Negli Stati Uniti c’è un super papà. Il suo nome è Mohamed Bzeek, ha origini libiche a vive ad Azusa, nei pressi di Los Angeles dal 1978, quando arrivò negli Stati Uniti per studiare all’università. Ha circa 65 anni e da 29 è stato il padre adottivo di 80 bambini malati terminali che sono stati abbandonati in ospedale dai loro genitori naturali (e 10 di loro, purtroppo, sono morti). La sua storia viene raccontato in un video di Fanpage che scioglie il cuore, tanta è la tenerezza di quest’uomo, che viene chiamato «Papà Coraggio».
Negli ultimi anni, l’uomo viene aiutato con il crowdfounding.
Nel video si vede Mohamed Bzeek con alcuni dei suoi bambini, ma soprattutto con Samantha, la piccola di casa, l’ultima in ordine di arrivo. Samantha è cieca, sorda e ha gambe e braccia paralizzate: così Mohamed corre per lei, tenendola nella sua carrozzina, la coccola, le permette di vivere una vita in cui si senta amata e accudita. Essendo malata terminale, non si sa quanto resti da vivere a Samantha, ma una cosa è certa e la si evince dal suo enorme sorriso: questa parte della sua vita è la più gioiosa.
So che stanno per morire – ha detto, come riporta il Corriere della Sera – ma li accolgo come se fossero figli miei, prendendomi cura di loro fino alla fine.
Mohamed Bzeek ha avuto anche un figlio naturale: si chiamava Adam ed era affetto da nanismo e osteoporosi imperfetta. Per tutta la vita di Adam, Mohamed e la moglie Dawn (che però è venuta a mancare anche lei nel 2014) hanno lottato per far capire alle persone che il concetto di diversità è solo una barriera mentale e che di fatto non esiste: ognuno di noi è diverso dall’altro è ha diritto a essere felice e amato.
Sfogliamo insieme la gallery per scoprire qualcosa in più di Mohamed, dei suoi figli e della sua storia.
La missione
Mohamed si è prefissato una missione nella vita: rendere felici i bambini malati terminali perché anche loro possano scoprire che la vita è bella.
Quello che ci accomuna
Mohamed pensa che ognuno di noi è diverso, ma una cosa ci accomuna cioè l’essere umani. Un concetto che è antichissimo, tanto che viene scritto anche in un’opera del commediografo latino Terenzio.
Nel suo viaggio, Mohamed è stato accompagnato dalla moglie Dawn, da cui si è separato nel 2013 e che è morta l’anno successivo, come riporta Fanpage. L’uomo la ricorda con grande affetto.
È stata sempre la più forte – ha spiegato – Ogni volta che un bambino se ne andava, lei mi faceva coraggio. Oggi devo fare questo senza di lei.
L’amore
La chiave è amarli come se fossero figli tuoi – ha spiegato Mohamed – So che sono malati, so che stanno per morire, ma faccio del mio meglio come essere umano, lasciando il resto a Dio. Se impariamo ad ascoltarli e capirli, anche loro possono darci tanto.
Con Samantha
La piccola di casa Bzeek, Samantha, rappresenta un ulteriore sprone per Mohamed: grazie a lei l’uomo si prepara alle sfide quotidiane: rendere ogni giorno dei suoi figli sulla Terra sempre più bello.
Tu giocherai con papà – dice Mohamed a Samantha nel video su Fanpage, mentre la coccola – noi giocheremo.
Ispirazione
Mohamed non è da solo: adulti e bambini hanno trovato in lui una fonte di ispirazione e lo aiutano. E i bimbi bisognosi sono tanti: in California, il dipartimento Infanzia e servizi famigliari stima 600 bambini malati terminali che sono abbandonati negli orfanotrofi.
Avremmo bisogno di aiuto – ha detto la coordinatrice del dipartimento Affari sociali Melissa Testerman, come riporta ancora il Corriere – ma lui è l’unico disposto a tendere la mano a un bambino che rischia di non farcela.
Un grande cambiamento
Mohamed ha portato questi bambini dalla solitudine a una casa piena d’amore.
Quando erano in ospedale loro erano molto tristi – ha raccontato l’uomo – Nessuno parlava con loro, nessuno li abbracciava, nessuno stava con loro.
Mohamed e Samantha
Papà e figlia giocano, corrono all’aria aperta e si abbracciano.
So che non può né sentire né vedere – dice Mohamed – ma le parlo lo stesso. La prendo sempre tra le mie braccia e gioco con lei. Ha dei sentimenti. Lei ha un’anima, è un essere umano.
La prima bimba adottata
La prima delle adozioni di Mohamed è avvenuta negli anni ’90: la piccola aveva la spina dorsale deformata, ed era stata abbandonata dalla madre naturale, impossibilitata a sostenere le spese mediche.
La sua missione non si ferma
Dopo la morte dell’ex moglie Dawn, Mohamed ha adottato un bambino ricoverato in ospedale 167 volte.
Nato con la sindrome dell’intestino corto, non poteva mangiare – ha raccontato – Nonostante ciò, lo facevo sedere a tavola insieme con gli altri, in modo che si sentisse parte della famiglia.
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