Nella provincia di Mahweet, nello Yemen nord-occidentale, l’ospedale Bani Saad è l’unica struttura sanitaria disponibile e può essere raggiunta solo attraverso insidiose montagne a dorso di cammello o a piedi. Per questo migliaia di donne incinte, tra cui la giovane 19enne Mona, sono costrette a fare un viaggio molto lungo e scomodo per poter partorire in sicurezza.

Dal villaggio di Mona, Al-Maaqara, all’ospedale c’è una distanza i circa 40 km, che normalmente si potrebbe percorrere in quattro ore. Ma l’assenza di strade, il maltempo e le doglie hanno richiesto alla ragazza sette ore.

Mentre si aggrappava alla sua cavalcatura, Mona temeva per la sua sicurezza e quella del suo bambino non ancora nato. “Ad ogni passo che il cammello faceva in avanti, ero fatta a pezzi”, ha detto. “La strada era rocciosa, il viaggio estenuante fisicamente e mentalmente”.

8

L’ultima tappa della strada Mona e il marito l’hanno dovuta fare a piedi. “Ci sono state volte in cui ho pregato che Dio mi portasse via e proteggesse il mio bambino in modo che potessi sfuggire al dolore”, ha ammesso la ragazza.

Mona non ha ricordi del suo arrivo in ospedale, ma ricorda di essere stata piena di speranza dopo aver sentito il pianto del suo bambino nelle mani di ostetriche e chirurghi. Lei e suo marito hanno deciso di chiamare il bambino Jarrah, come il chirurgo che li ha salvati.

Yemen, una terra dilaniata dalla guerra

Le strade per l’ospedale dai villaggi vicini sono strette. Alcune sono disintegrate o bloccate a causa di otto anni di guerra tra le forze filogovernative sostenute da una coalizione guidata dai sauditi e il movimento ribelle Houthi sostenuto dall’Iran.

Donne, familiari o partner spesso assistono le donne incinte per ore attraverso le montagne fino all’ospedale. Salma Abdu, una donna 33enne che in passato ha accompagnato una donna incinta all’ospedale, ha raccontato che a metà del suo viaggio ha visto un’altra partoriente morire durante la notte.

“Abbiamo bisogno di strade, ospedali, farmacie. Siamo bloccati in questa valle”, ha detto Salma. “Chi è fortunato partorisce sano e salvo. Altri muoiono, anche dopo aver sopportato le difficoltà del viaggio”, ha detto. Alcune famiglie possono pagare l’ospedale ma non hanno le risorse finanziarie per arrivarci.

Una donna muore ogni due ore durante il parto per cause prevenibili nello Yemen, secondo Hicham Nahro del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA). Nahro ha affermato che spesso le donne nelle aree remote dello Yemen non si sottopongono a controlli regolari e non cercano aiuto a meno che non subentrino forti dolori e sanguinamento.

Meno della metà delle nascite è assistita da un medico qualificato e solo un terzo delle nascite avviene in una struttura sanitaria, secondo l’UNFPA. Due quinti della popolazione yemenita vive a più di un’ora di distanza dal più vicino ospedale pubblico. La guerra ha reso impossibile alle famiglie viaggiare senza difficoltà.

Gli ospedali mancano di personale qualificato, attrezzature e medicinali e gli investimenti in strade e infrastrutture sono in fase di stallo. Secondo l’UNFPA, solo una struttura funzionante su cinque è in grado di fornire servizi affidabili per la salute materno-infantile.

Con l’esaurimento dei finanziamenti internazionali, centri come l’ospedale di Bani Saad sono stati messi in grande difficoltà nel reperimento delle risorse di prima necessità. Il personale del centro teme per il futuro di madri e bambini, poiché è costretto a dare la priorità a chi può salvare.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!