Paracapezzoli: A Cosa Servono e Quali Scegliere

Molte volte l'allattamento al seno rappresenta più un dolore che una gioia, perché è sufficiente una posizione sbagliata del bambino per causare una sofferenza fisica insopportabile per la mamma. In vostro aiuto può però venire il paracapezzolo, indispensabile per allattare senza il terrore di farsi male. Ecco quali scegliere e come si usano!

Come ormai ribadito più volte, l’allattamento al seno è, laddove possibile, la scelta migliore per la neo mamma, che in questo modo riesce a nutrire il neonato esclusivamente del proprio latte.

Ma allattare, benché possa apparire come un’operazione semplicissima e del tutto priva di complicazioni, può in realtà non rivelarsi esattamente facile, perché è sufficiente il minimo movimento scorretto per provocare dolori alla mamma ed impedire al piccolo di nutrirsi correttamente. Ad esempio, se il bambino si attacca male al seno, oppure è troppo piccolo per prendere in bocca non solo il capezzolo, ma anche una parte della mammella, sul seno della mamma possono formarsi delle ragadi, dolorosi tagli da cui fuoriesce sangue.

Prima di farsi prendere dal panico e decidere di interrompere l’allattamento al seno per preferire l’allattamento artificiale, è indispensabile provare a fare ricorso ad alcuni semplici rimedi, come ad esempio il paracapezzolo.

Questo accessorio serve appunto a proteggere la parte del seno cui il bambino si attacca durante la poppata, aderendo perfettamente al capezzolo. Naturalmente è importantissimo sceglierlo della misura giusta, tenendo presente perciò il rapporto rispetto al proprio seno e considerando che la tettarella deve essere appena più corta del palato del bambino; per controllare quest’ultimo elemento, basterà mettere delicatamente un dito nella bocca del piccolo, verificarne le dimensioni e poi metterle a confronto con quelle del paracapezzoli.

Tra le varie forme in commercio la più comune è quella a farfalla, realizzata per permettere al bambino di continuare a mantenere il contatto con la pelle materna, ed in questo modo riuscirà a poggiare il mento e il nasino sul seno. Sulla tettarella è inoltre presente un’apertura atta a regolare il flusso di latte, ma sono molto frequenti anche i paracapezzoli che presentano due tagli verticali, attraverso cui è il bebè stesso, schiacciando con più o meno forza, a regolare la fuoriuscita di latte.

Come si usano i paracapezzoli?

paracapezzoli come si usano
Fonte: Web

Esistono paracapezzoli realizzati in diversi materiali, ma generalmente, per utilità e facilità di utilizzo, si tendono a preferire quelli in silicone o in argento.

Vediamo dunque le caratteristiche di entrambi:

  • Paracapezzoli in silicone: prima di tutto è estremamente importante lavare le mani prima di toccare i paracapezzoli, e tenere a disposizione un contenitore di plastica delle dimensioni più vicine possibili alla loro circonferenza, per poterli riporre tra una poppata e l’altra.
    Dopodiché sarà necessario riempire il contenitore con dell’acqua calda e versarvi i paracapezzoli lasciandoli in ammollo dai 3 ai minuti, per due ragioni: anzitutto, inumidire il paracapezzolo lo renderà perfettamente aderente alla vostra pelle, impedendo all’aria di entrare, e in secondo luogo il calore stimolerà istantaneamente la fuoriuscita di latte.
    Per apporre in maniera pienamente aderente il paracapezzolo occorrerà stirare leggermente il seno, mentre per “invitare” il bimbo ad attaccarsi la mamma potrà premere leggermente così da far uscire qualche goccia di latte.
    Dopo l’allattamento, il paracapezzolo può essere lavato con un detergente neutro e delicato, sciacquato ripetutamente e riposto nel contenitore.
  • Paracapezzoli in argento: spesso vengono preferiti i paracapezzoli in questo materiale perché l’argento è un antibatterico e cicatrizzante naturale, che può perciò dare sollievo dalle ragadi nel giro di 24 o 48 ore appena. Sarebbe buona norma iniziare ad usarli già all’incirca una settimana prima del parto, per poi proseguire durante l’allattamento.
    Prima dell’utilizzo i paracapezzoli devono essere sempre lavati con acqua e sapone neutro (preferibilmente con saponi inodori per non disturbare il bambino). I paracapezzoli in argento devono essere inseriti tra il seno e il reggiseno, ed è consigliabile far uscire una goccia di latte così da farli aderire perfettamente alla pelle.
    Per evitare di bagnarvi quando non allattate, potete poi inserire una coppetta assorbi latte tra il paracapezzolo e il reggiseno. Dopo l’utilizzo anche i paracapezzoli in argento devono essere accuratamente lavati e riposti in un luogo sterile.

Se i vostri dubbi al momento di scegliere il paracapezzolo riguardano soprattutto i prezzi, sappiate che, nonostante quel che si possa pensare, anche i paracapezzoli in argento non hanno un costo esagerato. Se quelli in silicone, infatti, hanno prezzi variabili che si aggirano mediamente dalle 5 ai 18 € (ma non è raro trovarne anche di più costosi) i paracapezzoli in argento costano più o meno 50 €, ma va detto che sono duraturi, e possono essere riusati dalla mamma in caso di altra gravidanza, naturalmente se conservati e mantenuti nella maniera corretta.

Prima di considerare la possibilità di optare per l’allattamento misto o artificiale, il paracapezzoli resta un rimedio estremamente efficace per ridurre al minimo i dolori dovuti allo scorretto attaccamento del neonato al seno.

Le possibilità su quali scegliere, come avete visto, sono diverse, e variano anche in ragione delle particolari esigenze di ogni mamma, ma usarli è veramente molto semplice, e possono aiutarvi per vivere il momento speciale dell’allattamento al seno senza il timore di soffrire fisicamente!

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