Massimo Recalcati presenta Lessico Famigliare, un programma in onda da venerdì 7 maggio su Rai 3, dove racconterà e analizzerà i ruoli della madre, del padre, del figlio e della scuola. Considerati gli archetipi su cui si fonda la nostra società. Massimo Recalcati è uno psicanalista, saggista e accademico italiano. Nel 2011 inizia i suoi studi e riflessioni sulla figura del padre, dedicandosi nel corso del tempo anche a quella della madre. Proprio attraverso i suoi studi, altri interventi e interviste esterne Massimo esaminerà nel corso delle puntate questi ruoli.

In questa anteprima lo psicanalista parla dell’essere genitori e sottolinea quanto a parere suo la genitorialità non abbia nulla a che fare con la biologia o la genealogia. La genitorialità o il “cosa significa essere davvero genitore?” sono da tempo uno dei temi più discussi da saggisti ed esperti in materia. Un dibattito sempre più accesso anche a causa del sentito tema adozioni e genitori adottivi.

Dalle pubblicazioni di Massimo Recalcati e dal suo intervento si capisce presto la sua posizione a riguardo. Per lui essere genitore non significa generare un figlio o per lo meno quello non è sicuramente sufficiente. Cita a tal proposito la psicanalista e pediatra Françoise Dolto e in particolare una sua affermazione: “Tutti i genitori sono genitori adottivi.”

L’idea che emerge da questa frase, come spiegato da Repubblica, è quella che la generazione biologica non fa di un uomo un padre o di una donna una madre. Un uomo e una donna possono generare un figlio senza diventare genitori, senza attuare un comportamento che si interessi del suo futuro e che si preoccupi della sua persona. E per fare questo è necessario un atto esterno alla natura, con il quale assumersi tutte le infinite responsabilità da genitore.

Al giorno d’oggi si parla tanto di famiglia, di come deve essere, di come può essere o da chi deve essere formata, con conseguenti esclusioni. Ma forse chi punta il dito verso gli altri si sta dimenticando della funzione primaria della famiglia, ovvero quella di accogliere una vita, offrirle le giuste cure e garantirle una presenza stabile e continua su cui poter contare. Ed è proprio questo quello che vuole dire il presentatore Recalcati con le parole “C’è incontro con la madre ogni qual volta la vita inerme trova un’accoglienza, un soccorso.”

Porre attenzione alle cure e ai bisogni primari del bambino è necessario, ma è bene ricordarsi che alla base della famiglia non vi è solo il sostentamento verso i figli, altrimenti potrebbe essere sostituita da un qualsiasi ospedale o orfanotrofio. La vita umana per crescere ha bisogno di amore oltre che di cibo, di affetto e di sostegno prima morale e poi economico.

Ci viene ora spontaneo, riguardando questo video e ripercorrendo quello che è da anni un dibattito aperto tra i Partiti italiani, se tutto questo ha che fare con il sesso del genitore?

Un bambino ha bisogno di una famiglia che lo faccia sentire amato. C’è davvero bisogno del seno della madre per poter donare l’amore a un bambino? O di una coppia eterosessuale?

Prima di arrivare a qualsiasi giudizio dovremmo ascoltare l’opinione di chi ha voce in capitolo. Di quelli che, come Rudy Zerbi, considerano padre l’uomo che li ha cresciuti e non quello che ha donato uno spermatozoo. Di quei bambini che vivono negli orfanotrofi e che una famiglia non sanno neanche cosa sia. È giusto che qualcuno pensi per loro? Crediamo davvero che vivere senza genitori sia meglio che avere due papà o due mamme?

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