Natalie Uhling: “Ho nascosto il dolore più grande dietro il profilo Instagram perfetto”
La fitness blogger Natalie Uhling ha raccontato il dolore per i suoi due aborti spontanei, ripagati dalla felicità immensa per l'arrivo della sua bambina.
La fitness blogger Natalie Uhling ha raccontato il dolore per i suoi due aborti spontanei, ripagati dalla felicità immensa per l'arrivo della sua bambina.
Fra essere un personaggio pubblico e dare in pasto al pubblico la propria vita c’è una bella differenza; per quanti non la capissero, consigliamo di leggere la storia della fitness blogger Natalie Uhling, che lei stessa ha raccontato a Cosmopolitan.
È una storia che parla di tristezza, tanta, di momenti drammatici di fronte a cui molte altre persone si sarebbero piegate e lasciate andare, ma al contempo anche di forza di volontà, di coraggio, di determinazione e dignità. Quella di scegliere di non voler condividere con gli oltre 65 mila followers un momento tanto tragico della propria vita, e di preservarlo per sé, scindendo perfettamente il ruolo pubblico e social, quello della fitness blogger, da quello di donna.
Natalie ha affrontato due aborti spontanei nel giro di appena un anno, che hanno precipitato lei e il marito Drew nella disperazione al punto da spingerli a pensare di non poter mai più avere figli.
Sappiamo che quello dell’aborto spontaneo è un lutto non sempre percepito come tale, non sempre compreso appieno, per questo Natalie ha scelto di andare avanti con il suo lavoro senza fare parola, sulla sua pagina social, di tutto quello che stava vivendo nel privato.
Come detto, per, lei e Drew non hanno mai perso le speranze di realizzare il loro sogno, si sono informati anche sulla possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita, e hanno lottato per riuscire ad avere un bambino, dopo quelle esperienze sfortunate. Se volete sapere com’è andata a finire, non vi resta che seguire la gallery.
Era incinta di 10 settimane quando un tecnico degli ultrasuoni mi ha detto che non vedeva niente, fissando lo schermo sul quale era stato proiettato il mio utero.
È per questo che, quando il mio medico è venuto a parlare degli ultrasuoni e mi ha spiegato che un errore genetico nell’embrione mi aveva portato a un aborto, non potevo credere a quello che stava succedendo. Quando ho immaginato di condividere le cattive notizie con i familiari, i colleghi e gli amici a cui avevo già dato la notizia, un profondo panico mi ha attanagliato.
Tre giorni dopo, sono andata a fare il raschiamento, e al ritorno ho urlato per tutta la strada, fino a casa. Eppure, quando sono arrivata, ho postato su Instagram una foto di me sorridente, con la didascalia: “Piangi un po’ e poi aspetti che il sole esca”, evitando espressamente riferimenti specifici al mio aborto.
Non ho mai visto i miei 65.000 followers su Instagram come miei amici più cari. Per me, Instagram è un business e io sono il mio marchio. Dovevo tenermi tutto dentro, anche se stavo cadendo a pezzi. Prima di sapere che avrei avuto bisogno del raschiamento, avevo programmato un servizio fotografico con alcuni altri operatori sanitari e di fitness a Los Angeles, quindi dovetti imbarcarmi su un volo il giorno dopo la procedura. Quando sono arrivata sul set, il mio stomaco era gonfio, il mio viso era pallido e le mie tette erano enormi, il risultato degli ormoni della gravidanza ancora in circolo. Stavo sanguinando pesantemente, un effetto collaterale che sarebbe continuato per quasi una settimana. Dato che i tamponi sono sconsigliati dopo il raschiamento, a causa del rischio di infezione, ho dovuto indossare un enorme assorbente che si vedeva attraverso i miei leggings mentre scattavamo le foto. Mentre posavo, ero concentrata a nascondere le mie tette, lo stomaco e il didietro, nascondendo la mia verità alla telecamera: tutto quello che volevo era andare a letto e piangere.
Quando sono tornata a casa, diversi giorni dopo, la mia tristezza era così intensa che ho cancellato le mie lezioni NUFit per due settimane. Due mesi dopo l’aborto, quando Drew e io iniziammo a provare di nuovo ad avere figli, l’obiettivo cambiò completamente la nostra vita sessuale, che divenne iper-focalizzata sull’avere sesso esattamente nel momento giusto del mese. Seguivo ossessivamente la mia ovulazione, monitorando neuroticamente il mio ciclo con un kit. Appena sapevo che stavo ovulando, chiamavo Drew per dirgli di tornare subito a casa dal lavoro. Il sesso non è stato divertente per nessuno di noi.
Nel frattempo, su Instagram, ho postato contenuti ogni giorno, mantenendo il mio feed sul brand con i consigli invernali per la cura della pelle e gli allenamenti per gli addominali con foto scattate prima della mia prima gravidanza. Non ho mai sentito di mentire ai miei followers, semplicemente non condividevo informazioni private. Il mio seguito social continuava a crescere a un ritmo costante, ma io mi sentivo isolata e sola.
Nel maggio 2017, ho fatto un test di gravidanza durante un viaggio in un weekend a Portland, in Oregon, e ho scoperto che ero di nuovo incinta. Ho chiamato Drew, che era rimasto a Denver, per dargli subito la notizia, e naturalmente era estasiato. Ma la mattina dopo, notai dei crampi allo stomaco sul lato sinistro e un po ‘di sangue nelle mie mutande, i sintomi che la mia ginecologa inizialmente descrisse come l’impianto dell’embrione.
Domenica, quando sono salita a bordo del mio volo di ritorno a casa, i crampi erano così intensi che ho dovuto tirare la vita dei miei pantaloni sotto la mia pancia per provare sollievo. Ho guardato fuori dalla finestra e ho pregato che saremmo stati bene. All’aeroporto, ho sentito un po’ di umidità nelle mie mutande e sono andata a dare un’occhiata in bagno. Sembrava che avessi avuto il peggior ciclo di sempre.
Questa volta, quando ho chiamato il ginecologo, il medico mi ha detto di andare al pronto soccorso al più presto perché potevo avere in corso una gravidanza extrauterina, ovvero l’impianto al di fuori dell’utero, che può essere pericolosa per la vita. Ero completamente fuori di testa, ma ho cercato di stare calma mentre andavo all’ospedale, dove Drew mi ha incontrata. Nel pronto soccorso, ho iniziato a piangere. Dopo che i dottori hanno fatto un sacco di test, hanno confermato che l’embrione aveva un problema genetico – di nuovo. Ero convinta che qualcosa non andasse in me.
All’inizio di giugno, Drew e io andammo in una clinica della fertilità per escludere qualsiasi problema fisiologico e controllare i miei livelli di ormoni e tiroide. Ho anche visto un esperto di agopuntura specializzato in fertilità, terapista e nutrizionista. Sembrava che il rimanere incinta fosse diventato un lavoro a tempo pieno.
Alla fine del mese, dopo diverse settimane di test, il mio medico della fertilità ha iniziato a sospettare che avessi una tiroide non attiva che stava colpendo i miei livelli di ormoni, e mi ha prescritto un farmaco chiamato levotiroxina. Entro una settimana dall’assunzione, persi cinque chili, mi svegliai con le palpitazioni cardiache e iniziai a provare attacchi di panico, tutti noti effetti collaterali. Ho avuto tre episodi prima che il farmaco interrotto smettesse di fare i suoi effetti.
Mi sentivo ancora da schifo per via degli effetti collaterali persistenti, depressa perché non riuscivo a rimanere incinta, e inspiegabilmente stanca. Ma poiché circa il 90% delle mie entrate proviene da annunci sponsorizzati su Instagram, ho continuato a pubblicare foto giornaliere, anche se faticavo a selezionare immagini e scrivere didascalie. Non ispirata, mi sedevo alla mia scrivania e pensavo: “Non me ne frega un cazzo.” Mi sono detta che dovevo solo farcela, anche se ci voleva più tempo per elaborare idee che sembrassero autentiche e coinvolgenti.
Ad agosto, il mio medico della fertilità ha confermato che non avevo problemi alla tiroide. Avevo molti ovuli validi, disse, e anche lo sperma di Drew andava bene. Avevamo speso più di 20.000 dollari per i test, ma non avevamo ancora risposte.
Il passo successivo è stata la fecondazione in vitro, che avrebbe richiesto cinque mesi di terapia, compreso il controllo per regolare i miei cicli, quindi ormoni sintetici per preparare il mio utero per l’impianto dell’embrione. Dopo i miei attacchi di panico, mi sono chiesta preoccupata come avrei reagito al farmaco, così Drew e io abbiamo deciso di provare a concepire naturalmente ancora per un po’.
Quando a settembre ho scoperto di non essere incinta, ho pianificato di iniziare un nuovo pacchetto di controllo il 1°novembre, dopo un’apparizione in un ritiro yoga e meditazione ad Aspen, in Colorado.
Quando sono arrivata lì, però, mi sentivo insolitamente emotiva ed esausta. Durante la visione di un film, una notte, un’intensa sensazione di stanchezza mi ha investito come mai prima d’ora. Mi sono reso conto: ero incinta. Il giorno dopo, ho fatto un test che lo ha confermato. Drew e io eravamo assolutamente felicissimi – dopo tutto quello che avevo passato, volevamo così tanto questo bambino! – ma temevo che il nostro inferno continuasse se non avessi potuto portare a termine la gravidanza. È per questo che quando sono tornata a casa, Drew e io ne abbiamo parlato a malapena, non volevamo essere delusi.
Anche se Instagram è stata una piacevole distrazione, non ho postato nulla sulla terza gravidanza. Se avessi abortito, sapevo che dire ai miei followers quanto era accaduto avrebbe reso tutto più doloroso. Quando ero incinta di 12 settimane, lo abbiamo detto alle nostre famiglie, agli amici intimi e al mio team di NUFit, ma mi sentivo non ancora pronta a condividere le notizie su Instagram. I miei aborti mi avevano reso così paranoica che mi sembrava più facile evitare di discuterne del tutto.
A gennaio, quasi un anno dopo il nostro primo aborto, Drew e io decidemmo che era tempo di condividere le nostre notizie, soprattutto per lanciare un messaggio positivo alle altre donne che, come me, avevano lottato o stavano lottando per avere figli. La mia triste storia aveva finalmente uno scopo: aiutare le persone a passare attraverso la stessa cosa. C’era così tanto che volevo condividere con i lettori sul mio trattamento di agopuntura, test di fertilità, cosa ho mangiato e come la terapia mi ha aiutato.
Ho passato un’ora a comporre un post sulla gravidanza. Quando ho cliccato su “pubblica”, mi sentivo come se un peso mi fosse stato tolto dalle spalle. Era come se alla fine fossi stata ripulita di tutto.
Sono rimasto incollata allo schermo del mio telefono per tutto il resto del giorno mentre migliaia di like e commenti arrivavano. La maggior parte recitava cose come “Congratulazioni!” e, “Così felice per te!” mentre altri si sono riferiti ai miei aborti e hanno detto che la mia storia ha dato loro speranza. Allo stesso tempo, alcune persone hanno suggerito che avevo abortito perché ero troppo magra o avevo lavorato troppo. Gli haters mi hanno fatto capire che avevo fatto bene a tenere la mia vita privata segreta.
40 settimane e due giorni, il 17 luglio 2018, Drew ed io abbiamo accolto la nostra bambina Skyler Shea Pozatek nel mondo. Quando le infermiere l’hanno messa tra le mie braccia dopo quasi nove ore di travaglio, ho cominciato a tremare in maniera incontrollabile, piangendo mentre la guardavo con timore, e la stringevo forte. Dopo tutto il dolore e gli anni di tentativi di concepire, ce l’avevamo fatta.
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