Tra le parti del corpo che più cambiano in seguito alla gravidanza c’è senz’altro il seno, soprattutto dopo l’allattamento, che spesso perde elasticità e tono, tendendo a svuotarsi. È, questo, un processo assolutamente fisiologico e naturale, ma i modi per prendersi cura del proprio seno in una fase così delicata non mancano.

Seno dopo allattamento: quali sono i cambiamenti?

Il corpo della donna subisce tanti cambiamenti durante la gravidanza e anche dopo. La maggior parte di essi interessano i fianchi, l’addome, il seno. Nello specifico, il seno è al centro di svariate modifiche soprattutto in riferimento all’allattamento. La perdita di elasticità e di tono è una delle conseguenze. Ma non l’unica, dal momento che altri cambiamenti derivano dalla medesima conseguenza evidenziata, come ad esempio il fatto che il seno possa risultare cadente.

Ancora altri possono essere gli effetti del post allattamento o da notare già durante l’allattamento:

  • cambiamento dei capezzoli (possono ingrandirsi e divenire più scuri, per poi tornare alla normalità);
  • presenza di smagliature;
  • vene in evidenza (a causa dell’aumento del flusso sanguigno sul seno per la produzione di latte).

I medici concordano sul fatto di considerare il seno svuotato e cadente come una conseguenza naturale da attribuire alla perdita di elasticità in seguito ad avvenimenti e cambiamenti che interessano la donna e il suo corpo. Il processo di cambiamento fisico prende il via attorno ai 40 anni di età, coinvolgendo anche il seno. In determinate circostanze questo processo avviene prima e, nello specifico, le variazioni riguardanti la tonicità e la forma del seno possono manifestarsi già attorno ai 20 anni di età.

Ricerche mediche inquadrano alcune delle cause più ricorrenti in riferimento al fenomeno di svuotamento che interessa il seno. Tra queste:

  • la gravidanza;
  • l’allattamento;
  • una dieta ferrea;
  • abitudini sbagliate;
  • l’arrivo della menopausa.

Dolore al seno dopo allattamento

Nel 1753 James Nelson suggerì l’allattamento precoce come prima forma di prevenzione per la stasi del latte; nel 1952 una ricerca di Illingworth individuò la seconda forma di prevenzione, ossia l’allattamento a richiesta. Successive ricerche mediche dimostrarono come l’utilizzo di ciucci nei bambini potesse incrementare la possibilità di stasi del latte nella madre.

Michael Abou-Dakn, Ginecologo della Clinica Vivantes Humboldt, all’interno di una relazione esposta in occasione di una Giornata dell’Allattamento al seno, fa riferimento appunto alle svariate ricerche che hanno testimoniato i benefici della pratica in esame anche in riferimento alla prevenzione della stasi del latte.

Ampliando il discorso, potremmo aggiungere che la donna che allatta può andare incontro a degli inconvenienti, comunque superabili, ma che il più delle volte non consentono di proseguire con l’allattamento.

Durante l’allattamento la mamma può avvertire dolore al seno, già sin dalle primissime poppate. Si tratta, il più delle volte, di un dolore non acuto al capezzolo o comunque di una sensazione di fastidio. Solitamente il dolore in questione ha una breve durata, pari a pochi secondi e dopo qualche giorno non si avverte più. Alle volte il dolore può persistere anche dopo l’allattamento: in tale circostanza occorre, ovviamente, consultare il proprio medico.

In determinati casi, il dolore può essere dovuto alla presenza di problematiche, quali le ragadi, ossia delle lesioni che si formano sul capezzolo (alle volte si tratta di tagli) che tendono a sanguinare e a generare un dolore intenso; la mastite, che implica dei sintomi ben precisi, quali l’arrossamento di una parte del seno, che si presenta anche calda, dura e dolente (la mastite può generare anche febbre sopra i 38° C.). Impossibile proseguire l’allattamento: per cure e trattamenti ci si affida al medico.

Seno dopo allattamento: come rassodarlo

seno dopo allattamento
Fonte: web

Come rassodare il seno? Tenendo conto del fatto che è composto anche da tessuto connettivo, ghiandole galattofore e tessuto grasso, esso tende a svuotarsi dopo l’allattamento. Seguendo delle linee guida, che ovviamente fungono da consigli dato che quanto lasciato in eredità da un evento così “sentito” e vicino può essere inteso e vissuto in maniera diversa da donna a donna, è possibile recuperare elasticità e tono.

Innanzitutto occorre favorire la circolazione del sangue, aiutandosi con un’alternanza acqua calda-acqua fredda sotto la doccia. Ne consegue che sono da evitare lunghi bagni in acqua calda. Opportuno, inoltre, scegliere un reggiseno in grado di sostenere, e massaggiare ogni giorno il seno, secondo dei movimenti dal basso verso l’alto. Non mancano le creme e i cosmetici ad hoc, così come gli esercizi mirati a tonificare che, molto spesso, si avvalgono di pesi, sotto la guida di un personal trainer o di un istruttore in palestra. Meglio lasciar perdere il fai da te!

Allo stesso modo, non mancano affatto i rimedi naturali per consentire al seno di tornare tonico ed elastico, o comunque per prendersene cura: olio di oliva (o in alternativa olio di jojoba o di mandorle), oppure gel d’aloe vera o, ancora, burro di karité. Tutti questi “ingredienti” sono da usare singolarmente (semplicemente si sceglie quello che si preferisce) e da applicare con massaggi delicati, con movimenti circolari dal basso verso l’alto, come indicato in precedenza.

Se la donna non è soddisfatta del proprio seno e non riesce a conquistare risultati per lei soddisfacenti con i suddetti rimedi, può optare per l’intervento chirurgico: la mastopessi, o lifting al seno, serve per correggere la ptosi del seno, ovvero ha come obiettivo il “risollevamento” del seno che tende ad andare verso il basso, in quanto svuotato.  Il risultato finale mira a restituire forma al seno.

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