I bambini “non sono fatti così”. I bambini sono come piante: crescono a seconda delle cure che si dà loro. Possiamo innaffiarle, esporle al sole, dare nutrimento o lasciare a seccare senza acqua: in entrambi i casi loro troveranno probabilmente un modo di crescere, ma cresceranno in modo diverso. Nessuno di noi genitori, per quanto possa impegnarsi, sarà un perfetto giardiniere e, sicuramente, la crescita della più preziosa tra le nostre piante non dipende solo da noi. Ma i bambini “sono fatti così” non è mai e non può essere un alibi con cui giustificare bambini maleducati, irrispettosi, pigri o addirittura violenti. 

Chiunque frequenti un parco giochi con i propri figli sa di cosa sto parlando. E non mi riferisco certo a bambini di uno, 2 o 3 anni, ma di bambini più grandi. Sono quei bambini che spingono gli altri e li prevaricano con prepotenza senza che i genitori dicano loro nulla (“ma sì, son bambini!”), quelli che distruggono i giochi degli altri bambini o rovinano quelli pubblici (“scusi, ma sa, sono bambini!”), quelli che minacciano i più piccoli e all’occasione li picchiano pure (“asinello, non farlo più: sa com’è sono bambini!), quelli che a scuola fanno i bulli (“è un po’ esuberante, ma adesso non esageriamo!”), quelli che “adesso chiamo la mia mamma e il mio papà così ti faccio vedere io se non posso continuare a fare il bullo”.

E infatti possono. Perché mamma e papà minimizzano e giustificano ogni loro malefatta. Sono le mamme e i papà che se il figlio prende 5 a scuola se la prendono con il professore, quelli che i professori li menano pure se osano mettere in discussione l’adorato pargoletto, quelli che poi accompagneranno i figli ai colloqui di lavoro, quelli che spianano loro la strada, li sollevano da ogni responsabilità.

Non vi capita mai di essere preoccupati per i vostri figli, sapendo che alcuni loro compagni saranno i bambini che “sono così”? A me sì.

E non c’entra l’esuberanza, non è questione di indole o di carattere: questi bambini sono figli di quelle stesse persone della cui violenza ci troviamo a stupirci leggendo i commenti sul web. Donne e uomini “perbene” pronti a inveire contro tutti, senza mai mettere in discussione se stessi e i propri figli.

In questi casi sì, la colpa è dei genitori. Una frase brutta, lo so, spesso usata a sproposito, sollevando i figli da ogni responsabilità anche laddove la famiglia ha fatto tutto ciò che poteva. Non in questi casi.

Io mi vergogno per tutti quei genitori che si fanno trattare come spazzatura dagli stessi figli e permettono loro di trattare gli altri come spazzatura. Mi vergogno dei genitori e dei figli in delirio di onnipotenza. Mi vergogno di chi crede che l’educazione sia il fatto che altri subiscano in silenzio le loro angherie, prese in giro, violenze fisiche, violenze psicologiche, violenze sui social… è davvero questo che vogliamo per i nostri figli? Mi vergogno di tutto ciò e mi fa molta paura.

Educare un figlio è forse davvero il mestiere più difficile del mondo. Richiede sacrificio e impegno. Educare non è tarpare le ali al bambino, ma dargli strumenti per esprimersi e vivere in una comunità civile. Lasciarli liberi di fare qualsiasi cosa, parlare in ogni modo, rispondere, odiare, fare del male, scrivere messaggi violenti, non è libertà.

È aver rinunciato al proprio ruolo di educatore. Di più: è allevare un futuro uomo incapace di vivere in società. Di fatto un disadattato, dannoso per la società e anche per se stesso.

I figli non “sono fatti così”! Siamo noi che li stiamo crescendo come gramigna, piante infestanti dannose per gli altri e per se stesse.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!