Finalmente una buona notizia per quel che riguarda i (futuri) genitori che intendono usufruire del congedo parentale, ovvero l’astensione obbligatoria dal lavoro al momento della nascita del figlio o dell’arrivo di un bambino in affidamento o in adozione. La nuova riforma del lavoro avviata con il Jobs Act ha fornito, infatti, importanti cambiamenti a riguardo.

Ieri è entrato in vigore il decreto legislativo sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che prevede nuove modalità e nuovi tempi sul versante del congedo parentale. Questo nuovo decreto legislativo, infatti, interviene principalmente sulle norme che regolano il congedo di paternità e maternità, il congedo parentale facoltativo e i diritti dei genitori che sono lavoratori autonomi o iscritti alla Gestione Separata INPS. Ma è interessante notare che sono state introdotte alcune novità anche per quel che riguarda il congedo per le donne vittime di violenza di genere e sul telelavoro.

Ma in parole povere cosa cambia dal 25 giugno 2015? Per prima cosa, il decreto in questione prevede l’allungamento dei tempi di utilizzo del congedo parentale. Vengono mantenuti i 6 mesi per la mamma, ma viene innalzato il tetto complessivo fino a 6 anni di età del bambino per il congedo retribuito al 30% (che finora era a 3) e a 12 quello per quello non retribuito (che finora era a 8). E si riduce da 15 a 5 giorni anche il tempo minimo per il preavviso al datore di lavoro. Attenzione però: tutte queste novità attualmente valgono per i congedi in corso e per quelli residui fino a dicembre 2015.

Ma le novità non sono finite qui. Il decreto prevede la possibilità di ‘trasformare’ il congedo parentale in lavoro part-time al 50% , un sogno che si avvera per molte donne dal momento che il datore di lavoro non può rifiutarsi. Inoltre, è contemplata la possibilità di estendere il periodo di congedo di maternità obbligatoria oltre i cinque mesi se il parto è molto prematuro e anche la possibilità di incentivare il telelavoro. E ancora: potranno avvalersi di 3 mesi di congedo anche le donne vittime di violenza. Un bel passo avanti, se pensiamo a quanto sia difficile conciliare lavoro e maternità sopratutto quando i figli sono ancora piccoli.

Questi sono, sinteticamente,  i punti cardine del nuovo decreto. L’obiettivo è quello di innalzare il tasso di occupazione femminile, fermo  al 47%, ma resta ancora da capire come le aziende recepiranno le novità apportate. Di certo è stato dato un forte segnale di innovazione. Il Governo mira, infatti, ad abbattere le assenze durature dal lavoro nei primi anni di vita dei figli così da agevolare il rientro in azienda e limitare (inevitabili) blocchi di carriera.

Un grosso limite, tuttavia, è che tale decreto verrà attuato solo per il 2015. Il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, però, ha pubblicamente dichiarato che il Governo si sta già impegnando attivamente a garantire le risorse necessarie a garantire l’attuazione anche per gli anni successi.

E ora gustiamoci queste dolcissime immagini:

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!