Il 45% delle donne con una storia di disturbo alimentare sperimenta l'infertilità

Lo rileva un sondaggio condotto su oltre 600 donne americane, che evidenzia anche come molte rimandino un eventuale concepimento proprio per la paura legata ai cambiamenti fisici e alle variazioni di peso.

La gravidanza e il post-partum sono momenti intensi a livello emotivo e fisico, ma per le madri con una storia di disturbi alimentari, questi passaggi di vita possono essere ancora più delicati.

Un recente sondaggio di Equip Health condotto su 645 donne americane di età superiore ai 18 anni con una storia di disturbi alimentari o abitudini alimentari disordinate ha fatto luce su quanto possa essere profonda questa intersezione, esplorando la connessione con fertilità, gravidanza e post-partum, e rivelando statistiche illuminanti sui modi in cui le lotte passate o in corso con il cibo e l’immagine corporea influenzino il percorso verso la maternità.

Al netto della prospettiva edulcorata e della mitizzazione della maternità, infatti, la realtà spesso presenta un conto ben diverso, con i cambiamenti del corpo che non possono essere controllati, i dottori che monitorano il peso a ogni visita e la società che bombarda le future mamme con messaggi su come si dovrebbe affrontare la gravidanza, anche dal punto di vista alimentare. Come se non bastasse, a ciò si aggiunge il post-partum, che non sempre è quel momento idilliaco che qualcuno cerca di far credere, nascondendo come la polvere sotto il tappeto problematiche come baby blues, depressione post-partum o semplicemente fatica a riconoscere se stesse dopo la gravidanza.

Per le mamme con una storia di disturbi alimentari, queste pressioni possono essere estremamente deleterie; il sondaggio di Equip Health ha scoperto che:

  • Il 45% delle donne con una storia di disturbi alimentari o alimentazione disordinata soffre di infertilità, rispetto alla media nazionale dell’11%. I disturbi alimentari possono influenzare significativamente la fertilità, ma sono solo un pezzo del puzzle. Fattori come carenze nutrizionali, squilibri ormonali e interruzioni delle mestruazioni e dell’ovulazione possono svolgere un ruolo, ma l’infertilità è complessa e può essere influenzata da una varietà di fattori medici e di stile di vita.
  • Più di una donna su dieci (13%) ha rimandato il concepimento a causa di preoccupazioni legate ai disturbi alimentari.
  • Solo il 18% degli operatori sanitari ha discusso i potenziali collegamenti tra problemi di fertilità e una storia di disturbi alimentari, evidenziando una lacuna critica nell’assistenza medica.

Inoltre, altri dati emersi nel sondaggio hanno rilevato che:

  • Il 32% delle intervistate si è dichiarato preoccupato per l’impatto che la gravidanza avrebbe potuto avere sui propri disturbi alimentari o comportamenti alimentari disordinati.
  • Il 64% delle intervistate è preoccupato per l’impatto che i cambiamenti di peso durante la gravidanza avrebbero avuto sulla loro immagine corporea.
  • Il 53% delle intervistate teme che commenti indesiderati sul loro corpo e il contatto fisico durante la gravidanza possano avere un impatto negativo sulla loro salute mentale.

Pesate regolari, cambiamenti nella forma del corpo e consigli alimentari possono esacerbare lo stress, rendendo essenziale una solida rete di supporto, che includa terapisti o dietologi specializzati nella salute mentale perinatale.

Per questo, sarebbe importante non solo smettere di seguire la narrazione tossica fornita, ad esempio, dai social media sulla gravidanza, tenendo presente che non esiste un percorso universalmente valido per tutte per tornare al peso pre-gravidanza, circostanza che, peraltro, se non per ragioni di salute non è affatto obbligatoria né necessaria. In secondo luogo, occorre cambiare la narrazione sul recupero post-partum, smettendo ad esempio di equiparare la perdita di peso alla salute e promuovendo invece messaggi realistici e di supporto sulla guarigione dopo il parto.

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