Gli scatti del parto cesareo di Emily, che ha estratto il bambino dalla sua pancia

Gli scatti del parto cesareo di Emily, che ha estratto il bambino dalla sua pancia
Fonte: Sarah Hill Photography
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Il parto cesareo viene troppo spesso demonizzato. Una delle ragioni risiede nel fatto che secondo alcune persone la donna non è parte attiva del processo – cosa completamente errata, dato che si giunge sovente a un cesareo d’urgenza dopo anche molte ore di travaglio. E, anche così non fosse, noi donne dovremmo essere tutte unite su un punto: non ha importanza il modo in cui si dà alla luce, è importante che mamma e bimbo stiano bene, il tipo di parto non ha assolutamente nulla a vedere con le potenzialità di essere una mamma affettuosa e innamorata del suo piccolo.

Tornando alla questione relativa alla parte attiva di un parto cesareo, però, è successo qualcosa di particolare in questi giorni. La storia che stiamo per raccontarvi in immagini è quella di Emily Dial, infermiera e ostetrica del Kentucky che l’11 marzo ha fatto nascere la sua bimba, Emma, come riporta Cosmopolitan. Avete letto bene: l’ha fatta nascere, in tutti i sensi letterali possibili. Cioè Emily è la mamma biologica di Emma e al tempo stesso si è “autoaiutata” nel parto cesareo, afferrando la neonata dopo il taglio. Abbiamo questa straordinaria testimonianza perché con la partoriente è entrata in sala operatoria anche la fotografa Sarah Hill.

La storia di Emily è agrodolce. Lei è al suo terzo parto. La prima volta però, il piccolo Grayson, il primogenito, è venuto a mancare a 10 giorni dalla nascita. Poi c’è stata Ella, che oggi ha 4 anni. E infine Emma, che è nata quasi nello stesso giorno che sarebbe stato il compleanno di Grayson, il 17 marzo. Emma è giunta in un certo senso a sorpresa, nel senso che le ecografie avevano evidenziato che il feto fosse di sesso maschile. Ma si sbagliavano. Emily ha raccontato anche che, durante il parto cesareo non ha mai pensato che il suo ventre fosse aperto, ma solo a quando desiderasse coccolare quella bimba, sebbene trattenuta dal bisogno di un ambiente sterile intorno a lei.

Ho solo continuato ad avvicinarla al mio volto per guardarla – ha raccontato la donna – come a dire: Ti voglio così tanto tra le mie braccia.