Secondo il rapporto europeo sulla salute materno-infantile Euro-Peristat, le mamme italiane sono le più vecchie d’Europa: il 34,7% – cioè più di un’italiana una su tre – supera i 35 anni al momento del parto. Le neo mamme al di sotto dei 20 anni, sono l’ 1,4% in Italia, mentre in Paesi come il Regno Unito, Malta, Slovacchia e Romania, si supera il 5%.

Per i dati italiani, Euro-Peristat è stato coordinato dall’Unità di Epidemiologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con il Ministero della Salute e l’Istat.

Marina Cuttini, epidemiologa del Bambino Gesù di Roma, spiega: «Un’età materna più avanzata è associata a un maggior rischio di gravidanze più complesse (parti gemellari o diabete gestazionale) e di esiti perinatali sfavorevoli: parto pretermine, basso peso alla nascita, anomalie congenite, anomalie cromosomiche, parto cesareo, natimortalità e mortalità perinatale. Parliamo ovviamente di rischio in termini statistici, riscontrabile sui grandi numeri, che aumenta al crescere dell’età materna. A livello singolo ci sono ovviamente un sacco di madri di 37-40 anni con bambini splendidi». D’altronde, per una coppia è sempre più complicato progettare una famiglia e dei figli a causa della crisi, dell’ insicurezza economica, e del lavoro stabile che sembra sempre più una meta irraggiungibile, proprio come l’acquisto di una casa.

Gli altri dati raccolti dall’indagine riguardano anche la mortalità neonatale, cioè il numero di neonati morti nei primi 28 giorni di vita, dove l’Italia registra un 2,5% per 1000 nati vivi. In Islanda il dato è dell’1,2 mentre in Romania è al 5,5. Sulla mortalità infantile, ossia il numero dei decessi nel primo anno di vita, l’Italia fa registrare un 3,4 per 1000 nati vivi; un dato che si inserisce tra il 2,3 dell’ Islanda e il 9,8 in Romania.

E voi cosa ne pensate di questi dati? E soprattutto, secondo voi quali sono le differenze tra una mamma ventenne e una trentenne/quarantenne?

 

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