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Continua il nostro viaggio nelle lettere ai bambini in questo anno particolare.
Abbiamo chiesto ad alcuni genitori e nonni di scrivere un pensiero ai propri figli e, dopo la lettera di un padre alla sua bambina di 11 mesi, ecco il messaggio speciale di una mamma, che riportiamo integralmente, e che racconta di un Natale diverso, è vero, ma ancora più speciale e con più voglia di guardare al futuro.

Amori miei,

questo è un evento epocale: la mamma vi sta scrivendo una lettera! Era dai tempi del mio primo amore che non ne scrivevo una. Manuel, lo so che ti imbarazzerai perché hai già 9 anni ma a te sembrano 17. Tra l’altro, da fratello maggiore (che sa farlo),  toccherà  a te il compito di leggere a Samu queste righe. 

Caro Manuel, se stai leggendo questo messaggio è perché hai già aperto il tuo dono e noi ci siamo già goduti la tua espressione nel trovarti di fronte il set da scienziato che pensavi non avresti potuto avere.
E tu Samu, sei troppo piccolo per goderti l’atmosfera di questo Natale strano, hai 10 mesi e la tua attività preferita è lanciare il cibo in aria mentre mangi: ma il regalo che abbiamo scelto per te è comunque speciale. Non sono solo un paio di scarpine (Manuel non storcere il naso): sono un paio di scarpine Primigi speciali. Perché ricordano tanto quelle con cui tuo fratello ha iniziato a camminare 8 anni fa. Perché saranno quelle con cui tu comincerai a camminare per il mondo, piccolo Samu. 

C’è una foto bellissima, Manuel, di te in in giardino dai nonni mentre provi a rincorrere Bao. Sembra che tu sia in equilibrio sul filo di un’acrobata sulla punta di scarpine simili a queste. Avevi appena cominciato a camminare, ma con quelle scarpe ai piedi eri orgogliosissimo (anche se continuavi a ruzzolare, ancora rido). Ora tocca a Samuele imparare a camminare da solo e so che tu lo aiuterai, da bravo fratello. Ora che anche Samu ha scarpe da grandi, chissà quante ne combinerete insieme! 

Chissà se anche Samu adorerà le sue prime scarpine Primigi, come le adoravi tu, Manuel: non volevi mai toglierle. Quanto scalciavi quando la sera, già col pigiamino addosso, cercavo di sfilartele dai piedini? 

Samu, Manuel, a Natale scarterete i vostri doni (e Samu probabilmente mangerà anche la carta da regalo. Scommettiamo?) ma io in realtà vi voglio fare altri tre regali quest’anno, uno dei più difficili di sempre. 

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Voglio regalarvi il tempo di stare insieme con gioia. Senza telefoni che vibrano, tv che blatera o impegni di lavoro che incombono. Manuel, hai imparato cosa vuol dire smart working nel modo più difficile possibile, mentre cercavi di portare avanti i tuoi compiti e di tenere intatte le amicizie con i tuoi compagni a distanza. E Samu, tra lo svezzamento e la tua voglia di alzarti in piedi e cominciare a camminare a un certo punto sono stata io a perdere l’equilibrio, ho pensato di non riuscire a starti dietro. Non voglio che siate un ritaglio del tempo mio e di papà, voi dovete essere il centro del nostro orologio. Questa è una promessa.

Un’altra cosa che vi voglio regalare sono le nostre mani. A guardare Samu che prova a camminare da solo e cerca ancora il sostegno di chi gli è accanto mi ha fatto venire in mente che tutti noi dovremmo avere qualcuno da afferrare, nei momenti in cui non ci sentiamo sicuri. Io vi prometto che le mani mie e di papà saranno sempre tese per quando vi girerete alla ricerca di un appiglio. E vi auguro di esserci sempre l’uno per l’altro, anche dopo un litigio, anche se un giorno vivrete lontani. 

L’ultima cosa, tra i doni per questo Natale che è il primo di Samuele e forse il più difficile per noi come famiglia sono tanti passi da fare. Una speciale mappa infinita che solo voi potete percorrere. Da soli, insieme a noi. Con gli amici, con le persone di cui vi innamorerete (Manuel, so che farai la tua tipica faccia da “Che schifo” ma stanne sicuro: ti innamorerai anche tu!).

I passi nei corridoi delle scuole che frequenterete, quelli nelle tute sportive dei vostri allenamenti. Manuel, con quelle scarpine Primigi hai vissuto le tue prime avventure e così sarà anche per te, Samuele, che stai cominciando ora a guardarti intorno. 

Di passi da fare ne avete ancora tanti davanti e io voglio esserci per ricordarvi come li avete iniziati. Dove eravate quando avete cominciato a percorrere questa strada che si chiama futuro da soli. E chi c’era accanto a voi quando è successo.

Buon Natale, 

mamma

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