Quello che accade a una donna quando scopre di essere in dolce attesa è spesso sotto gli occhi di tutti: il corpo cambia a poco a poco, adattandosi alle nuove esigenze della creaturina che cresce nel suo grembo, e nei nove mesi di gravidanza la futura mamma inizia a prepararsi psicologicamente alla nuova avventura – avete mai sentito parlare, per esempio, della sindrome del nido? Beh, se pensate che una cosa del genere non possa succedere anche a un uomo, siete fuori strada.

Sebbene accada naturalmente in maniera diversa, anche i futuri papà sviluppano dei sottili cambiamenti nel loro modo di pensare, ma queste novità coinvolgono anche il fisico. Anna Machin, antropologa che si è occupata proprio di questo ambito nel corso dei suoi studi, ha raccontato al New York Times cosa succede al corpo e alla mente di un uomo sin dal momento in cui scopre che la propria partner è incinta.

Questo fenomeno è stato spesso sottovalutato, perché si considerava impossibile che anche l’uomo potesse subire dei cambiamenti biologici a causa di un evento che non lo riguardasse fisicamente. Negli ultimi decenni, invece, si è vista un’inversione di rotta: ebbene sì, anche gli ormoni dei papà impazziscono, e lo fanno già a partire dal momento in cui il test diventa positivo.

Certo, il cambiamento è più graduale e meno evidente – pensate a come le future mamme, proprio a causa degli sbalzi ormonali, siano vittime di nausea perenne e vomito nei primi mesi di gravidanza – ma non per questo non esiste. Il primo riguarda i livelli di testosterone: questo ormone è biologicamente rilevante ai fini evolutivi della procreazione, perché stimola l’uomo a trovare una partner da fecondare per perpetrare la propria stirpe. Cosa accade, però, quando l’uomo in questione ha trovato la propria metà e si accinge a diventare padre?

Il bisogno di procreare è stato soddisfatto, e anzi l’esigenza primaria diventa quella di mantenere stabile il nucleo familiare. E allora, i livelli di testosterone crollano. Non è solamente un’ipotesi, come ha dimostrato uno studio condotto nei primi anni 2000 dal dottor Lee Gettler: quest’ultimo ha messo a confronto i dati rilevati dalle analisi del testosterone di oltre 600 uomini senza figli, monitorando i livelli di ormone nel corso di 5 anni.

Sebbene tutti i candidati abbiano subito una naturale riduzione di testosterone, dovuta semplicemente all’età che avanzava, coloro che sono diventati padri hanno vissuto letteralmente un crollo ormonale. Gli uomini che hanno sperimentato questo cambiamento nelle settimane precedenti il parto, o subito dopo, si sono inoltre mostrati più premurosi nei confronti del loro bambino, e hanno tratto dal loro essere diventati papà un maggior senso di soddisfazione e di appagamento.

Anche il cervello di un uomo affronta dei cambiamenti durante la gravidanza e, specialmente, dopo la nascita del bambino. Diversi studi hanno evidenziato infatti un maggior sviluppo di alcune aree cerebrali del neo papà nei primi mesi di vita del bebè: principalmente, l’uomo si abitua a tutto ciò che riguarda i bisogni primari del bambino, come il nutrimento, la capacità di interpretare il suo pianto e l’empatia.

Se nelle donne questo fenomeno ha inizio nei mesi che precedono il parto, grazie all’aumento dei livelli di ossitocina, gli uomini sperimentano un incremento di questo ormone in un periodo successivo. Inoltre, una ricerca condotta dal dottor Shir Atzil ha dimostrato che i neo papà hanno un maggior sviluppo delle aree cerebrali dedicate al problem solving e alla pianificazione. Insomma, si preparano ufficialmente a prendere parte a uno dei percorsi più impegnativi della vita di un uomo.

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