La diatriba fra allattamento al seno e allattamento artificiale è una di quelle che è destinata a non giungere mai a un punto d’incontro, ma proviamo a fare chiarezza: per un neonato niente è meglio del latte della mamma, ma esistono casi e situazioni in cui allattare, o almeno allattare totalmente, al seno non è possibile, perciò occorre un’integrazione di latte in polvere.

Certo del latte in polvere si fa un gran parlare, non sempre in senso positivo, soprattutto dopo lo scandalo Lactalis esploso recentemente, in cui moltissimi lotti sono stati ritirati dal mercato perché potenzialmente contaminati dal batterio della salmonella.

Non sempre, però, le cose vanno vissute in maniera completamente negativa, o in bianco o in nero, quindi anche il latte in polvere può rappresentare un valido aiuto per le mamme, purché orientate al meglio sulla tipologia da scegliere. Cerchiamo di darvi una mano.

Latte in polvere: quale scegliere

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La normativa italiana ed europea sul latte per neonati è molto severa: non si possono utilizzare Ogm e c’è tolleranza zero (o quasi) circa i residui di inquinanti fitosanitari (pesticidi). Sull’etichetta deve essere riportato chiaramente se si tratta di latte per lattanti (fino a sei mesi) o di latte di proseguimento, per bambini più grandi.
Un primo consiglio per orientarsi nella scelta del latte in polvere è prestare attenzione al canale di vendita, ricordando che il più conveniente è il supermercato, che offre latte di qualità. Il latte liquido è più caro di quello in polvere, a parità di marca, e la maggiorazione è dovuta alla maggiore comodità di utilizzo.
In ogni caso, val la pena ricordare che prezzo più alto non significa sempre qualità maggiore.

Una distinzione, come accennato, va fatta tra latte per lattanti e per bambini più grandi: in generale, dalla nascita ai sei mesi di vita si utilizza la cosiddetta formula 1, che ha una composizione più simile possibile a quella del latte umano; dopo i sei mesi si passa alla formula 2, o latte di proseguimento.
Nei casi di bambini con esigenze particolari si possono scegliere formule speciali, come la formula di tipo 0 per i bambini prematuri, un latte a basso contenuto di proteine altamente idrolizzate per bambini che, in virtù dell’esser nati in anticipo, sono maggiormente a rischio allergie, o latti speciali per problemi digestivi come coliche, stipsi, diarrea, reflusso gastroesofageo.

È il Ministero della salute a indicare dei limiti di composizione, entro i quali ciascun produttore propone la propria ricetta, aggiungendo magari sostanze che possono essere indicate come componenti fondamentali del latte materno. Ad esempio, nel latte materno è presente il DHA, un acido grasso polinsaturo essenziale Omega 3, molto utile per la maturazione della retina e per lo sviluppo intellettivo, non presente nel latte vaccino né in quello in polvere. Dato che per un genitore però può essere piuttosto complesso sulla scelta migliore da effettuare, è consigliabile chiedere un parere al pediatra.

Tutti i rischi e le controindicazioni del latte in polvere

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Va detto, prima di tutto, che, qualora si debba ricorrere all’allattamento artificiale, devono essere evitati, nei primi dodici mesi di vita, latte naturale di mucca e di capra, che hanno una composizione inadeguata ai bisogni nutrizionali del lattante e possono causare carenze di ferro.
Il latte artificiale è una protesi, pertanto dovrebbe essere usato soltanto in pochi casi estremi, e i rischi documentati dalle ricerche mediche indicano che deve essere un’opzione cui pensare in ultima ipotesi; il latte in polvere, infatti, aumenterebbe l’incidenza di allergie, diabete insulina dipendente, obesità, o di malattie dell’apparato gastrointestinale, delle alte vie respiratorie, patologie serie come la sclerosi multipla,a livello delle coronarie, e rappresenterebbe un ulteriore fattore di rischio per la SIDS, o morte in culla.
Vale la pena sottolineare, però, che esistono ancora molti pregiudizi sul latte in polvere, spesso fondati su convinzioni non veritiere, e che allattare artificialmente un neonato sia tutt’oggi visto come “sminuente”, secondo le opinioni di alcuni. Cosa assolutamente non vera, per cui le mamme costrette a rivolgersi al latte in polvere non devono affatto sentirsi come “mamme di serie B”.

Dosi e quantità del latte in polvere

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Uno dei pregiudizi più diffusi è che le dosi del latte in polvere debbano essere diverse rispetto a quelle del latte materno: in realtà, il numero di dosi e la quantità di latte somministrate al neonato dovrebbero dipendere dall’appetito del bambino. Se il bambino non vuole altro latte non deve essere forzato, mentre se sembra volerne ancora si può provare ad aggiungere una quantità di 5- 10 ml, non di più.
Appena nato il bambino richiede pochi ml a pasto, che salgono a 30 ml per 6 pasti al giorno al momento delle dimissioni, aumentando poi gradualmente a circa 60 ml per 6 pasti dopo una settimana, 120 ml per 6 pasti dopo un mese. La seguente tabella è puramente indicativa delle dosi e quantità di latte artificiale necessarie per un neonato in base alla sua età. Dal secondo mese si passerà a circa 110-120 ml a pasto, nel terzo e quarto mese a 140-150 ml a pasto, per finire con i 200-250 ml del quinto e sesto mese.

Preparazione del biberon di latte in polvere

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Va detto, prima di tutto, che la polvere per ricostruire il latte non è sterile, perciò può contenere batteri che possono causare malattie gravi nei neonati. È di estrema importanza, quindi, che tutta la strumentazione usata per alimentare e preparare il latte, come il biberon o le tettarelle, sia pulita e sterilizzata prima dell’uso. Ci sono pertanto alcune regole fondamentali per preparare il pasto a base di latte in polvere, fra cui anzitutto lavarsi le mani con acqua e sapone e asciugarsi con un panno pulito, lavare tutta l’attrezzatura con acqua calda e sapone, usare una spazzola all’interno e all’esterno di biberon e tettarella per assicurarsi che tutti i resti di cibo siano rimossi dai luoghi difficili da raggiungere.

Per preparare il biberon fate bollire acqua pulita e potabile, versandone la giusta quantità nel biberon; ricordate che l’acqua non deve essere stata raffreddata a meno di 70 ° C, quindi non lasciate riposare per più di 30 minuti dopo l’ebollizione. Aggiungete la corretta quantità di latte in polvere all’acqua e mescolate scuotendo con delicatezza, quindi fate raffreddare tenendo la bottiglia sotto l’acqua fredda o ghiacciata.
Buttate via qualsiasi pasto latteo che non sia stato consumato entro due ore, e non usate mai un forno a microonde per preparare il pasto, perché il microonde può riscaldare in modo non uniforme e scottare la bocca del bambino.

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