Bambina con genitori omosessuali scrive una lettera ad Obama dove racconta il suo disagio

Sophia, 10 anni, scrive una lettera al presidente rieletto Barack Obama durante la campagna elettorale per chiedergli dei consigli su come reagire davanti agli scherzi dei suoi compagni di classe che la deridono perchè i suoi genitori sono omosessuali.

Oggi, nel giorno della rielezione si parla di Obama e oltre a far della cronaca informativa ci si sbilancia raccontando qualche notizia in più, magari passata in secondo piano, che mette per l’ennesima volta in evidenza perchè il presidente degli Stati Uniti è così apprezzato ed amato dalla maggioranza delle persone americane e non.

La storia che vi raccontiamo è quella di Sophia Bailey Klugh, 10 anni, figlia di una coppia gay. Esatto. Sophia non ha una mamma e un papà ma due papà: Jonathan Bailey e Triton Klugh. Per questo motivo decide, sotto campagna elettorale, di scrivere una lettera ad Obama, da sempre impegnato a far rispettare i diritti delle coppie omosessuali.  

Nella lettera al presidente, la piccola Sophia si sfoga, precisando subito che lei si sente molto amata dai suoi papà e il non avere una famiglia “convenzionale” non le importa, se non fosse che a scuola viene invece ghettizzata e derisa dai suoi compagni.

 “Scrivo a te perché sei il mio eroe. Se tu fossi me e avessi due papà che si amano, e i bambini a scuola ti prendessero in giro per questo motivo, che faresti? Rispondimi, per favore!” firmato “la tua amica Sophia”.

La risposta di Barack Obama non ha tardato ad arrivare, nonostante i mille impegni dell’election-day. Obama cerca di spiegare alla piccola che tutte le famiglie sono diverse tra loro e che l’importante è l’amore che entrambi i genitori provano l’un per l’altro e per il figlio. Da padre a sua volta, consiglia inoltre di continuare a trattare le altre persone, e quindi anche i suoi compagni dispettosi, (perchè effettivamente pensandoci bene i bambini non sono cattivi per idee proprie ma vengono influenzati dall’educazione che ricevono a casa) nello stesso modo in cui lei vuole essere trattata e di ricordare a loro questa piccola regola, spiegando ciò che la ferisce.

“Tu e io siamo benedetti dal vivere in un Paese dove siamo nati uguali, dove non importa come sembriamo esteriormente, dove siamo cresciuti o chi siano i nostri genitori” firmato “Cordialmente Barack Obama”

Sicuramente il discorso è molto complesso, ma pare che il mondo possa, anche se ancora a piccoli passi, avvicinarsi ad una tolleranza e ad un rispetto maggiore. 

 

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