È molto frequente, durante la gravidanza, soffrire di stitichezza, già a partire dal primo trimestre. Naturalmente la stitichezza, o stipsi, non ha nulla di preoccupante, ma potrebbe senz’altro arrecare fastidi alla gestante e comunque essere fonte anche di disturbi ancor più dolorosi.

Come moltissimi altri “guai” portati dalla gravidanza, anche la stitichezza dipende dallo sconvolgimento a livello ormonale: è il progesterone, l’ormone prodotto in grandi quantità dalla placenta, il principale responsabile della pigrizia intestinale, dato che la sua funzione è di inibire le contrazioni della muscolatura liscia della parete uterina. La sua azione rilassante delle fibre muscolari si estende anche all’apparato digerente e, in particolare, all’intestino, riducendo l’efficacia della peristalsi, cioè delle contrazioni involontarie della muscolatura liscia intestinale.

Anche l’aumento della capacità dell’intestino di assorbire acqua, però, può essere una causa scatenante della stitichezza, dato che in gravidanza l’organismo della donna necessita di una quantità di liquidi maggiore e dunque ne trattiene di più dagli alimenti. Le feci perciò, impoverite d’acqua, si induriscono e il loro transito rallenta ulteriormente.

Col progredire dell’attesa poi, alle cause primarie della stipsi si aggiungono anche fattori di tipo meccanico, come la riduzione dell’attività fisica e il peso dell’utero, che va a comprimere l’apparato gastrointestinale rallentando tutto il processo digestivo. Non a caso, spesso la stitichezza in gravidanza si accentua sensibilmente nella seconda metà dei nove mesi.

Sintomi della stitichezza in gravidanza

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Tra i sintomi più comuni della stitichezza in gravidanza ci sono sicuramente gonfiore e dolori addominali, flatulenza e feci dure. A non dover essere sottovalutato, comunque, è anche l’aspetto psicologico, dato che spesso la stitichezza può causare ansia, irritabilità, insonnia e conseguente stanchezza.

Inoltre, nonostante la pericolosità praticamente nulla dei sintomi in se stessi, le conseguenze che possono derivarne sono piuttosto spiacevoli; infatti, la stitichezza può dare luogo ad altri disturbi ancor più fastidiosi, come ad esempio:

  • Emorroidi: in gravidanza sono un problema frequente, tanto che ne soffre il 30% delle future mamme. Possono dare prurito e fastidio lieve o risultare anche molto dolorose, se infiammate. Sono dovute anch’esse a fattori ormonali che determinano il rilassamento delle pareti dei vasi sanguigni e alla pressione dell’utero che ostacola il ritorno del sangue venoso, e la stitichezza aggrava la situazione perché le feci dure e poco idratate irritano al passaggio la mucosa dell’ano. Di contro, l’infiammazione delle emorroidi rende più fastidioso e difficoltoso liberare l’intestino e può aggravare la stitichezza.
  • Cistite e vaginite in gravidanza: a questi altri disturbi frequenti durante l’attesa sono legati alla stipsi. Il ristagno delle feci nell’intestino altera la flora batterica e favorisce la proliferazione di batteri aggressivi che, migrando verso le vie urinarie e genitali, possono provocare infezioni quanto meno fastidiose e in alcuni casi anche rischiose per l’attesa.
  • Acidità di stomaco e reflusso in gravidanza: la stitichezza in gravidanza si manifesta di pari passo con l’acidità di stomaco e il reflusso dopo i pasti, due fenomeni dovuti allo stesso meccanismo ormonale, ovvero l’azione del progesterone che rilassa i tessuti dell’apparato gastrointestinale rallentando la digestione e il transito degli alimenti.

Rimedi naturali contro la stitichezza in gravidanza

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Certamente si preferisce optare per rimedi naturali, fra i quali i più comuni sono:

  • Bere molta acqua, sia tra un pasto e l’altro sia durante i pasti, per garantire all’organismo tutti i liquidi di cui ha bisogno e per ammorbidire le feci.
  • Mangiare minestre, passati di verdura e bere succhi di frutta.
  • Avere una dieta ricca di fibre, aumentando il consumo quotidiano di frutta e verdura e di cereali integrali. Ottimi in gravidanza sono quelli fortificati con ferro e calcio. Ci sono comunque frutti non indicati per combattere la stipsi, come la mela cruda o le carote crude, che hanno un effetto astringente.
    Da evitare, per lo stesso motivo, il riso. Via libera, invece, a frutta e verdura cotte di ogni genere, in particolare a mele e prugne cotte, ma anche a prugne e fichi secchi. Yogurt e bevande che contengono fermenti lattici vivi, di solito considerati astringenti, sono utili in questo caso perché aiutano a riequilibrare la flora intestinale, ne migliorano la funzionalità contrastando la proliferazione di batteri aggressivi.
  • Praticare un po’ di attività fisica, in particolare le camminate a passo sostenuto, che tonificano la muscolatura addominale e favoriscono la peristalsi intestinale.
  • Frazionare i pasti in tanti piccoli spuntini nell’arco della giornata.
  • Evitare di sdraiarsi subito dopo aver mangiato non giova in modo specifico contro la stipsi, ma favorisce la digestione e attenua il senso di pesantezza e gonfiore.
  • Mangiare con calma, masticando lentamente e a lungo ogni boccone per triturare bene il cibo e renderlo più facilmente digeribile.

E se i rimedi naturali non bastano?

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Qualora i rimedi naturali non si rivelassero utili, è consentito l’uso di lassativi, a patto di evitare quelli che stimolano la peristalsi, irritando la mucosa intestinale, e di preferire quelli osmotici, che aumentano il contenuto d’acqua delle feci, come il lattulosio. In ogni caso, trattandosi di farmaci, in gravidanza i lassativi vanno assunti solo su prescrizione medica, anche quando si tratta di prodotti da banco.
Evitate assolutamente il fai da te: raramente le tisane lassative in vendita nelle erboristerie contengono principi attivi in concentrazione pericolosa, ma per sicurezza è meglio evitarle o rivolgersi per un parere al proprio medico curante. Sono ammessi, invece, gli integratori alimentari di crusca o di fermenti lattici.
Potete provare anche questi rimedi:

  • Bere un bicchiere di acqua tiepida o a temperatura ambiente al mattino prima di fare colazione, oppure un cucchiaino di olio extravergine d’oliva a digiuno appena sveglie, da solo o spalmato su una fettina di pane.
  • Mettere a bagno la sera in una tazza d’acqua due o tre prugne secche o fichi secchi e mangiarli al mattino a colazione, bevendo il liquido residuo. In alternativa, mangiare due o tre kiwi ben maturi al mattino a digiuno.
  • Aggiungere allo yogurt due cucchiaini di semi di lino decorticati e accompagnare bevendo tanta acqua. Oppure, mettere a bagno in acqua due cucchiaini di semi di lino decorticati alla sera e bere al mattino a digiuno.
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