Meghan Markle è da poco diventata mamma del piccolo Archie Harrison, il primogenito avuto dal principe Harry la cui nascita ha scatenato i tabloid di tutto il mondo e fatto esplodere di gioia i sudditi del Regno Unito, che hanno seguito la gravidanza dell’ex attrice e atteso il nuovo Royal Baby con spasmodica curiosità.

Ormai considerata la “ribelle” di corte per i suoi tanti strappi al protocollo e le scelte controcorrente rispetto alla Royal Family – su tutte la decisione di andare a vivere lontana da Kensington e dai cognati Kate e William, e quella di aprire un account Instagram proprio assieme al marito – anche in occasione della sua gestazione, e del parto, Meghan si è dimostrata ben lontana da quegli standard vagamente impostati e dai “dogmi” voluti tradizionalmente dall’etichetta.

Per il parto, ad esempio, non ha scelto la clinica “di fiducia” degli Windsor, quella, per intenderci, dove sono nati non solo i tre figli di Kate, ma anche suo marito Harry. Nelle sue intenzioni pare ci fosse addirittura l’idea di partorire in casa, salvo poi dover riparare, in extremis, sulla clinica privata Portland da 15 mila sterline a notte.

Ma, soprattutto, e diversamente dalla cognata, che in questo pare decisamente più “ligia” ai doveri di corte – anche perché con un altro ruolo istituzionale, essendo la consorte dell’erede al trono d’Inghilterra, mentre Harry è solo sesto in linea di successione – Meghan ha sorpreso tutti dopo la nascita, non presentandosi ai microfoni e alle telecamere e lasciando che fosse il solo Harry a rilasciare una dichiarazione. Un divismo ostentato, per alcuni, una scelta assolutamente plausibile per una donna normale che ha appena partorito e certamente non ha voglia di sistemare trucco e parrucco per comparire davanti ai flash dei fotografi, viene invece da pensare a noi.

Perché di Meghan si può pure pensare ciò che si vuole, che sia insopportabile con il suo staff, che voglia comandare a bacchetta chiunque, che non tolleri Kate – tutte voci messe in giro dai giornali di gossip inglesi e a cui, chiaramente, si deve dare credito fino a un certo punto – ma una cosa è certa: nel suo voler essere “diversa” dagli altri membri della Royal Family, lei è bella perché molto più vicina alla “normalità”.

È normale nel suo atteggiamento verso il pubblico, negli abbracci e nelle strette di mano aberrate dal protocollo reale e che lei elargisce naturalmente, nel voler presenziare alla premiazione di una cara amica in barba all’etichetta, nello scegliere un matrimonio molto meno rigido e formale di quelli solitamente visti a corte. Soprattutto, è stata assolutamente normale la volontà di non darsi in pasto ai giornalisti a poche ore dal parto e ancor di più il modo in cui, un paio di giorni dopo, si è presentata a Windsor per far conoscere al mondo il suo Archie.

Raggiante, solare, emozionata, ma con un fisico assolutamente da post partum che non ha cercato di celare per nulla sotto l’abito bianco firmato Givenchy.

Nessun fisico filiforme ad appena 48 ore dal parto, nessun trucco per nascondere l’irrimediabile pancia ancora segnata dalla gravidanza e nessun aspetto fiabesco per la Duchessa di Sussex: solo un fisico tanto, tanto naturale che se possibile la avvicina ancora di più a tutte noi, che dopo un parto non solo ci sentiamo uno straccio, ma fisicamente non siamo certo somiglianti alle nostre “io” dei giorni migliori.

Se tanto si era discusso, in passato, della pancia piatta di Chiara Ferragni a soli 40 giorni dall’aver dato alla luce Leone, anche in questo caso senza giustificazioni, come abbiamo spiegato, adesso ci troviamo di fronte a una donna che, fregandosene dell’essere una Royal, ci sbatte in faccia la verità del post partum: che è duro, che lascia segni, che regala in dote una pancia che non può sparire nel giro di due giorni.

In questo caso, Meghan, peraltro da anni impegnata nella causa femminista e attiva in questo senso, lancia un messaggio ben preciso, consapevole dell’importanza della sua rilevanza: una donna appena diventata mamma non deve vergognarsi del suo fisico post partum, e men che meno deve sentirsi in dovere di correre a nasconderlo. Lo deve esibire, fiera del significato di quella pancia più rotonda del solito, fregandosene se qualcuno storce il naso non capendo quanto tutto questo sia naturale.

La ribelle di corte, forse, in realtà è solo una donna tanto, tanto normale. Grazie al cielo.

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