorno, al fine di inibire la produzione di latte, è ormai ritenuto superato, soprattutto a causa degli effetti collaterali prodotti.

Se, nonostante i rimedi e le misure adottate, la neo mamma continua ad accusare tutti i sintomi dell’ingorgo mammario, la soluzione più efficace rimane comunque quella di rivolgersi al proprio medico di fiducia, che saprà valutare eventuali caratteristiche particolari del caso e consigliare la terapia più opportuna.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!