Cordone ombelicale: 10 storie di mamme che lo hanno conservato e non

Cordone ombelicale: 10 storie di mamme che lo hanno conservato e non
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La caduta del cordone ombelicale può essere fonte di paure o normali attenzioni da parte delle neomamme. A meno che non soffriate di omfalofobia – ossia la paura di toccare il proprio ombelico o quello altrui – è un’esperienza dalla quale tutte passano, più o meno volentieri. Tanto che c’è anche qualcuna che conserva la parte finale del cordone ombelicale. Cioè quella che prende il nome di radice.

C’è chi fa gioielli con il cordone ombelicale, per esempio, e c’è chi lo butta via insieme all’ennesimo pannolino sporco. Ma c’è anche chi lo conserva per ricordo nell’album fotografico. Nella gallery potrete leggere alcune esperienze in merito, tra cui molte tratte da un articolo di Cosmopolitan, del quale abbiamo dato una traduzione non professionale. Qualunque cosa decidiate di farne della radice, ricordate che non si tratta solo di un simbolo.

Il cordone ombelicale nella sua interezza è infatti una parte importante, che ha messo per nove mesi il feto in comunicazione con la madre per il nutrimento. All’interno è irrorato di sangue – per questo viene tagliato solo quando finisce di pulsare – e può essere fondamentale per la ricerca e lo sviluppo sulle cellule staminali. Purtroppo però la donazione del cordone può avvenire solo in alcuni ospedali in Italia, che sono attrezzati per consentire questa scelta.