Figli unici: come non far sentire soli i nostri bambini
Quanti sono i luoghi comuni riguardanti i figli unici? È vero che crescono sempre viziati? Vanno trattati in maniera particolare da parte dei genitori?
Quanti sono i luoghi comuni riguardanti i figli unici? È vero che crescono sempre viziati? Vanno trattati in maniera particolare da parte dei genitori?
Quanti sono i luoghi comuni riguardanti i figli unici? È vero che crescono sempre viziati? Vanno trattati in maniera particolare da parte dei genitori?
In Occidente sono sempre più numerose le famiglie con un solo figlio unico, per diverse ragioni che non intendiamo trattare in questa occasione.
E normalmente si ritiene che i figli unici siano più viziati degli altri e sviluppino caratteristiche negative come ad esempio egocentrismo, difficoltà a socializzare e fragilità emotiva.
Però, pur essendo vero che un figlio unico cresce in una posizione di centralità assoluta all’interno della famiglia e potrebbe ricevere maggiori attenzioni, cure, stimoli, apprezzamento e affetto, è altrettanto assodato che spesso proprio i genitori di figli unici siano molto impegnati e poco presenti.
Il figlio unico di genitori molto impegnati potrebbe infatti correre il rischio di vivere in un ambiente affettivo e sociale meno ricco, sviluppando così fragilità sul piano emotivo e nell’autostima; e potrebbe esternare spesso sentimenti di rabbia e risentimento.
In generale, quindi, per cercare di educare al meglio un figlio unico gli esperti consigliano di arricchire il contesto sociale del piccolo (gioco e scambio e incontri con i coetanei) e di favorire attività di gruppo o di squadra.
Inoltre i genitori devono ridimensionare le aspettative sui propri figli, al fine di ridurre la pressione che inconsapevolmente mettono sulle loro spalle per indurli a dare soddisfazioni, ad assumere responsabilità, ad essere bravi o ad eccellere (speranze che nelle famiglie più numerose possono essere suddivise tra più fratelli).
Ma anche l’aspetto affettivo è fondamentale, perché tendenzialmente i genitori di figli unici sono inclini a sviluppare un attaccamento eccessivo ed un’iperprotezione che possono tramutarsi in un grosso limite all’autonomia affettiva e sociale dei piccoli, un limite allo sviluppo equilibrato che potrebbe manifestarsi concretamente nella fase dell’adolescenza.
In sintesi, crescere un figlio unico è esattamente come crescere un figlio, punto. E addirittura il prof. Wasserman del Child Psychiatry “Babies&Children’s Hospital” di New York afferma che un figlio unico è simile in tutto e per tutto ad ogni altro bambino ed essere figli unici può tramutarsi in un vantaggio (maggior motivazione ad andare bene a scuola e a raggiungere qualche successo, educazione esemplare e di norma buona salute fisica).
Anche i figli unici devono imparare a camminare da soli, a scegliere quale percorso intraprendere; devono crescere indipendenti e capaci di idee e progetti propri. L’eccessivo spirito di protezione, la tendenza a giustificare oltremodo i figli e a prendere decisioni al loro posto sono fatti dipendenti esclusivamente dalla natura del genitore e non del figlio.
Un genitore di figlio unico non potrà mai sostituirsi ad un fratello o ad una sorella, e non è nemmeno necessario che lo faccia. A lui spetta piuttosto il compito di creare le occasioni giuste per favorire il rapporto del piccolo con amici, cugini, coetanei etc.
Concludendo, è bene tenere presente che essere figlio unico non è una “malattia” e nessuna indagine o ricerca ha mai messo in luce specifiche sintomatologie tanto ricorrenti da dover essere registrate. L’eventuale presenza di disturbi psicopatologici va valutata sempre singolarmente.
E ai genitori che avessero bisogno di “regole” da seguire per crescere un figlio unico e sulle quali meditare, consigliamo di incoraggiare la sua indipendenza, di non essergli “devoti”, di cercare il giusto equilibrio tra lo spronare senza pressare e l’incoraggiare senza obbligare; di non interferire con la sua vita relazionale, di non “iperinvestire” su di lui e di non delegargli la realizzazione dei loro sogni…
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