Smettiamola con la storia dei maschi più stupidi delle femmine
Vi siete mai chieste come mai i risultati scolastici delle ragazze siano sempre più alti di quelli dei ragazzi? Uno studio statunitense scandaglia il fenomeno.
Vi siete mai chieste come mai i risultati scolastici delle ragazze siano sempre più alti di quelli dei ragazzi? Uno studio statunitense scandaglia il fenomeno.
Ci sono molti pregiudizi sul femminismo. Ma non dobbiamo pensarlo come un movimento granitico: esistono diversi femminismi. Per esempio c’è quello di Shulamite Firestone, che comportava l’esclusione degli uomini e la presa da parte delle donne dei mezzi di riproduzione – attraverso la fecondazione in vitro. Ma a parte qualche estremismo, il femminismo non è un movimento contro gli uomini: non è il contrario di maschilismo, che invece non è un movimento ed è contro le donne. Questo pregiudizio ha portato nel tempo a una serie di stereotipi molto stupidi, uno dei quali è: l’uomo è più stupido della donna, perché le donne raggiungono risultati scolastici migliori. Ma adesso c’è la scienza a ristabilire la verità.
Il New York Times riporta i risultati di uno studio sociale a questo proposito. Ma prima dobbiamo partire da altri presupposti. Gli Stati Uniti sono un melting pot culturale e in esso ci sono varie mescolanze di popoli che dal ‘700 a oggi si sono stabiliti su quel territorio. È un fatto assodato che i differenti risultati scolastici, per esempio tra caucasici e afroamericani, dipendono dalle diseguaglianze che queste persone vivono ogni giorno. Ma al di là del prodotto delle diseguaglianze, in tutte le etnie che vivono su suolo americano, le femmine vanno sempre meglio a scuola dei loro coetanei maschi. Ci correggiamo: questo discorso vale per quasi tutte le etnie e per quasi tutte le età. Il discorso cambia per gli asiatici americani: i maschi fino all’ottava classe – l’equivalente della nostra quinta elementare – primeggiano negli studi sulle femmine. Dopo l’ottava classe la situazione si ribalta. E allora ci si è chiesti come mai questo fenomeno.
Lo studio, che è stato riportato su Sociological Science, ha utilizzato i dati relativi a 9200 studenti caucasici e 1700 asiatici-americani da altre due ricerche nazionali, che hanno seguito gli stessi studenti nel tempo. Naturalmente i risultati non sono definitivi, anche perché il campione è relativamente piccolo e si sono vagliati i giudizi degli insegnanti – che come tutti sono perfettibili – non i risultati nei test standard. Al vaglio anche la situazione dei figli degli immigrati – cioè asiatici-americani al massimo di seconda generazione – per i quali il successo negli studi vale per entrambi i generi. Ma qual è il punto?
Schematizzando il tutto: le femmine raggiungono traguardi migliori a scuola perché l’educazione delle donne prevede da sempre che andare bene a scuola sia un punto d’onore. I maschi invece intercettano le istanze dei gruppi sociali dei loro coetanei, per cui andare bene a scuola è ritenuto poco virile. Per gli asiatici-americani il gap dell’ottava classe rappresenta il punto in cui iniziano ad ascoltare e fare proprie queste istanze. I migliori a scuola sono coloro che non intercettano nessun istanza dei propri gruppi sociali e presentano tratti socio-culturali che sono tipici del sesso opposto, cioè le ragazze che presentano tratti maschili e i ragazzi che presentano tratti femminili. Per gli asiatici figli di neo immigrati o al massimo alla seconda generazione invece si innesca un altro tipo di fenomeno, che viene descritto dalle sociologhe Jennifer Lee e Min Zhou nel libro The Asian American Achievement Paradox.
Quando nel 1965 cambiarono le leggi sull’immigrazione e gli Stati Uniti si aprirono agli immigrati asiatici, la norma diede la preferenza ai professionisti o ai lavoratori molto specializzati. Questo spiega come mai più di metà dei migranti cinesi negli Usa hanno una laurea o almeno un master, mentre quei titoli di studio in madrepatria sono appannaggio di un risicato 10%. Le famiglie, una volta negli Stati Uniti, incoraggiano i figli a raggiungere alti traguardi negli studi. Inoltre c’è uno stereotipo per cui gli asiatici sono intelligenti di successo e stakanovisti. Il che da un lato è vero – ma per le ragioni che abbiamo appena descritto – e magari spinge qualcuno a dare il meglio di sé e a lavorare duramente. Ma, come tutti gli stereotipi, è pericoloso, perché nasconde le discrepanze come la povertà e le minori possibilità, che pure esistono in tutti i gruppi etnici.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
Cosa ne pensi?