“LIBERTA’/ libərdē / sostantivo: lo stato di essere liberi nella società dalle restrizioni oppressive imposte dall’autorità sul modo di vivere, sul comportamento o sulle opinioni politiche.
#libertà

Non vorrei che la mia gravidanza finisse con il trauma di un aborto forzato, e, come rovescio della medaglia, non avrei voluto che la mia gravidanza finisse con il trauma di un parto forzato. Entrambe sono esperienze traumatiche – ANCHE QUANDO SCEGLIAMO e siamo supportate nella nostra scelta.

Permettere a un governo di forzare entrambe le possibilità di scelta di un individuo, stabilire quali debbano essere le qualità della nostra vita, è fottutamente sbagliato.

Se stiami seduti in silenzio, stiamo effettivamente permettendo al nostro governo di legiferare sui nostri corpi, e il vero combattimento non è fra pro-vita e pro-libera scelta, ma  è per il nostro diritto alla libertà contro queste leggi a cui noi PERMETTIAMO di spogliarci del nostro potere, per cercare la felicità.

Non mi importa se sei a favore della libertà di scelta o della vita… Questo non è importante quando si tratta di essere pro-tu e pro-noi e pro-lei per fare in modo di essere libere nella società dalle restrizioni oppressive imposte dall’autorità”.

Audra Meusx ha già un bambino, Brixton, ed è in attesa del secondo; con questo post, in cui si vede con il suo pancione e la scritta PRO CHOICE sul braccio, ha voluto dire la sua sulle tante leggi iper restrittive che, nelle ultime settimane, sono state approvate in diversi stati americani.

Leggi che in pratica impediscono l’aborto in toto, vietandolo fin da quando si avverte il battito del feto – in molti casi, ben prima che le donne si accorgano di essere incinte – o persino nei casi di stupri o incesto.

Il punto, riassumendo il senso delle parole di Audra, è che non si tratta di supportare il diritto all’aborto o alla vita quanto, piuttosto, quello alla scelta, libera e autonoma per chiunque.

La presenza di un diritto, in uno Stato, non dà l’obbligo a tutti di usufruirne, ma almeno l’opportunità. Si può essere contrarie all’aborto ma rispettare, o quantomeno non giudicare, chi per varie ragioni vi ricorre, si può essere favorevoli all’interruzione di gravidanza senza criticare chi non lo è. La cosa veramente importante, però, è che entrambe le possibilità siano offerte, e che non debba essere lo Stato a intervenire nel libero arbitrio di ciascuno, decidendo al posto nostro.

Soprattutto in casi, come appunto quello dell’aborto, in cui l’assenza del diritto non ne impedisce affatto la pratica, come raccontano le tante interruzioni di gravidanza effettuate clandestinamente prima della legalizzazione delle stesse.

Il rispetto per il corpo delle donne, e per la loro autodeterminazione, è qualcosa che dovrebbe essere sacrosanto, indipendentemente da qualunque sia il pensiero o il tipo di scelte fatte nella propria vita.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!