Voler diventare mamma e non riuscirci può essere davvero avvilente e frustrante per una donna; ecco perché è uno dei (tanti) motivi per cui dovremmo smetterla di farci condizionare da vecchi stereotipi come “Una donna è completa solo se diventa madre” che, oltre a raffigurare un’immagine ormai antiquata, saldamente ancorata a patriarcato e maschilismo, è anche totalmente ingiusta verso chi vorrebbe davvero provare una gravidanza ma per le più disparate ragioni non ci riesce.
Il post della nutrizionista Tara Engelberg rappresenta infatti la sintesi perfetta della sofferenza che si accompagna a ogni test di gravidanza risultato negativo, la delusione che ogni donna intenzionata a restare incinta sperimenta vedendo la linea sul test che indica l’ennesimo tentativo andato a vuoto e la disperazione che spinge a pensare di trovarsi di fronte a un sogno impossibile.
Lei, che per mestiere si occupa proprio dell’alimentazione delle mamme in attesa o delle donne che hanno problemi di fertilità ha infatti dovuto affrontare ben 1200 giorni di tentativi andati a vuoto, ovvero tre anni; la sua storia è diventata virale dopo che il post condiviso sul suo profilo Instagram il 13 gennaio scorso è stato pubblicato dal marchio lifestyle, Motherly, catturando l’attenzione di migliaia di donne in tutto il mondo.
Un altro test di gravidanza negativo. Un altro ciclo. Un altro promemoria che, per qualsiasi motivo, non riesco a rimanere incinta – scrive Tara – A volte vorrei che ci fosse una videocamera per mostrare l’incubo che è l’#infertilità. Come dopo i primi sintomi del nuovo ciclo in qualche modo devo trovare il coraggio di dire a mio marito che ancora una volta non sono incinta questo mese. È una scena fin troppo familiare a casa mia. È una scena che è seguita dal dolore totale. Dove io e mio marito ci teniamo vicini mentre piangiamo, in questo viaggio insopportabile.
È la parte in cui ci permettiamo di liberare il nostro dolore e quindi cerchiamo di capire come ci riprenderemo e supereremo questa volta. È la parte in cui mi asciugo le lacrime, mi trucco, poi esco nel mondo e mi comporto come se non fossimo stati feriti e rotti da questa lotta.
Dopo ogni test di gravidanza negativo, in qualche modo raccolgo il coraggio e la speranza di riprovare. Ma dopo quasi 1200 giorni di tentativi, qualcosa dentro cambia. Quella speranza che scorre attraverso il mio corpo così fortemente diminuisce un po’ di più ogni mese.
Dopo questo ciclo, abbiamo capito che il nostro prossimo passo richiederà aghi, ormoni e medicine che non posso nemmeno pronunciare. È il passo che richiede ancora più forza fisica, emotiva e finanziaria. È il passo per cui abbiamo sempre pregato di non aver bisogno, ma siamo così grati di poterlo fare.
Ma la verità è che siamo stanchi e siamo svuotati. Siamo emotivamente esausti e spaventati. Non abbiamo mai pensato che diventare genitori sarebbe stato così difficile, e non abbiamo mai immaginato che la nostra montagna da scalare fosse così grande.
Vorrei che ci fossero parole adeguate per esprimere il profondo dolore e la frustrazione dell’infertilità perché le mie parole non sembrano mai rendere giustizia a tutta la pesantezza nel mio cuore. Tutto quello che so è che nessuno merita questa lotta, questa battaglia. Devo credere che ci sia una ragione per questo viaggio e che in qualche modo andrà tutto bene.
Scopriamo qualcosa di più sulla toccante storia di Tara in gallery.
Il post di speranza per il suo compleanno
33
C’è qualcosa di speciale nel numero 3 quest’anno. Per qualsiasi motivo, questo numero continua ad apparire nella mia vita in modi che non possono essere spiegati. Credo che sia un segno che le cose buone sono qui e altre sono in arrivo. Forse il mio compleanno sta innescando questa riflessione, o forse è un segno dall’alto. Ma in entrambi i casi, sto onorando questi allineamenti con gratitudine e amore.
Nel mio 33° anno, celebro di essere sposata con il mio amore da tre anni.
Sono al terzo anno del mio viaggio spirituale e di benessere che è stato riempito con così tanta crescita e guarigione.Il 33 segna il terzo anno della mia transizione professionale per diventare una nutrizionista e un allenatrice per la salute sulla fertilità.
Nel mio 33° anno, vivo nello splendido Colorado da tre anni.
Oggi celebro tre settimane dopo l’intervento di #endometriosi, una procedura che mi ha dato tante speranze per il futuro.Questo è anche il * TERZO * anno che io e mio marito proviamo a concepire. Sono 36 mesi o 1.096 giorni di attesa.
Indipendentemente da ciò che verrà, provo un senso di apprezzamento per questo viaggio. Ogni disagio, delusione e ostacolo mi hanno portato a questa bellissima vita piena di opportunità che mi hanno spinto a diventare la donna che sono oggi. Ho la sensazione che il 33esimo sarà un anno meraviglioso e magico.
L'intervento per l'infertilità
La chirurgia è “emozionante”
Quando sono stata portata in sala operatoria, ho pianto. Non perché fossi spaventata, ma perché non potevo credere che stessi andando in chirurgia a causa della mia infertilità. La mia mente è tornata indietro a tutti gli anni di test di gravidanza negativi e a tutti gli anni di preoccupazione e meraviglia. Ho pensato a tutte le donne che soffrono di infertilità e alla forza che dobbiamo tutte tirare fuori.
Ero preoccupata per mio marito e tutte le cose che stava attraversando. Prima che me ne rendessi conto, ero circondata dalla mia squadra di medici e infermieri in sala operatoria e l’operazione stava per iniziare. Le lacrime mi scorrevano ancora lungo la guancia quando ho notato che il mio medico mi teneva la mano. Ho trovato così tanto conforto in lui, nelle sue cure e in tutta la sua squadra. Sono così grato di essere andata a Chicago per il mio intervento al Northwestern Memorial Hosptial.
Sono passati due giorni dall’intervento e mi sento meglio di quanto avrei mai immaginato. Mi muovo (lentamente), dormo molto e ho già smesso con gli antidolorifici. Sono grata che l’intervento sia finito e di aver avuto un’esperienza così positiva rispetto alle cure e al mio recupero.
Ma l’infertilità continua ad essere un’ombra scura nella mia vita, e va bene. Ho ancora paura e sono ancora preoccupata di non riuscire a rimanere incinta e pensando a cosa dovremo fare per iniziare la nostra famiglia. L’infertilità non scompare dopo l’intervento chirurgico, è qualcosa che farà sempre parte di me e del mio viaggio verso la genitorialità. Ma restiamo pieni di speranza.
Martedì incontreremo i dottori per ottenere le risposte che stavamo aspettando e per ricevere indicazioni sui nostri prossimi passi per allargare la nostra famiglia. Successivamente, andremo a casa a Denver. Grazie per tutto l’amore, i buoni auguri, le preghiere, le vibrazioni positive e i pensieri felici. Sono stati sentiti e molto apprezzati
Va bene piangere, ma non siamo soli
Va bene piangere, avere paura, pregare, sperare e credere nei miracoli – ha detto Tara in un’intervista per Good Morning America – Sono sentimenti ed emozioni che attraversano tante donne e così tanti uomini. Non siamo soli, insieme siamo più forti.
In silenzio
Con il marito hanno provato a concepire per ben tre anni, senza riuscirci.
Io e mio marito non ne parlavamo con nessuno ma non potevo più tenere tutto dentro, ero arrivata a sentirmi sola e senza speranza.
L'unione delle altre donne
Che cosa bella vedere donne che supportano altre donne indipendentemente dalla razza e religione per mostrare che se restiamo unite, tutto diventa più facile da superare.
Cos'è l'infertilità
All’inizio del 2019 Tara ha subito un intervento chirurgico per correggere l’endometriosi. L’infertilità, secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists, è una condizione temporanea che viene definita come l’incapacità di rimanere incinta dopo uno o due anni di rapporti sessuali costanti e non protetti, ma differente dalla sterilità.
Secondo i dati del dipartimento della Salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, sono oltre 6 milioni le donne che in America lottano con questo problema, mentre in Italia, secondo una ricerca condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, circa il 15% delle coppie è colpita da infertilità, nel 20% dei casi per difficoltà di concepimento da collegare a cause relative a entrambi i partner.
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