“Mater semper certa est”, dicevano i latini, “pater numquam”. La madre è sempre certa, il padre mai. Oggi, però, ci sono strumenti per accertare senza dubbio se un bambino è figlio o meno di una persona, basta avere un campione genetico di entrambi e confrontarli.

Ma come si effettua un test di paternità? Quando? È invasivo? Quanto costa? Si può fare di nascosto? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

In cosa consiste il test di paternità?

Il test di paternità consiste nel confronto del DNA del figlio con quello del presunto padre. Può essere effettuato attraverso diverse tecniche, ma prevede il controllo di un numero di marcatori variabile per valutare l’affinità genetica.

Come spiega il sito gestito dal Centro Eurofin Genoma testpaternità.it

Il test di paternità si basa sul principio che ogni individuo eredità il proprio patrimonio genetico dai genitori, il 50% dal padre ed il 50% dalla madre, e consiste nel confrontare le caratteristiche genetiche del figlio oggetto di indagine di paternità con quelle del presunto padre e della madre. Il padre presunto, per essere considerato padre biologico, dovrà possedere metà del profilo genetico presente nel figlio/a.

La paternità viene ESCLUSA nel caso in cui le caratteristiche genetiche del padre putativo discordino con quelle del figlio oggetto di indagine. La paternità viene, invece, ATTRIBUITA qualora le caratteristiche genetiche del padre e del figlio concordino.

Quando si può effettuare?

Il test di paternità può essere effettuato sia prima che dopo la nascita.

Nel primo caso, generalmente il test viene effettuato sulle cellule fetali, ottenute o attraverso il prelievo di villi coriali (PVC o villocentesi) – un esame effettuato normalmente attorno alla 10-13 settimana di gestazione, durante il quale vengono prelevate alcune cellule della placenta – o il prelievo di cellule amniotiche (PCA o amniocentesi). Questo esame, durante il quale vengono prelevate alcune cellule fetali dal liquido amniotico, viene effettuato intorno alla 15-18 settimana di gestazione.

Entrambi questi esami – che vengono normalmente effettuati nel caso i test non invasivi abbiano indicato la possibilità aumentata di anomalie cromosomiche – comportano però dei rischi di aborto e per il feto, per questo devono essere effettuati dopo aver consultato lo specialista.

Per questo motivo sono disponibili anche test di paternità non invasivi, che vengono effettuati su un campione di sangue della madre (e non hanno quindi alcun rischio per il feto), effettuabili già a partire dalla 9-10 settimana. Questi esami, che permettono di profilare il DNA fetale presente nel sangue materno e quindi di confrontarlo con quello del presunto padre, hanno un’alta affidabilità, che varia dal 95 a oltre il 99% a seconda della tipologia di test scelto.

Il test di paternità, però, può essere effettuato anche dopo la nascita: in questo caso, il confronto tra il DNA del bambino o della bambina e del presunto padre può essere fatto attraverso campioni di saliva prelevati attraverso tampone buccale, capelli o un prelievo ematico.

Test di paternità e consenso

I test di paternità non differiscono solo per la tipologia di esame, ma anche per il livello di privacy che possono garantire a chi li effettua. Se per ottenere un test di paternità che abbia valenza legale è necessario che tutte le persone coinvolte vengano identificate e compilino dei moduli appositi, chi vuole solo fugare un dubbio può effettuare nell’intimità della propria casa un test informativo che viene poi effettuato nel massimo rispetto dell’anonimato.

Tutte le persone coinvolte, però, devono prestare il proprio consenso. Anche se il test informativo può essere effettuato su campioni “non conformi” (ciucci, mozziconi di sigaretta, bicchieri…), il padre non può effettuare il test senza il consenso della madre e viceversa e, se il figlio ha più di 14 anni, anche il consenso del bambino o della bambina è necessario, come ha stabilito il Garante della Privacy, mentre al di sotto di questa età è necessario in consenso di entrambi i genitori o chi detiene la patria potestà.

I costi e dove effettuarlo

I costi del test di paternità variano sensibilmente a seconda della tipologia di test scelto e della struttura. I prezzi possono variare da poche centinaia di euro per il kit del test “informativo” (che ha normalmente un costo intorno ai 150-190€) fino ai 1000/1500€ del test di paternità non invasivo (che in alcuni casi è disponibile per cifre più contenute, intorno ai 400€).

Il test di paternità può essere effettuato in moltissime strutture che si occupano di screening genetico, ma anche in centri e laboratori analisi. La cosa migliore, se si desidera effettuare un test di paternità, è consultare uno specialista che possa indicare il percorso e la struttura migliore a seconda del singolo caso.

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